Caschi da pilota, quanti di noi guardando le competizioni di Formula Uno, o di una qualsiasi categoria motociclistica, si è stupito di quei caschi, per i loro colori, le grafiche, le bandiere dei paesi di origine dei piloti.
Finendo spesso per essere anche una sorta di amuleto, un portafortuna, qualcosa che scacciasse i timori, i pericoli, di una professione tanto pericolosa.
Alcuni sono diventati oggetto di culto per molti appassionati, una “effige” che identifica solo ed unicamente quel pilota
su tutti quello di Ayrton Senna, che credo di poter definire il più riconoscibile, idolatrato, imitato, di sempre.
Quello che indossò nel 1990 e’ stato messo all’asta dalla RM Shoteby’s, con una base d’asta che oscillava tra gli 80.000 ed i i 120.000 Euro.
Non ultimo quello di Niki Lauda, recentemente scomparso, ed “imitato” da tantissimi piloti nei due GP successivi, un omaggio per il campione austriaco.
Certo è pur vero che le caratteristiche costruttive siano cambiate, moltissimo negli ultimi cinquant’anni.
I primi erano in pelle o sky, passando a caschi sempre più sicuri, in grado di offrire anche un certo comfort.
Caschi da pilota, una protezione che era, comunque, “pesante”
in uno sport in cui le sollecitazioni per il collo ed il capo sono molto forti, quindi l’essere “confortevole” è diventata, via via con gli anni, una impellente necessità.
Quando poi, vedevamo e vediamo, scendere un pilota da una qualsiasi auto e/o moto, notiamo subito che dopo aver tolto il volante ed essere scesi, alcuni cavi penzolano.
Con loro il pilota si tiene in contatto con il proprio box, riceve indicazioni, eventuali segnalazioni su problemi, magari da lui stesso segnalati, puo’ ricevere “ordini di scuderia” più o meno velati.
Caschi da pilota e sponsorizzazioni
Gli sponsor sono disposti a spendere fior di cifre pur di aggiudicarsi anche un angolino sul casco di un dato pilota, penso che ognuno di noi lo abbia notato.
In alcuni casi sono così tanti dal sembrarmi dispersivi, non troppo “ricordabili”, forse anche per via dei frequenti cambiamenti.
Quando per alcuni piloti, uno o più sponsor, sembravano essere una sorta di consuetudine, ma questa temo sia una caratteristica comune ad alcuni piloti di qualche anno fa.
Per i piloti delle moto la personalizzazione dei caschi è un’abitudine (forse) più lontana nel tempo, ed oggi con tanti piloti che “fanno a gara ” pur di avere il più bello e/o personalizzato.
Si è passati dai caschi anni 70, primi 80, piuttosto “semplici” nelle grafiche con adesivi rettangolari e/o quadrati con grafiche scarne, a quelli di oggi, molto stilizzati e modificati molto frequentemente.
Mi ricordo alcuni di quegli adesivi che vedevo su quei caschi “vintage”:
la scritta rettangolare Parmalat, che non il perchè ma resta quella che ricordo meglio
ed ovviamente (su tutte in assoluto) la mitica Nacional sul casco del più grande di sempre
le marche degli stessi caschi come la Nova, Nolan, AGV
le aziende petrolifere come AGIP, ERG, Total
la bandiera Svizzera sul casco di Clay Regazzoni
le varie marche di pneumatici per auto, Dunlop, Michelin, Pirelli
le varie marche di sigarette
tutte con grafiche che oggi definirei (piuttosto) semplici, ma le ricordo bene, come spero capiti a molti altri.
Uno dei primi caschi “moderni”.
Nelle auto, oggi, Louis Hamilton sembra essere il più attento, quello che più volte abbiamo visto con un casco diverso nelle grafiche e colori.
La grafica di un casco può essere una dedica ad un altro pilota o una persona cara:
Michele Alboreto indosso’ un casco blu e giallo, come la bandiera svedese, in ricordo di Ronnie Peterson
Jean Alesi, allora giovanissimo, aveva omaggiato Elio de Angelis sul suo casco
Teo Fabi volle ricordare Peter Revson quando correva nella Formula Indy
Philippe Alliot con una A rossa e blu volle ricordare Chris Amon, pilota neozelandese
Alex Caffi con il suo casco con fondo rosso con fregi color oro, un omaggio a Giacomo Agostini e i suoi 15 titoli mondiali.
In un recente passato ce ne sono state molte altre, alcune forse meno note, spesso fatte da un pilota ad un collega, un amico, ricorderei il caso di Piers Courage e Jochen Rindt, due amici fraterni.
Con Courage che morì nel GP d’Olanda del 1970, subito dopo il collega ed amico volle correre con il suo casco per molte gare, togliendoselo un paio di gare prima di perire a Monza.
Suo padre era scomparso il 26 a trentasette anni.
Un amuleto per molti piloti, a tal proposito ricorderei quanto occorso ad Ascari, molto probabilmente il pilota più superstizioso di sempre.
in un qualsiasi mese, in quel giorno preciso, dimenticò a casa il suo casco (che per lui era un vero e proprio amuleto), quello che lo aveva sempre accompagnato, perì in quel giorno, un 26, come accadde al padre.
Alle volte il caso, talvolta una data.
Come poi riuscissero a vederci con quelle visiere poco ampie, spesso delle ridotte strisce trasparenti, o come con il casco qui sopra.
Oggi la tecnologia per i caschi da pilota professionista ha raggiunto livelli molto alti
partendo dagli anni 90 quando dopo il luttuoso incidente capitato ad Ayrton Senna, sono stati incrementate sia la sicurezza sulle auto che sui caschi.
Nino Farina nel 1950.
Partendo dal nuovo dispositivo introdotto nel 2003, l’HANS (Head and Neck Safety)
“appoggiato” all’abitacolo, subito dietro le sue spalle, molto utile per limitare gli spostamenti della testa del pilota in caso di impatto, riducendo al minimo possibili lesioni.
Il peso di un casco è oggi intorno a 1,25 chilogrammi, realizzato in fibra di carbonio, aramide e polietilene.
Caschi da pilota ed aste
Più o meno recentemente alcuni caschi, insieme a tute ed altri oggetti usati da alcuni piloti, sono stati battuti in un’asta, ed alcuni raggiungendo cifre significative, Ti propongo il link.
Alcune curiosità sui caschi da pilota:
erano spesso legati all’abitacolo con una piccola catena, per compensare i fortissimi carichi che il collo di un pilota doveva sopportare.
I caschi “moderni” sono sottoposti a dei crash test specifici, migliorando la qualità anche di quelli che possiamo acquistare in un negozio.
Sulla personalizzazione dei caschi si è cimentato un giovane ragazzo italiano, Massimo Dante, Ti propongo un link.
quelli vintage