Renault 4cv Resort.
Rieccoci anche con le spiaggine e subito dopo aver ripreso il discorso anche con le microcar.
Con una vettura prodotta dalla casa francese in strettissima collaborazione con la Ghia, partirei con il considerare l’aspetto di questa spiaggina che altro non è che una versione modificata di un’auto presente e ben distribuita sul mercato di allora.
Renault 4cv Resort rispetto ad alcune di quelle proposte sinora……
Non venne fatta allestire da un qualche imprenditore per se o da donare ad un amico facoltoso, ne la sua carrozzeria è lontanamente considerabile come un modello unico.
Sicuramente con una discreta abitabilità, la stessa che aveva la berlinetta di serie francese, priva del tetto e di tutte le portiere sostituiti da un telaietto che sorregge una tenda in tessuto.
Renault 4cv Resort, nuovi anche i sedili.
Molto simili nelle loro coperture in vimini a quelli che avremmo visti montati su un’altra spiaggina del periodo.
Con un motore di 760 cc, lo stesso che montava l’auto proposta negli anni ’60 dalla casa francese, un quattro cilindri con una ventina di cavalli di potenza ed un cambio a tre velocità.
La Renault 4cv Resort e la berlina “base” questa fu la sua ultima e più accattivante versione
Nonostante avesse un prezzo di listino che era quasi il doppio di quello dell’auto di serie, cosa che credo ne avesse inficiata profondamente la diffusione visto che ne produssero all’incirca soli 50 esemplari.
Numeri lontanissimi da un modello che segnò profondamente la produzione Renault.
uno dei più venduti di sempre e il primo ad aver raggiunto il milione di esemplari e quei 50 sembrano davvero troppo pochi sinceramente.
Alcune delle foto di oggi sono state prese da un esemplare proposto in vendita in un’asta, lo stesso che come ben precisato fu prima completamente restaurato.
Ha raggiunto quotazioni degne di nota.
Cosa più che ragionevole considerando che di quei quasi 50 esemplari non si sappia con certezza quanti ne siano rimasti.
Renault 4cv Resort, personalmente mi piace ma più per l’idea che non per il suo aspetto.
Convinto che questo genere di auto in un dato periodo potesse far gola non solo al ricchissimo di turno, ma anche a chi poteva si spendere una cifra considerevole ma mai nemmeno lontanamente paragonabile all’esborso necessario per farsi approntare un modello unico.
Così come una maggiore diffusione avrebbe creato un nuovo settore; si piccolo e “stagionale”; ma nulla mi vieta di pensare che ne avremmo potute vedere oggi di diverse e in buon numero.
Pur vero che la stessa Renault………….
Prima con la Rodeo e successivamente con la R4 Frog ci avesse provato, così come con un altro modello che vedremo più avanti.