Jaguar XJR 15
La Jaguar in tempi più o meno recenti costruì auto capaci di vincere, riuscendo a farlo anche sui più importanti circuiti.
Fra questi anche quello De La Sarthe, dove si corre la 24 Ore di Le Mans (che è forse uno dei più conosciuti), lo stesso dove vinse la XJR 9 nel 1988.
Certo, guardandola non si potrà evitare di pensare
alla biposto del Gruppo C la XJR 9, appunto, auto che l’ha preceduta, con la quale condivideva molto del telaio, costruito con gli stessi materiali della “sorella da corsa”, con parti in fibra di carbonio e kevlar.
Questa auto venne presentata a Monaco, poco prima del Gran premio che li si corre, nel novembre del 1990.
La Jaguar XJR 15, disegnata da Steven Peter
che ha “civilizzato” la precedente XJR 9, una vettura apparentemente molto diversa, quella che era espressamente nata come auto da corsa.
Gli esemplari prodotti
in un numero limitatissimo di cinquantatre , pensata per essere un’auto si da pista, ma pensata anche per poter essere una vettura stradale, da potersi utilizzare su qualsiasi tipo di strada.
Di quei cinquantatre esemplari solo 26 furono versioni “stradali” gli altri esemplari costruiti vennero impiegati per gareggiare.
Facendolo in una serie di gare dell’ Intercontinental Challenge, un campionato espressamente creato dalla Jaguar Sport.
La vettura aveva un prezzo di listino di 960.000 Dollari, a prescindere dall’utilizzo fatto, è ovvio che i costi per chi partecipava a delle competizioni lievitassero sensibilmente.
Gli interni prevedevano
un cruscotto in pelle, una strumentazione con tutti gli indicatori “tipici” di un’auto da corsa.
Due i sedili, molto sportivi, asportabile quello lato passeggero all’occorrenza.
Scheda tecnica Jaguar XJR 15
MOTORE
montato posteriormente, centrale longitudinale
dodici cilindri a v di 60°
alesaggio per corsa 90 X 78,5
cilindrata effettiva 5993 cc
rapporto di compressione 11 : 1
potenza massima 450 cavalli a 6250 giri
basamento e testate in lega leggera
un albero a camme in testa per bancata ciascuno mosso da catena
iniezione elettronica sequenziale
accensione elettronica con una bobina per ogni cilindro
TRASMISSIONE
trazione posteriore
differenziale autobloccante
una frizione tridisco
CAMBIO
a sei rapporti piu retromarcia
SOSPENSIONI
anteriori: a ruote indipendenti con triangoli sovrapposti, il gruppo molla ammortizzatore interno è azionato dal dispositivo push rod con barra antirollio
posteriori: sempre a ruote indipendenti con triangoli sovrapposti, braccio longitudinale, gruppo molla ammortizzatore esterno e barra antirollio
STERZO
a cremagliera
FRENI
dischi su tutte e quattro le ruote, autoventilanti
RUOTE
cerchi in lega leggera, all’anteriore 9,5J X 17, sul posteriore 13J X 17
DIMENSIONI
lunga 480 cm. – larga 190 cm. – alta 110 cm.
PESO
1050 chilogrammi a vuoto.
PRESTAZIONI
0/100 3,2 secondi
0/240 in 13,2 secondi
velocità massima 296 km/h. (autolimitata).
Steven Peter considerato uno dei migliori designer inglesi di sempre
Lo abbiamo visto soli pochi giorni or sono con la McLaren F1, e sempre disegnate da Lui:
la Lotus Elan M100, la Lotus Esprit IV serie e la Excel
per la Subaru disegnò la 555 WRC insieme con la 22B Sti e la Impreza II restyling, anche la Legacy
per l’inglese MG la ZR, ZS,ZT, TF e l’EPower SV
rimanendo sempre in Inghilterra anche la Rover Streetwise.
La XJR 15 veniva costruita dal reparto sportivo della Jaguar, che era in Inghilterra nello Oxfordshire.
Era la Jaguar Sport era una consociata della TWR, azienda fondata da Tom Walkinshaw nel 1976, specializzata nella produzione, in piccoli numeri, di auto sportive e da competizione.
Pare, pare, che la divisione sportiva (TWR) avesse deciso di lanciare la XJR 15 quasi autonomamente, senza che la casa di Coventry ne fosse poi troppo convinta, anche per via del fatto che stesse progettando e lanciando la XJ220.
Ricorderei che Mister Walkinshaw
collaborò anche con il Team Benetton in qualità di Direttore Tecnico, con l’auto guidata dal grande Michael Schumacher nel 1994, quando conquistò il suo primo titolo di campione del mondo.
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