Alfa Romeo e Carrozzeria Boneschi, con la Weekendina
Una station wagon, su base Alfa Romeo Giulietta
con uno schienale posteriore completamente ribaltabile, la ruota di scorta nascosta sotto il pavimento dell’auto, due utili mensole posizionate dietro lo schienale posteriore, lungo le fiancate.
Da quanto leggo su una delle mie riviste, anche da questa versione, la stessa Alfa Romeo sembrava dovesse ricavarne una vettura da produrre in larga serie.
Ho letti commenti a profusione, sin quasi ala noia,
sui perchè e per come la Alfa Romeo non avesse prodotto una station, specie negli ultimi anni, dal 90 in poi.
Ma credo che manchi un pezzo per la Alfa Romeo Weekendina, convinto che la cosa vada legata a quegli anni.
Se negli anni 50 il desiderio di un’auto con maggior spazio
che non fosse solo una sportiva, che potesse anche “invadere” i mercati (allora) esteri, dalla Svizzera in su 😉 , era molto sentito da una certa moltitudine di automobilisti, così, anche per l’Alfa, sembrava essere arrivato il momento per entrare in questa importante fetta di mercato.
La Giulietta riscuoteva un certo successo, lo sappiamo bene, ma il Centro Stile Alfa Romeo decise di “delegare” ad altri il progetto, sembrando di non averci mai creduto sino in fondo.
Una station wagon non era nelle sue corde ????
Arrivarono Colli e Boneschi, il primo con una vettura che alcuni definirebbero più pratica, essenziale in buona sostanza, e il Boneschi con la sua realizzazione, forse più elaborata, più “ricercata”, anche per via di una colorazione in doppia tinta, molto “particolare”.
Due auto, cento esemplari complessivamente costruiti, con una forte predominanza di quella proposta dalla Carrozzeria Colli.
Cosa che ha reso la Weekendina un modello rarissimo, tanto cercato da collezionisti ed appassionati.
91 Colli e circa 20 per Boneschi
sul numero delle sopravvissute non ho dati effettivi, e ho penato parecchio a cercarli, non trovandone.
Certo, è pur vero che la versione di Colli beneficiasse di una distribuzione ufficiale nelle concessionarie Alfa Romeo, cosa che inizialmente fece stimare gli esemplari in quasi 500.
Guardandole, asetticamente, con occhi da appassionato, non “””offuscati””” da alcun “pregiudizio” o preferenza
trovo la versione di Boneschi più da famiglia, quella che usa l’auto per fare una gita, andare a trovare (insieme e comodamente) un parente lontano, 😉 magari in Svizzera, mentre l’altra più adatta ad un professionista, l’idraulico o l’elettricista che deve caricarla di tubi e cavi.
Una più “spartana”, l’altra più chic, per capirci.
Sarà per via di quella colorazione bicolore, le due “piccole” panchine nel bagagliaio, le migliori finiture, ma mi sono fatto quest’idea.
Alfa Romeo e Carrozzeria Boneschi, con la Weekendina, personalmente, in tutta franchezza
son convinto vada riconosciuto il merito ai due Carrozzieri Italiani di averci provato, ed all’ Alfa Romeo di non averci mai creduto sino in fondo.
Non so se quegli stereotipi, sentiti ed ascoltati da decenni, sul dover produrre solo auto sportive, abbia portato ad un risultato così deludente.
Io, oggi, ho preferito “concentrarmi” sulla versione di Boneschi
perchè più rara, “particolare”, conscio che quella doppia tinta, in quegli anni, fosse troppo azzardata, riconoscendogli comunque di aver avuto un certo “coraggio”.
Lo scrivo e lo penso con un misto fra amarezza e delusione
mi dispiace di non essere riuscito a trovare molto materiale, la mia biblioteca non mi ha aiutato come tutte le altre volte ha fatto.
Senza alcuna presunzione, trovo sia un vero peccato che queste cose non siano raccontate, riportate, con l’entusiasmo, sin quasi l’enfasi, che meritano.
Tralasciando il fatto che non abbia trovate molte foto, me ne scuserete.
😉 il prossimo che scrive ehe l’Alfa Romeo e le station wagon……….