Moto traub
Di questa moto si sa pochissimo, fu casualmente trovata da un idraulico, nel 1967, intento a ristrutturare una casa a Chicago negli Stati Uniti.
Mentre il professionista stava cercando dei tubi, dietro un muro, dopo aver tolto dei mattoni, scoprì che dietro si celava questa meraviglia, una moto unica.
Secondo quando dichiarato dall’anziano proprietario dell’abitazione
quella era la moto che qualcuno aveva sottratto al figlio, prima che partisse per la prima guerra mondiale, come soldato, e da quel momento non ne aveva piu’ saputo nulla.
Qualche anno dopo, nel 1970
ad interessarsi della motocicletta e’ un negoziante di biciclette, che la rivendette subito a Bud Ekins, nota controfigura di Steve McQueen, poi rivenduta, nuovamente, ad un collezionista e restauratore richard Morris, che a sua volta la cedette ancora una volta; nel 1990, a Dale Walksler.
Lo stesso Dale era il curatore del Wheels Through Time Museum, dove e’ oggi, tutt’ora esposta., e che ogni tanto lui stesso guida.
Monta un motore bicilindrico da 1300 cc
i pistoni sono lavorati a mano, le valvole laterali, molto simili a quelle montate sulle Harley qualche anno dopo, il cambio a tre marce (mai visto prima), il freno posteriore è anch’esso molto innovativo per quegli anni.
Ancora oggi non si nulla della Moto traub, secondo alcuni esperti USA potrebbe essere un costruttore indipendente che non proseguì la sua attivita’.
Un marchio “sparito” senza lasciare alcuna traccia, un vero peccato perchè questa moto oltre ad essere sicuramente bella, aveva delle caratteristiche tecniche di assoluto livello, per quegli anni.
In sintesi:
una moto costruita cento anni fa, la data sul serbatoio indica 1917, della quale non si conoscevano ne la provenienza ne “l’autore”, scoperta dopo dei lavori fatti in una vecchia casa.
Qualche anno dopo, su una vecchia rivista, ritrovata anc’essa successivamente, The Motorcycle Illustred del 1907, compare un articolo scritto dal Sig. Richard Traut, residente in quella casa.
Si dichiara, scrivendolo nell’articolo, di essere un meccanico sperimentale, indicando dettagliate caratteristiche sulla moto da lui creata, corredandolo anche di foto del periodo.
La prima cosa che in quel periodo poteva colpire, da subito, era la cilindrata, oltre alle gia’ importanti novità presenti sulla motocicletta, dai cilindri lavorati a mano, alle valvole laterali (sempre lavorate a mano), all’impianto frenante.
Lo stesso Richard dichiarava di averla guidata ad una velocita’ massima di circa 134 km/h (elevatissima nel periodo).
Aveva creato una moto “vera”, non piu’ solo una bicicletta “appesantita da un motore, e da alcune parti per “reggerne lo sforzo” necessario.