Ferrari Zagato 250 GT.
Un esemplare “speciale”, lo stesso che permise a Camillo Luglio di conquistare il Campionato Italiano riservato alle vetture GT (1957), rivincendolo poi una seconda volta.
Mi scuso subito per le foto 😉 😉 …….
Risultati che spinsero Enzo Ferrari ad offrirgli una guida nel suo team di F1, che rifiutò perché convinto che per un gentlemen driver diventare un pilota professionista avrebbe comportato troppe rinunce e sacrifici.
Una versione allestita dalla Carrozzeria Zagato.
Negli anni cinquanta la carrozzeria milanese di via Gallarate era fra quelle che “vestivano” le Ferrari, molte di queste poi consegnate ai soci della Scuderia Sant’Ambroeus tra i cui fondatori c’era lo stesso Elio Zagato.
Una formazione non composta solamente da persone benestanti ma da molti dei migliori piloti di allora, gli stessi che sapevano di essere supportati da un team con importanti disponibilità economiche.
In un periodo in cui erano pochi gli sponsor generosi sapere di poter contare su una Scuderia così……….
Fra i soci e attivissimi promotori c’era Eugenio Dragoni.
Persona molto conosciuta nell’ambiente, lo stesso che instaurò un profondo rapporto con il Drake, che viste le capacità negli anni sessanta lo fece diventare Direttore Sportivo.
La Ferrari Zagato 250 GT auto con numero di telaio 0665 GT, venne venduta quattro volte.
La prima volta dallo stesso Luglio in permuta per un’altra Ferrari…..
Passò a Vladimiro Galluzzi (sempre team Sant Ambroeus) a 4.200.000. Lire che; dopo una revisione generale fatta alla Zagato; le cambiò il colore con un rosso scuro metallizzato…..
Dopo un anno di gare il Galluzzi la vendette negli USA dove lì rimase per diversi anni.
Acquistata da Peter Kaus fondatore del museo “rosso bianco” di Aschaffenburg, che non esitò a riportarla subito al suo colore originale, nera con il tetto argento.
Una curiosità, Vladimiro Galluzzi possedeva già un’altra Ferrari 250 GT.
Sempre allestita dalla carrozzeria Zagato, ma differente da questa sia nella carrozzeria che per quel blu Lancia abbinato ad un bianco panna sul tetto.
Rispetto alla versione “originale” disegnata da Pininfarina e realizzata dalla Scaglietti, la Zagato era una tre volumi contro la due volumi con coda fast back.
Ferrari Zagato 250 GT, dalle foto si noteranno subito le due gobbe sul tetto.
Una firma per un’auto uscita dalla Carrozzeria Zagato, i fanalini posteriori “presi in prestito” da una Fiat 1100 103D, bellissimo il tappo cromato a scatto per il carburante.
Cosa che non deve stupire nessuno visto che questa Ferrari Zagato 250 GT era un esemplare unico, e visti i costi non vi fu nulla di sbagliato nell’utilizzare alcune parti prese da altre auto, farsi costruire dei fanali per un solo modello avrebbe avuti costi impensabili per l’epoca.
Cosa che comunque abbiamo vista ripetersi negli anni successivi per alcune auto e fra queste delle supercar, era una prassi.
Identica la strumentazione interna, con tachimetro e contagiri dalle generose dimensioni, un volante con un diametro considerevole mancando il servosterzo.
Il motore un V12 montato sull’anteriore, 2953 cc e 250 cavalli a 7400 giri la potenza massima, cambio a cinque marce e trazione posteriore.
Tubolare il telaio, indipendenti la sospensioni anteriori e un ponte rigido sul posteriore, tutti e quattro i freni a tamburo.