Suzuki GT 750 S Vallelunga
mentre sfogliavo una vecchia rivista sulle moto da corsa, una di quelle che non mi sarei mai sognato di prendere in mano, ma mi era caduta mentre prendevo un libro.
La sfoglio e boom mi capita sotto gli occhi questa moto, la prima cosa che ho provato è un certo stupore, non la conoscevo, non potevo evitare di leggermi la sua storia.
Non era una versione di serie.
Non direttamente realizzata nel paese del Sol Levante, ma frutto del lavoro fatto da una azienda Italiana la SAIAD di Torino, dal 1973 al 1975.
Come base utilizzarono una moto di serie, la Suzuki GT 750, approntandola per dei loro clienti che partecipavano alle gare di Endurance, che erano quasi tutti piloti “privati”.
Modificata appositamente per il mercato italiano.
Anche considerando il fatto che la stessa casa giapponese rivolgesse altrove le sue attenzioni, preferendo concentrarsi su un mercato più grande, con maggiore visibilità, quello USA.
La SAIAD era comunque l’importatrice ufficiale del marchio in Italia, conosceva molto bene quelle motociclette giapponesi, sapeva dove e come mettere le mani.
Il loro primo intervento riguardò la luce dei cilindri.
Ottenendo subito un discreto incremento della potenza, quantificabile in circa 10 cavalli, un incremento sostanzioso, migliorato ulteriormente da tutte le altre modifiche fatte sulla carrozzeria.
Suzuki GT 750 S Vallelunga, la ciclistica sembrò subito non necessitare di grandi modifiche.
Vennero mantenuti i freni a disco, già più che sufficienti, così come la forcella telescopica a steli scoperti, gli stessi che dotavano la versione “base” introdotta nel 1972.

Persino gli adesivi sono stati tutti sistemati, portandoli perfettamente al come fosse negli anni 70.
Privarono la moto di molti di quelli che per loro sembravano solo degli orpelli, che la appesantivano troppo:
dai parafanghi in acciaio
gli specchietti ed indicatori di direzione
la lunga sella sostituendola con una più piccola e monoposto.
Riuscendo così a risparmiare 55 chilogrammi, infatti la loro versione pesava (circa) 190 chilogrammi contro i 245 della versione dalla quale derivava.
Per riuscirci si affidarono ad uno dei maggiori esperti di allora, Angelo Menani, fu infatti lui a realizzare molte delle nuove componenti che alleggerirono la moto.
Suzuki GT 750 S Vallelunga, nella sua prima versione debuttò nella Coppa Cecere
una 500 chilometri su un circuito nei pressi di Roma, la data era il 04 marzo del 1973, nella gara inaugurale della stagione motociclistica italiana.
Cecere era un giovane corridore (ex pilota Alitalia) che perì in gara su quello stesso circuito.
Alla guida dei due esemplari presenti due piloti provenienti da Milano, Renato Galtrucco e Vanni Blegi, entrambe provenienti dal team Triumph Koelliker.
Vinsero la competizione, senza peraltro penare troppo, la moto si dimostrò subito veloce, affidabile, e soprattutto vincente.
Il successo nelle competizioni convinse la dirigenza dell’importatore ufficiale a produrne un certo numero, presentandola nell’aprile dello stesso anno.

L’esemplare perfettamente restaurato dalla Soiatti Moto classiche di Novara visibile nella parte anteriore.
“Aiutati” dalla stessa Suzuki
che volle “certificare” questa ottima moto con una apposita ed ufficiale brochure pubblicitaria, facendola percepire come una moto da loro direttamente prodotta.
La moto che correva era dotata di uno scarico dedicato, differente da quello visibile su quella brochure, realizzato dal Figaroli, personaggio noto a chi correva, una garanzia quindi.
Per poter correre nelle gare per le derivate di serie.
Doveva essere prodotta in un numero minimo, la SAIAD ne produsse cento esemplari, esattamente il numero minimo.
Nel 1973 con un prezzo di listino di 2.000.000 di Lire, in una versione “più definitiva”, più curata, rispetto a quella che vinse quella gara.
Il colore uno solo, un bel blu acceso, visibile anche sul catalogo ufficiale della Suzuki.
Nelle foto, trovate su internet, un esemplare perfettamente restaurato, la numero 35 delle 100 prodotte, realizzato dalla Soiatti Moto classiche di Novara.
Un lavoro molto lungo e meticoloso, l’esemplare da loro trovato non pare non versasse in eccellenti condizioni, specie il motore che fu la parte che richiese il maggior dispendio di tempo.
Suzuki GT 750 S Vallelunga, le varie parti ammalorate sono state tutte sistemate
con il preciso intento di mantenerla il più originale possibile, come la marmitta, che decisamente ammaccata ha comportato un lavoro certosino per riportarla all’originale.
Sinceramente una delle moto più belle che abbia mai vista.
Non recentemente ne era comparsa una in vendita, qui nel link.
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