Sport Prototipi, negli anni 90 questa categoria vedeva come protagoniste importanti case costruttrici, la Mercedes, Jaguar, Peugeot, Nissan, Toyota, Mazda, ecc. ecc.
Le eredi di quelle auto potentissime “a ruote coperte” che qualche decennio prima, negli anni sessanta e i primi settanta, avevano entusiasmato gli appassionati, per poi subire un certo declino negli anni ottanta.
Lo Sport Prototipi era un campionato organizzato dalla FIA, dal 1953 al 1992.
Un campionato che se la giocava alla pari con la F1, e sino ai primi anni 90 era ancora considerata fra le più importanti competizioni su circuito.
Tempo fa lessi una vecchia pubblicazione degli anni 70 e secondo l’autore la Sport Prototipi (in quel periodo). nella considerazione degli appassionati, era qualche gradino sopra rispetto alla F1.
Partecipavano marchi come Ferrari, Alfa Romeo, Porsche, Ford, Matra, ecc, con piloti “di grido”, con team che ci credevano ed investivano moltissimo.
Le Ferrari dominarono la categoria sino al 1964
quell’anno con l’arrivo della Ford GT40 la situazione cambiò, anche se non fu subito competitiva, lo divenne in poco tempo, così tanto dal far vivere duelli molto appassionanti.
Per la Ford era la soluzione ottimale per riuscire a raggiungere un ampio pubblico e migliorare la propria percezione, tanto che, secondo alcune “leggende”, se la domenica vincevano una gara, il lunedì le concessionarie iniziavano a vendere auto, molto di più che non prima.
La GT40 partecipò a tutte le gare vincendo molto spesso, sino a quando, con l’introduzione di un nuovo regolamento, si tentò di “arginarla”.
Nel 1969
la Porsche presenta la sua 917, venticinque gli esemplari, con Freddy Porsche a spingere perché fosse subito vincente.
Ma ci volle un po di tempo prima che diventasse quel bolide che vinse diversi campionati, perché inizialmente diede parecchi problemi, specie ai piloti che faticavano molto a tenerla sulla pista.
Ed anche per lei, qualche anno dopo la FIA cambiò il regolamento, ponendo fine ai suoi tanti successi.
Fino agli anni 90
(il periodo che stiamo considerando oggi), l’unica casa a non aver sempre partecipato è stata la Porsche, con nove vittorie nell’Albo d’Oro, tra il 1976 e il 1986.
Un dominio interrotto “solo” dalla Lancia che nel 1980 e nel 1981 riuscì a batterla.
Nel 1987 si affacciò un nuovo sfidante
che vinse subito, ripetendosi l’anno successivo, la Jaguar, dotata di un motore sei cilindri turbo da 3500 cc., che riportò l’Inghilterra motoristica sul trono.
Nel 1989
per conquistare il titolo arrivò un’ altra nuova sfidante, la Mercedes, il cui motore era un 5000 cc turbo da otto cilindri.
1990 e 1991
a contendersi il titolo furono le ultime due case affacciatesi sul mondiale, la Jaguar e la Mercedes, con duelli fantastici, ad altissimo livello, tanto dal far crescere sensibilmente l’interesse per questo tipo di competizioni.
Il campionato delle Sport Prototipi vide il massiccio arrivo delle case giapponesi
l’interesse era alto, così come la possibilità di sviluppare nuove soluzioni per le successive auto di serie, o per chi partecipava o era intenzionato a farlo alla Formula 1.
Le prime auto con gli occhi a mandorla a comparire furono le Toyota (motore turbo otto cilindri di 3200cc) e le Nissan, con l’intenzione di (magari) ripetere i successi della Honda nella F1.
In questo contesto la vecchia regina, la Porsche, finì fra le retrovie, gestita quasi esclusivamente da team privati.
(1990)
il 23 settembre, sul circuito di Montreal in Canada, fece il suo debutto la Peugeot 905, portata sulle piste a campionato quasi finito, per iniziare a testarla per quello dell’anno successivo.
Era dotata di un motore dieci cilindri da 3500 cc, ed a capo del team c’era un certo Jean Todt.
L’anno successivo, il 1991, la FIA cambiò (radicalmente) il regolamento per la Sport Prototipi
per le auto turbo venne incrementato il peso con un minimo di 1000 chili e l’obbligo di utilizzare carburanti comuni e con limitazioni sui consumi.
Ecco uno dei perché la Peugeot arrivò a fine campionato, dotata di un 3500 cc atmosferico, seguita nella scelta del propulsore, subito dopo, dalle sue due principali concorrenti, Jaguar e Mercedes.
Nel 1991 la casa inglese montava un motore di origine Ford, molto simile a quello delle Benetton di F1.
Il legame fra le auto Sport Prototipi e la F1
sembrò farsi più saldo, vicino, con diverse soluzioni condivise, sino all’estinzione del campionato Sport Prototipi, nel 1992.
Alcuni “incolpano” Ecclestone per aver potenziato la F1 a tutto discapito della Sport Prototipi, a prescindere dai perché o per come, mi dispiace.
Personalmente….
Ho sempre seguito il “mondo delle auto”, ovviamente riuscendoci meno negli anni 70, ero troppo giovane e non c’erano i mezzi di oggi, li potevi vedere solo in televisione o dal vivo.
Con una certa attrazione per le vetture Sport Prototipi, spinto anche da un amico di papà che le seguiva, fu lui a regalarmi uno dei miei primi modellini e a farmi vedere con il proiettore alcuni filmati.
Erano gare con un certo fascino, talvolta pericolose sia per il pubblico che per i piloti, specie quando la sicurezza dei circuiti era molto lontana da quella che possiamo vedere e percepire oggi.
Ciò non impediva alle persone, ai tifosi, di accalcarsi lungo i tragitti per vedere delle auto sfrecciare a velocità elevate, indipendentemente che tifassero per quella auto o per quel pilota.
Le auto erano bellissime, specie le ultime, d’altronde avendo visto più quelle che non le maggiormente datate, trovo comprensibile che mi piacciano di più 😉 .
Non so se oggi il campionato Sport Prototipi sarebbe seguito con la stessa attenzione e passione, così come visti gli ingenti investimenti se possa dare un tornaconto alle case costruttrici.
Credo comunque che questo tipo di gare manchi, non solo agli appassionati più “attempati” o quasi tali.
fine anni 80 inizi 90