De Tomaso Pantera GTS
i protagonisti:
la De Tromaso con questa bellissima coupè, derivata dalla versione precedente, la Pantera GT
Tom Tjaarda che per la Carrozzeria Ghia disegnò un’auto destinata a rimanere attuale per molti anni, dal 1972 agli inizi degli anni 90, con in listino un modello di auto mantenutasi sempre piuttosto longeva.
il motore Ford, un V8 con una cilindrata effettiva di 5750 cc, che erogava 350 cavalli, tutti dei purosangue
la Carrozzeria Ghia che realizzò sia la scocca che la carrozzeria, trecento gli esemplari prodotti nella versione GTS
Gianpaolo Dallara, in veste di consulente esterno per la Ghia, che negli stessi anni era arrivato nell’olimpo dei progettisti per aver collaborato nella creazione della Lamborghini Miura.
Le sospensioni con uno schema perfetto
merito proprio di Dallara, con un’altezza da terra di soli dodici centimetri, rendendo quasi inguidabile, oggi, la vettura per via dei troppi dossi presenti sulle strade.
Ma era una vettura più adatta a percorrere strade “chiuse”
passando davanti ad una qualche gradinata ogni tanto, tanto dal renderla una assoluta protagonista nelle competizioni.
Del Gruppo tre al quattro
senza avere praticamente mai bisogno di chissà quali modifiche, era un’auto da usare durante la settimana come si poteva fare come con molte altre, e se la domenica ci si voleva cimentare in una “garetta”, si partiva.
Erano sostanzialmente delle vetture di serie, specie nel Gran Turismo di serie, dove sulle vetture si potevano sostituire solo le sospensioni e alcune componenti dei freni.
Il cambio uno ZF, ben assemblato ed efficace, con innesti precisi e veloci per quegli anni.
Personalmente trovo le sue linee davvero spettacolari
specie il posteriore, unito al cruscotto, che con il solo contachilometri e contagiri, di quelle dimensioni, mi piace tanto tanto.
La strumentazione della De Tomaso Pantera GTS
molto completa, e’ sul canale centrale, sulla parte sinistra, ben visibile per chi lo guida, riuscendo ad avere tutto sott’occhio.
Il legno visibile su molte parti del cruscotto
era in radica di olmo, in due colorazioni, una in un marrone piuttosto scuro, ed una più chiara.
Scheda tecnica De Tomaso Pantera GTS
MOTORE
collocato nel posteriore, in posizione centrale, otto cilindri a V di 90°
alesaggio per corsa 101,6 X 89 mm
cilindrata effettiva 5750 cc
rapporto di compressione 11 : 1
potenza massima 350 cavalli a 6000 giri
carburatore doppio corpo Holley
albero a camme centrale mosso da catena
aste e bilancieri
valvole per cilindro due
monoblocco e testate i ghisa
raffreddamento ad acqua, capacità impianto 20 litri
TRASMISSIONE
trazione posteriore
frizione monodisco a secco
CAMBIO
ZF a cinque velocità più RM
STRUTTURA
telaio portante in acciaio scatolato, come la carrozzeria
SOSPENSIONI
a ruote indipendenti sia sull’avantreno che sul retrotreno, parallelogrammi trasversali, gruppi molla ammortizzatore, barre stabilizzatrici
FRENI
sulle quattro ruote tutti a disco, con servofreno
CERCHI
Campagnolo, anteriormente 8 X 15, posteriormente 10 X 15
pneumatici Pirelli Cinturato P7, 225/50 VR15 davanti, 285/50 VR 16 i posteriori
DIMENSIONI
lunga 4270 mm. – larga 1900 mm. – passo 2510 mm. – carreggiata ant. 1450 mm. La posteriore 1460 mm. – altezza minima da terra 120 mm.
PESO e SERBATOIO
a vuoto 1330 chilogrammi, 95 i litri del serbatoio
PRESTAZIONI
velocità massima 280 km/h, 5 km/litro il consumo medio
PREZZO
7.680.000. Lire nel 1973, esemplari costruiti 300 circa.
Che Alejandro De Tomaso fosse un imprenditore
con alcune sfaccettature criticabili credo sia noto a tutti, personalmente qui, come cerco sempre di fare, vorrei esporre i fatti, cercando di evitare qualsiasi polemica.
Come scritto sopra, nella realizzazione di questa auto la Carrozzeria Ghia ebbe un ruolo fondamentale, Alejandro ne era socio, inizialmente con una piccola quota.
Pochi anni dopo la acquisì totalmente, e appena arrivato non perse tempo e cacciò tutti i dirigenti.
De Tomaso aveva amicizie importanti
un certo Lee Iacocca, fra i primi tre dirigenti del Gruppo Ford, e fu proprio grazie a questa “vicinanza” che la Ford diede il beneplacito perché i suoi motori venissero montati sulla nuova auto.
Arrivarono parecchi soldi dopo l’accordo
con la nuova “De Tomaso – Ghia” e la Ford, che permisero una nuova acquisizione, un’altra grande Carrozzeria entrò nel gruppo, la mitica Vignale che successivamente si occupò dell’assemblaggio della vettura.
La Ford aveva bisogno di un’auto per “conquistare” l’Europa
con un motore centrale e prestazioni elevate, sicura che l’esperienza maturata con alcuni motori, e nelle gare (Ford GT40), andasse “sfruttata.
Affidò alla rete (sua) Mercury la distribuzione della sportiva coupè in america,
Sappiamo come sia andata in seguito, quando la stessa Ford staccò la spina e costrinse la De Tomaso a ridimensionarsi sensibilmente.
Solo un “piccolo appunto”, anche la Pantera come tutte (o quasi) le super sportive con i fari a scomparsa fuori, nell’aspetto perde parecchio.
😉 non mi piacciono.