Fiat 128 Rally
Fiat 128 Rally, le derivate, quelle che amo alla follia
Che io adori questa auto credo sia noto, specie a molte delle persone che mi conoscono bene, ed è per una serie di motivi, su tutti ne elenchero’ solo alcuni.
L’essere riusciti a trasformare una berlina da famiglia
in un’auto sportiva, così sportiva, facendolo ottimamente, riuscendo ad anticipare molti dei produttori concorrenti, specie quelli “stranieri”.
Un plauso, sincero, a Fiat
per aver compreso nei tempi e nei modi corretti, quell’onda, quell’impeto “sospinto” dai desiderata di molti automobilisti, quelli che volevano auto piu’ sportive e ad prezzo “competitivo”, senza dover spendere chissà che cifre.
Ci riuscì con la seconda serie della 128
con elaborazioni e studi che partirono nel 1969, riuscendo, anche, a compensare quel divario (importante) fra le scocche delle due versioni, per le due e le quattro porte.

COn il cofano motore nero, ne ho viste molte di piu’ cosi che non con lo stesso colore della restante carrozzeria.
Ero indeciso
se inserire laFiat 128 rally nella sola categoria muscle car Italiane, per via del suo aspetto, le sue prestazioni comunque valide, “discrete”, per essere quel tipo di auto che un appassionato di auto sportive o “sportiveggianti” avrebbe scelto, valutato.
Alla fine, siccome mi piace così tanto, mi son detto, inseriamola addirittura in due categorie, le muscle; appunto; e le derivate, mi perdonerete.
Ancora una volta fu il Salone di Ginevra a vedere il debutto di una auto che sarebbe entrata nella storia, nel 1971
con i suoi gruppi ottici specifici, unici per quel modello……….
per quel motore, il servofreno, le modanature esterne…………
i nuovi e piu’ completi/ricchi interni con sedili avvolgenti e poggiatesta regolabili, finetrini posteriori apribili a compasso, il portaoggetti centrale, il cruscotto “arricchito” da contagiri, manometro dell’olio, termometro dell’acqua.
Tornerei un attimo sull’aspetto esteriore della Fiat 128 rally
con quel paraurti con i supporti per la fanaleria supplementare, con spettacolari fanali tondi, dalle dimensioni molto generose, sempre tondi anche quelli posteriori “di serie”.
Seguì anche un lieve restyling, nel 1972
avente gli intrerni come maggiori protagonisti, erano opzionabili, anche, i nuovi sedili con la parte centrale di color rosso o ocra, sempre con riuscitissimi fianchi in similpelle, nera.
Esternamente il restiling della Fiat 128 rally
riguardò il tubolare del paraurti, rivestito con una copertura “plastica” di colore nero, dello stesso colore la parte “apribile”, “movibile”, delle maniglie.
Auto dell’anno, la 128, la berlina “base”
un risultato lusinghiero e meritato, che spinse i tecnici ad apportare alcune modifiche sul motore della rally, potenziandolo quel tanto che bastava per renderlo piu’ performante, senza troppi “stravolgimenti” rispetto a quello della prima versione.
La gamma dei colori: bianco – rosso/arancio – grigio artico – giallo – verde, nessun metallizzato.
Il listino:
1.220.000. Lire franco filiale, circa un 15%in piu’ rispetto al modello base, con alcuni accessori:
7.000. Lire per l’antifurto
21.000 Lire per i vetri atermici e lunotto termico
10.000. Lire per le cinture di sicurezza anteriori
15.000. Lire per il parabrezza con antenna incorporata e la radio
50.000. Lire per le (spettacolari) ruote in lega di magnesio.
le derivate, quelle che amo alla follia
In sintesi:
la Fiat 128 rally, un’ auto da famiglia trasformata in un “piccolo bolide”
nonostante (inizialmente) il mercato l’avesse inquadrata come perfetta auto del papa’, fu la prima ad essere dotata della trazione anteriore, con un motore si sufficientemente potente ma anche “compatto”, tanto da permettere di ospitare, nello stesso vano, anche la ruota di scorta, lasciando così completamente “libero” un capace vano bagagli.
Sospensioni “semplici”, con il sistema McPherson, con barre stabilizzatrici all’anteriore, posteriormente con balestra longitudinale, “semplicemente innovativo”.
Un 1300 con 67 CV, con quegli esterni “cattivi” da auto di un livello superiore rispetto alla “base”, con i suoi interni piu’ “ricchi” anche grazie a riuscitissimi sedili “sportivi” .
Una auto per papa’ corsaioli, per giovani che volevano una vettura sportiva senza dilapidare le risorse dello stesso papa’, una vettura di successo.
La Fiat 128
Ricorderei che, una certa marca, ne prese una per portarsela nel suo stabilimento e “studiarla”, smontandola completamente.
Giorgietto Guigiaro, lo ha ricordato molte volte, ci ha ricordato che la VW, nel suo centro di ricerche, lo fece, riconoscendole il ruolo di modello di riferimento, per poi (dopo) creare la Golf.
Ne ricordo alcune, quelle possedute da dei “manconi”
dotate di cerchi in lega con dimensioni “maggiorate”, piuttosto larghi, con scritte ed adesivi “corsaioli” messi su fianchi e cofani, anche applicati anche sulla parte alta del parabrezza, magari inseime ad una strisca verde che doveva fungere (anche) da parasole.
Internamente con il volante ricoperto, il pomello del cambio in legno, finto o vero che fosse, i coprisedili, i coprisediliiiiiiii, ricoperti.
Non capendo se li coprissero perche’ non si rovinassero o perche’ spinti dal loro (discutibile) senso estetico.
Comments 2
21 Gen 2023 at 13:19
Nel 1972 avevo 19 anni e mio padre Mario acquistò la 128 Rally verde.
Bellissima, ancora oggi mi emoziona. La abbiamo tenuta per 12 anni, poi sfortunatamente venduta per 200 mila lire (100 euro)
Fu un errore, ma erano anni cosi, il vecchio non valeva nulla, specialmente le Fiat, ma se potessi averla oggi…….
21 Gen 2023 at 14:22
Buongiorno, la ringrazio prima di tutto. Si e se ne sono viste non poche, ricorderei anche delle motociclette con talune di un certo livello vendute a cifre irrisorie. Oggi invece si leggono e vedono quotazioni che troppo spessso hanno raggiunto livelli"paradossali".