Macchinine a trazione umana, ero alla fiera annuale del paese, mentre passeggiavo con la cara moglie arriviamo nel parcheggio della palestra, quel giorno era stato convertito a spazio espositivo.
Mentre stavamo uscendo mia moglie mi chiama con voce alta visto che stufo avevo allungato il passo, vieni a vedere.
Le foto non sono un granché, lo so, ma non avevo con me la fedele macchina fotografica, perdonami 😉 .
Li ci troviamo davanti a queste Macchinine a trazione umana ( non so come potrei chiamarle altrimenti), c’erano un paio di bambini che si stavano cimentando a percorrere il piccolo percorso.
Facendo evidentemente una discreta fatica.
Con i loro genitori che li invogliavano a darci dentro, molto probabilmente non sapevano che fatica si facesse a farle andare avanti.
Dunque, a memoria, dovevamo essere ad Alassio ed all’incirca avrò avuto otto o nove anni, poco distante dall’albergo c’era una specie di parchetto, in quei giorni erano arrivate alcune attività erranti.
Alcune bancarelle con mercanzia varia……………….
quasi tutte con abiti ed accessori vari………
le “solite” bancarelle con dolciumi ed articoli di vario genere………….
in fondo al viale c’era una roulotte piuttosto grande.
Macchinine a trazione umana, passeggiando io e il papà ci arriviamo.
Li troviamo un percorso improvvisato, delimitato da dei vecchi secchi di pittura e una vecchia corda, la linea di partenza con un vecchio telo e la scritta start, scritta pure male.
Vuoi provare ??? Ma come si fa non ci sono mai salito, intanto arrivava il proprietario che con la mano mi invita a seguirlo.
Lo faccio, tanto ero lì con il mio papà cosa mai poteva capitarmi…..
Mi spiegò che dovevo tirare avanti ed indietro il volante spingendo sia con le braccia che con le gambe.
Nel frattempo arriva un altro ospite dell’hotel, quello con il quale in spiaggia ci fu un momento piuttosto difficile, se mia sorella come spero dovesse leggere capirà.
Eravamo sul litorale e lei mi chiamò, nel frattempo l’altro con alcuni bambini stava giocando a pallone, la palla cadde vicino a mia sorella allora seienne.
Le disse muoviti dammi la palla che devo segnare, siamo quasi alla fine, lei non lo ascoltò, sto pirla le si fece vicino ed iniziò a spingerla in acqua tenendola sotto.
Appena vidi la scena corsi e appena arrivato iniziai a dargliene così tante ma tante.
Intervennero i nostri genitori e mio padre con il suo solito aplomb fece notare al padre della bestia che si fosse comportato molto male, da sgarbato e prepotente, uno screanzato (conobbi quella parola proprio quel giorno).
Intanto mia sorella piangeva ed io vedendola farlo mi ero incavolato ancora di più, tanto che ripartii ed iniziai nuovamente a menarlo.
Quella sera ci scambiammo uno sguardo di sfida, i nostri genitori pagarono il dovuto invitandoci a stare calmi.
Seee stare calmi, iniziammo a muoverci convulsamente, non potevo farmi battere da quello screanzato, lui nemmeno non sembrava volersi arrendere.
Alla fine non vinse nessuno, se non il farmacista che fra Lasonil e materiale per escoriazioni ci guadagnò qualcosa.
Due nevrastenici invasati, che si urtavano prendendosi a gomitate, finendo per avere per i successivi due giorni forti dolori ai muscoli.
Quelle Macchinine a trazione umana.
Le ricordo piuttosto dure “da mandare avanti”, ci si doveva mettere forza e sincronia, come non dimentico le mezze risate di due padri sul ciglio di quel percorso improvvisato.
La sera successiva dopo una delle migliori proposte che si potessero fare a dei bambini….. andiamo a mangiare un buon gelato (???) ricapitammo lì ma ne io ne altri bambini di quell’hotel ci salimmo.
Continuammo a passeggiare, io e quell’altro guardandoci in cagnesco e mimando minacce di continuo, vigilati dai nostri genitori che le sopivano appena riuscivano a percepirle.
Bon un altro ricordo, stavolta per merito della cara moglie che se non mi avesse chiamato e fattomi tornare indietro non credo avrei mai scritto.
Spero Ti sia piaciuto, aha 😉 😉 Ti ricordo che sul blog c’e’ la pubblicità ed avrei delle spese 😉 😉 😉 .