Italjet Ranger, un treruote biposto, due ruote motrici al posteriore, un bicilindrico a due tempi, raffreddato ad aria forzata.
Stavo pigramente sfogliando una delle mie vecchie riviste, un “Motociclismo Tutte le Moto del Mondo del 1982″, e mi ha incuriosito.
Italjet Ranger, condivideva il suo motore con il motocarro della Piaggio, l’Ape.
Dalle solo foto si può capire che le dimensioni degli pneumatici fossero importanti, tutte 22 X 11,00-8, e credo fossero non facili da trovare, se non espressamente ordinate.
Siamo ad agosto, in estate, in altri post Ti ho proposto alcune “spiaggine”, e questo mezzo credo possa capitare a fagiolo 😉 .
Specie considerando il fatto che uno dei primi che vidi era su una spiaggia, nei primissimi anni 80, forse l’ottantatre.
Credo che a guidarlo fosse un bagnino, non tanto per una specifica divisa, ma per quella canottiera con scritto bagni Marisa e quel suo fare piuttosto tipico 😉 .
I tre ruote, sino alla fine degli anni 80, primissimi 90, sembravano andare di moda
se ne vedevano abbastanza, specie nelle località turistiche, ma ultimamente non ricordo il tempo di vederne uno.
Non che ne abbia visti poi chissà quanti d’altri, quelli circolanti erano quasi tutti di altre marche, ai tempi il marchio Italjet non sembrava essere così diffuso e distribuito.
Nel 1984 anche la Piaggio
aveva provato a studiare un ciclomotore a tre ruote, derivato dalla Vespa e molto simile al MP3 che avremmo visto qualche anno dopo.
Un marchio creato da Leopoldo Tratarini.
ex valido pilota, lui e la sua famiglia erano concessionari ufficiali dell Ducati e prima della Moto Guzzi, dotato di un certo estro e fantasia.
Si pensi al suo Go Go (link interno), un ruote basse ed uno dei ciclomotori più particolari, quello con gli occhi sul serbatoio per capirci.
Come il Pack 2, esposto al MOMA di New York, in pianta stabile e l’unico due ruote ospitato in quel museo.
Ricorderei anche almeno altri due modelli che definire particolari è poco, lo Scoop e l’Amarcord.
Ma torniamo all’Italjet Ranger.
Oggi siamo abituati a chiamarli quad, negli anni 80 triker, si è passati da mezzi da tre ruote a quelli a quattro che siamo, più o meno, abituati a vedere oggi.
E pensare che i primi a pensarci, per poi produrli, furono i Giapponesi
quelli che abitavano nelle più estreme regioni montane del Giappone, dove gli agricoltori avevano non poche difficoltà nel muoversi su alcuni terreni, scoscesi e rocciosi.
Loro li definirono ATV, all terrain vehicle, mezzi per tutti i terreni.
Fra i marchi a crederci per primo fu la Honda, nei primissimi anni 70, li importò subito negli USA dove riscossero subito un forte successo.
Con una non sottile differenza, facendoli diventare dei mezzi per il puro divertimento, l’esatto contrario di quanto accadde in patria.
Mezzi molto affidabili, solidi, con pochi problemi, se non quelli legati ai primi tipi di pneumatici che montavano.
Seppur fossero fondamentali quando utilizzati su certi tipi di terreno, garantendo una buona aderenza e trazione, ma avevano il problema di non essere riparabili, tendendo a lacerarsi con una certa facilità.
Sino al 1975 quando entrarono sul mercato nuove coperture, ben più solide, rinforzate con una intelaiatura interna molto più forte e duratura.
Leopoldo Tartarini doveva aver capito che quei mezzi potessero essere venduti anche in Italia
in fondo avevano già avuto successo in Giappone e negli USA, cosa avrebbe mai potuto impedire che anche da noi potessero funzionare?????
Tutto sommato possiamo dargli ragione, appena proposto sul mercato il suo trike cominciò ad essere ordinato, non proprio in numeri consistenti, ma gli permise comunque di far conoscere ancora di più il suo marchio, e di farlo distinguere da molti altri.
Che fine fece l’Italjet Ranger???
Con il passare degli anni, dopo che oltre alla Honda altri marchi scelsero di proporre mezzi simili, il suo Ranger finì in una sorta di oblio, sostituito da mezzi considerati più moderni, con motori specifici e non derivati da quelli di un Ape Piaggio.
Perchè quel motore, lo stesso che dotava uno dei mezzi commerciali più diffusi in Italia
fu la principale critica mossa alla Italjet e al suo Ranger, spesso anche con “accuse” di plagio e di aver utilizzato dei motori indiani “rivisitati”.
Ma lascio ad altri le polemiche, a me interessa ricordare un marchio e l’intuito avuto nel voler proporre quel tipo di motociclo in Italia, molto prima di altri.