Giovanna Amati
in occasione dell’otto marzo ho voluto proporVi la storia di una donna, una pilota, che iniziò a correre nei primissimi anno 80.
Nasceva a Roma nel 1959, era figlia di un noto imprenditore nel mondo del cinema, la madre un’attrice ritiratasi una volta sposata.
Nel 1978 veniva rapita
da Daniele Nieto e la sua banda di malviventi, finendo per difenderlo ed essersi innamorata di lui dopo il suo rilascio.
Fu proprio in seguito a quel drammatico episodio che Giovanna decise di allontanarsi da tutto, cimentandosi al volante di un’auto.
Iniziò in Formula Abarth
per poi passare in Formula Tre, sino al 1992, quando arrivò la chiamata da un team di Formula Uno, sulla auto di Jack Brabham nella sua ultima stagione in F1.
Era la secondo pilota, iniziò nel GP del Sud Africa, corse anche in Messico e Brasile, senza riuscire a qualificarsi, cosa che la allontanò quasi subito, sostituita da Damon Hill.
Prima di arrivare nel team Brabham aveva provato la F1 di Benetton, secondo alcune voci dell’epoca ( 😉 ) era coinvolta sentimentalmente con Flavio Briatore.
Se Giovanna Amati non riuscì a raggiungere alcun risultato in Formula Uno
va ricordato che nemmeno la prima guida Eric Van De Poele ci riuscì, così come l’arrivo, dell’allora giovane speranza, Damon Hill, non portò risultati eclatanti.
Non si fece prendere dallo sconforto
partecipando subito dopo al campionato donne della Porsche Super Cap, e successivamente anche nella Ferrari Challenge, sino al 1999 quando conquistò il terzo posto assoluto nella Sport Racing World Cup SR2.
Sino ad oggi Lei è l’ultima donna ad aver corso in Formula Uno
ed in una sua recente intervista dichiarò di essere molto scettica sulla presenza di donne nella F1 di oggi.
Su Tatiana Calderon si è dichiarata molto scettica
arrivando a non darle alcuna possibilità, sostenendo che non abbia un gran talento, ottimista invece su Beitske Visser, il tempo ci dirà se avrà ragione o torto.
una pilota – Giovanna Amati