Fiat 850
Avevamo una Fiat 850, bianca, che i miei genitori utilizzavano per i brevi spostamenti, anche perche’ al lavoro il piu’ delle volte andavano a piedi, erano vicini.
Ero molto piccolo quando ci salii la prima volta, ne ho un ricordo sfuocato, ma comunque quello di una auto con linee che definirei (con un linguaggio infantile) simpatiche, era tonda, con pochissimi spigoli.
Con il vano portabagagli all’anteriore, capiente, con quel grosso cofano (per un bambino), i suoi fari anteriori e psoteriori tondi.
Con quell’auto ebbi anche un’avventura che avrebbe potuto avere un esito tragico.
Mi raccontarono, anni dopo, che un giorno presi le chiavi dell’auto, ci salii, la accesi e partii.
Dovevo aver fatto fatica a disinserire il freno a mano.
Il parcheggio era lungo una discesa, con tante altre auto parcheggiate, vista la mia altezza, mi ero dotato di cuscini per poter meglio vedere fuori (cosi mi raccontarono).
Feci la disesa, senza toccare nessuna delle altre auto li ferme, parcheggiate, finendo la mia corsa sull’altra salita, andando addosso ad un marciapiede, scavalcandolo e finendo contro una pianta.
Ero terrorizzato, piu’ per aver danneggiato l’auto che non per non essermi fatto nulla.
Mia zia che abitava anche lei in zona, durante una cena di Natale, prima di sorbirci le diapositive dell zio, mi racconto’ che piansi come un disperato per la paura di aver rovinata l’auto.
Pare che non si fosse fatta quasi nulla, un fanale rotto, un “livido” sul fianco anteriore sinistro, e probabilmente un braccetto delle sospensioni.
Quella fu la mia prima guida in assoluto, con quell’auto “morbida”.
La tenemmo ancora qualche anno, anche quando arrivo’ la Alfasud, sostituendole praticamente insieme.
le auto di famiglia
In sintesi:
Sono piuttosto convinto che la Fiat 850 sia stata un’auto importante, per una serie di motivi.
Fu l’auto scelta da molte famiglie
come prima auto, quella piu’ utilizzata, aveva un prezzo competitivo e buone doti in robustezza e affidabilita’, e una discreta tenuta del valore per l’usato.
Ebbe molte “eredi”
furono in diversi i carrozzieri, noti e meno conosciuti, che su quel motore e quel telaio “costruirono” veri e propri capolavori (alcuni li proporro’).
Aveva una linea “sua”, comunque diversa da molte altre auto coeve, con quel suo “tutto tondo”, un discreto vano bagagli (all’anteriore), un motore in linea con le prestazioni e le cilindrate del suo periodo.
Mi e’ sempre piaciuta, pur sapendo che non fosse una coupe’, una vettura sportiva, o solo sportiveggiante, ma una valida utilitaria da famiglia.
Oggi se ne trovano a prezzi non alti, tranne alcune delle versioni speciali, la prenderei in considerazione, non solo per il basso costo d’acquisto, ma perche’ e’ un “simbolo” di quell’Italia, una vettura che ha lasciato un segno indelebile nella storia di tante famiglie e di un paese.