Fridolin Tipo 147, questo furgone lo vidi per la prima ed unica volta in un garage in Germania, ed era lì da una vita viste le condizioni.
Ero andato in quello sperduto paese della Baviera per vedere un cane.
Un bel maschio di Rottweiler, quello che avevo considerato perfetto per la mia amata femmina.
Il proprietario era un signore molto garbato piuttosto avanti con gli anni, con noi c’era un mio amico che diceva di sapere bene il tedesco, che lo usava spesso con i suoi clienti stranieri.
Bho sarà stato l’accento ma quel giorno non sentii sto gran parlare 😉 😉 .
Mentre il suo cane era fuori nel suo giardino ci invitò a metterci dietro il cancellino vicino al garage, il cane ovviamente non ci conosceva e quindi acconsentimmo volentieri.
Fridolin Tipo 147, ricordo come se fosse oggi il timore dimostrato dal carissimo Oliviero.
Persona fra le più buone e gentili che abbia mai conosciute, proverò a scriverlo come lo disse lui, nel suo dialetto bresciano from Valsabbia.
Chel le le mia en cà, el somea ad en vedel so mia come el fase a tegner en bistui del gener, me sto che visì a sto cancili ma sa fide mia, el me da mia sta gran fiducia, no prope no.
All’andata per un certo tratto volle guidare lui, e mentre andavamo stufatosi della media oraria altrui inizio ad accelerare e sfanalare chi c’era davanti.
Da un’uscita laterale uscì un agente in moto che si fece subito vicino alla nostra auto invitandoci a seguirlo, appena usciti da una galleria e con un italiano stentoreo ci disse che non si poteva fare così.
Mi inventai qualcosa e riuscii a convincerlo a non darci la multa, due barzellette e una qualche battuta ci permisero di proseguire serenamente il nostro viaggio.
Ma torniamo a quella autorimessa.
La serranda era abbassata a metà, impossibile non vedere quel grosso oggetto coperto da una vecchia coperta e qualche telo, con discrezione chiesi all’amico di domandargli cosa fosse.
Da quanto tradotto/interpretato dal mio accompagnatore ci disse che lui era un postino in pensione, quando lavorava aveva utilizzato per anni un modello simile, cosa che lo convinse a trovarne uno e metterselo in garage.
Fridolin Tipo 147, aveva senza dubbio bisogno di molte coccole.
Cosa che fu evidente una volta tolte le coperture e senza bisogno di alcuna traduzione.
Quel giorno, dopo che noi quattro andammo a mangiare qualcosa a mezzodì, ci saremmo rivisti nel primo pomeriggio e così accadde.
Ci ricevette nel salottino di casa seduto vicino ad un tavolino tondo, sopra c’erano alcuni libri e riviste con una aperta davanti a lui.
Iniziò a sfogliare ed arrivando ad un album fotografico con istantanee piuttosto datate, era lui con la sua divisa da portalettere, alcune con lui vicino ad un furgoncino identico a quello nella sua rimessa.
Intuimmo una certa malinconia e deviammo il discorso sul suo bellissimo cane, chiacchierando per una buona oretta per poi ripartire subito e tornare verso casa.
Sono passati più di dieci anni, come parrebbe logico supporre non rividi più quel signore, un ricordo.