CITROEN DS le Caddy Chapron
Henry Chapron, un giovane francese, molto intraprendente, appassionato di auto e design, tanto dal voler mettere in pratica questa sua passione, provando ad aprire una sua carrozzeria.
Siamo nell’immediato dopoguerra, nel 1919
partendo da Neuilly Sur Seine, dove l’attivita’ non decollo’, spostandosi, pochi anni dopo, a Levallois Perret, vicino a Parigi.
In una zona in cui gli affitti erano bassi, pur riuscendo a rimanere molto vicini al centro della capitale francese.
Voleva mantenersi “vicino” alla capitale per una serie di motivi
fra i primi, oltre ad essere appunto la capitale, era anche la sede dei più importanti marchi automobilistici.
Gli affari; quelli importanti; si facevano la, le persone piu’ ricche ed importanti di Francia la avevano le loro sedi ed abitazioni.
Gli andra’ sempre riconosciuto di essere riuscito ad aver sempre “indovinato” quale potesse essere il tipo di auto che quel tipo di persone desiderasse.
Le cabriolet, sulle stesse concentro’ tutto il suo estro e creativita’, riuscendo a realizzare ottime “modificate” di varie case automobilistiche.
Gli anni seguenti al primo conflitto mondiale sembravano cominciare a portare una maggior serenita’, tutti, anche chi non poteva permettersela, desiderava un’auto che fosse bella ed “intrigante”, aveva colto nel segno.
L’attivita’, quindi, sembrava proseguire, fra alti e bassi, ma gli permetteva comunque di essere sereno, gli ordini non mancavano, così come i telai e le carrozzerie che modificava.
Arrivo’ la seconda guerra mondiale
il suo mondo cambio’, repentinamente e nuovamente, cominciarono a mancare i clienti e le forniture di telai e carrozzerie.
Comincio’ per lui un periodo molto difficile, con molte ristrettezze economiche, anche per via dei numerosi debiti accumulatisi.
L’attivita’ si trascinò sino al 1955, quando trovandosi al Salone di Parigi, viene folgorato da un’auto.
Quell’auto che colpì tutti, con le sue linee così diverse, molto moderne, così tanto dal far quasi scomparire molte altre auto lì presenti.
La Citroen DS, lì presentata dalla casa madre, la Citroen, la stessa che ripose molte speranze su quell’auto, che oltre a dover sostituire la Taction Avant, doveva essere, per la Citroen, il modello per il suo rilancio.
Provò subito a chiedere i telai e le carrozzerie alla casa madre
speranzoso di un loro immediato si dopo aver collaborato con loro per la costruzione dell’auto presidenziale, ma la Citroen non soddisfò subito le sue richieste.
Dovette insistere, nonostante i diversi no ricevuti, non riuscendo ad ottenere quanto sperato.
La sua convinzione/ostinazione
per quel modello lo costrinse ad acquistare una berlina, subito le tagliò il tetto e ne rimosse le portiere posteriori allungando le anteriori.
Rimaneva comunque un buco, le portiere non le poteva allungare troppo, ecco che allora con della vetroresina lo colmò, “allungando” la linea della fiancata.
Ci lavorò alacremente, sino al 1958, sapendo di dover raggiungere quel suo obbiettivo.
Nel 1958 iscrivendo la sua vettura al Salone dell’auto di Parigi
raggiunse il suo obbiettivo, presentando la sua versione cabriolet della DS, colpendo tutti, anche la dirigenza Citroen nella persona di Pierre Bercot.
Lo stesso Bercot voleva una versione cabriolet della DS, l’aveva gia’ chiesta a Flaminio Bertoni,che l’aveva gia’ disegnata, ed era pronta per entrare in produzione.
Ma il dirigente sapeva che la catena produttiva fosse gia’ al collasso, non poteva produrla.
La casa automobilistica francese voleva quell’auto
desiderava produrla, anche sapendo che il designer italiano non l’avrebbe accettata di buon grado, specie considerando il fatto che fossero molto simili i due progetti.
Siamo nel 1959, quando Henry Chapron, sempre al Salone di Parigi
espone l’evoluzione della sua cabriolet, arriva la Le Caddy, splendida 2piu’2, una decapottabile spettacolare, piu’ “rifinita” rispetto alla versione precedente, ottenendo subito un immediato successo di pubblico e critica.
Ma la casa madre non cedette
decidendo di non consegnare alcun telaio al piccolo carrozziere artigianale, lo stesso Chapron rimase comunque convinto delle proprie idee pur vedendosi, nuovamente, costretto ad acquistare auto nuove presso le concessionarie, per poi modificarle nel suo “atelier”.
Ostinatamente continuò a produrre la sua DS cabriolet, sino a quando la stessa Citroen cedette, arrivando persino a fornirgli dei telai gia’ pre-modificati, privi del tetto per capirci.
Ma quella fornitura aveva un doppio scopo, si soddisfare le pressanti e giuste richieste di Henry, ma anche per poter produrre la versione “ufficiale” della cabriolet, quella che doveva uscire dalle catene di montaggio della Citroen.
Nel 1959 chi voleva una DS cabrio
poteva così scegliere fra la Usine (ufficiale Citroen) e la CITROEN DS le Caddy Chapron, sborsando 19.500 Franchi per la Usine e 22.040 per l’artigianale Chapron.
Un costo di listino così elevato dall’essere quasi il doppio di quanto si poteva pagare per avere la “comune” berlina.
Negli anni seguenti la produzione dei due modelli continuo’ sino a quando la Citroen decise di interrompere la produzione della sua celebre berlina.
I numeri ci dicono che furono 1200 (circa) le Usine e 120 le Chapron, auto entrate nel mito
così tanto da essere state oggetto d’interesse di molti “falsari”, pseudo carrozzieri, che conoscendone il valore negli anni hanno modificato alcune berline, spacciandole per l’uno o l’altro modello di DS cabriolet.
Con tutti gli aggiornamenti sui motori e le carrozzerie che conosciamo, arrivando al 1971.
i capolavori
In sintesi:
erano disponibili due modelli di DS cabriolet, uno “ufficiale” della casa madre, l’altro prodotto da Chapron, sinceramente, se avessi la possibilita’ di poter scegliere, non avrei mai dubbi, seppur sempre rispettando anche le scelte della casa madre.
Opterei per la versione artigianale, la CITROEN DS le Caddy Chapron, sempre, senza mai induguare.
Anche perche’, avendone prodotto solo 120 (circa), volendo considerare solo l’aspetto meramente economico, si rivalutera’ sempre e comunque di piu’.
Ovviamente essendo; decisamente consapevole, che si stia parlando di auto con quotazioni “stellari”, se originali e non “taroccate”.