La Alfa Romeo Giulia Spider prototipo, ho una certa passione per i prototipi, e fra molti di questi ci sono auto che continuo a chiedermi i perché non le abbiano mai prodotte, cosa li abbia fermati.
Da quanto letto, percepito, pare che a non far produrre questa versione scoperta della Giulia furono dei numeri.
Quelli della catena di montaggio della Giulia berlina e GT, che stavano dando risultati (molto probabilmente) inaspettati, gli stessi che “saturarono” le allora capacità produttive dello stabilimento di Arese.
Cosa che avrebbe necessariamente portato la produzione di questa versione in uno stabilimento “esterno”, con estrema facilità in quello della Pininfarina.
Inizialmente, nelle intenzioni.
Si voleva che quello stabilimento potesse sviluppare e poi produrre anche le versioni speciali dei suoi modelli di grande serie, cosa confermata anche dall’appoggio del Centro Stile.
Questa è da parecchio tempo che mi fa porre quella domanda, e credo di non essere il solo a farmela.
A creare ancor di più un certo pathos, è il sapere che questa auto fosse finita nel deposito di un demolitore, quello che definirei (fortunatamente) una persona intuitiva, capace di conservare un mezzo simile.
La Alfa Romeo Giulia Spider prototipo, insieme ad altre Auto.
Si trovava abbandonata in un magazzino del portello, rimasta li sino alla metà degli anni ’80, “riscoperta” quando si seppe che quei locali andavano liberati.
Uno dei primi ad essere contattati fu il RIAR Registro Storico Alfa Romeo, che impossibilitato ad accaparrarsi quelle vetture decise di fare un accordo con quel demolitore/conservatore.
Fra i due soggetti c’era un accordo fra gentiluomini, dove veniva data la possibilità di cedere una o più di quelle auto, anche per le solo parti di ricambio.
La Alfa Romeo Giulia Spider prototipo e qualche numero…..
AR 10503 00002 dove:
AR Alfa Romeo
10503 era la sigla del progetto
00002 indicava il secondo esemplare prodotto.
Un’auto che proveniva direttamente dal Centro Stile Alfa Romeo, una sua creazione.
La Alfa Romeo Giulia Spider prototipo, venne acquistata da un grande collezionista italiano.
Il Signor Corrado Lopresto, che conosciamo per essere il proprietario di altre auto bellissime e rare.
Leggevo qualche anno fa, su una rivista, che non fu facile risalire alle origini dell’auto, tanto che vennero fatte alcune ipotesi sui chi la avesse realizzata.
Il compito venne assegnato ad un noto appassionato ed esperto di Alfa Romeo.
Maurizio Tabucchi che iniziò con il visionare l’auto prima che ne iniziassero il restauro.
Della versione originale è stato mantenuto tutto quello che era possibile, partendo dalla tappezzeria interna all’originale color bronzo metallizzato, scoperto sotto una successiva colorazione bianca.
Cercando ho letto che secondo alcuni questa auto poteva essere opera di Michelotti.
Ma il figlio del grande carrozziere italiano, lo stesso che dopo aver verificato nell’archivio di famiglia, ha dato parere contrario.
Una delle cose che ritengo fra le più importanti è che dopo la perizia emersero due nomi, gli stessi che alcuni indizi lasciavano pensare che avessero disegnata quell’auto.
Il Signor Tabucchi trovò che alcune parti ricordassero un prototipo già visto in precedenza, specie guardandone le fiancate, il parabrezza, e la forma della capote.
Bertone e Giorgetto Giugiaro, quando lavoravano ancora insieme.
La parte meccanica dotata di freni a tamburo, il motore ed il cambio della Giulia, con il freno a mano posizionato sotto il volante come era sulla Giulietta.
Qualche tempo dopo, per provare a togliersi ogni dubbio su “La Alfa Romeo Giulia Spider prototipo”.
Venne fatta una ulteriore perizia, la stessa che vide come protagonista Wolfang Egger, che a sua volta coinvolse anche il Centro Stile Alfa Romeo.
Da questa emerse che le due parti, frontale e coda, le stesse che avevano creato i maggiori dubbi, non date le certezze volute, erano state modificate da un’altra matita.

Davvero molto bello il paraurti cromato diviso in due parti, con la mascherina sempre cromata in bella evidenza.
Quella di Ernesto Cattoni.
colui che molto probabilmente oggi siamo più abituati a leggere e riconoscere per una delle sue vignette umoristiche.
E in un dato periodo, il nostro Sig. Cattoni aveva lavorato proprio per l’Alfa Romeo, presso il Centro Stile della casa milanese.
A confermare la cosa il ritrovamento di un suo disegno dell’epoca.
Vorrei provare a dire la mia.
Provando subito a paragonarla con una altra bellissima cabrio, sempre dell’Alfa Romeo, la Duetto, ma ho trovato alcune difficoltà nel poterlo fare.
In primis perché questa è una derivata, un prototipo nato avendo come base un’auto in produzione, si splendidamente modificata e (lasciatemelo pensare) persino migliorata.
La prima versione del Duetto è senza alcun dubbio un’auto iconica, quella che identifica un certo periodo, una certa Alfa Romeo, la stessa vettura che contribuì a consolidarne il nome anche fuori dai nostri confini.
Se la La Alfa Romeo Giulia Spider prototipo fosse stata prodotta avremmo poi visto il Duetto ????
Non ne sono tanto convinto, basandomi sui dati, gli stessi che ne fermarono la realizzazione finale, la sua indovinatissima estetica, sul come la Giulia fosse diventata quell’auto amata e desiderata.
Mi dispiace ????
Ovvio, 😉 e non solo perché pare che ci fosse fra i protagonisti la Carrozzeria Bertone, ma in quanto chiunque guardandola non penso possa avere dei dubbi.
Come la sua storia, il come siano riusciti a scoprirne le origini, le persone coinvolte.
Mi piace molto, credo di poter essere capito.