Bertone ZER .
Un’auto elettrica che sul circuito di Nardò riuscì a percorrendolo con una media vicinissima ai 200 km/h.
In quell’ora la media raggiunta fu di 199,884 km/h un record nella categoria per le auto con un peso da 500 a 1.000 chilogrammi, senza emettere alcun rumore se non quello provocato dal rotolamento degli pneumatici e lo spostamento d’aria, senza nessuna emissione.
Un bolide elettrico da record, sviluppato e costruito dalla Bertone.
Una carrozzeria aerodinamica montata su un telaio leggerissimo, disegnata da Eugenio Pagliano (era uno dei responsabili del design interno ed esterno della Bertone), impiegata dal 1994 al 1995.
Alla guida della Bertone ZER (Zero Emission Record) un giovane studente venticinquenne di ingegneria, Oscar De Vita.
La guidava praticamente da sdraiato ed indossando una speciale tuta acido-resistente.
Le catene di trasmissione facevano un fracasso tale da impedirgli la ricezione delle comunicazioni dai box (il più delle volte non si riusciva nemmeno a sentirle figuriamoci comprenderle).
Una visibilità distorta alle alte velocità dovuta dall’ eccessiva inclinazione del plexiglass, riuscendo a vedere solo davanti e non lateralmente.
Un‘auto costruita per „correre sul dritto“, si riusciva a sterzare sfruttando la sopraelevazione delle curve.
La trasmissione era diretta senza frizione.
Un pulsante per la velocità che accendeva e spegneva (senza gradualità) l’auto.
Montava il solo pedale del freno ed un pulsante per il paracadute/freno.
21,8 cavalli con un CX di 0,115.
Spinta da 36 accumulatori al piombo/acido (sistemati sul fondo del veicolo).
Il sistema elettronico; affinché l’auto si mantenesse il più diritta possibile; tarava (molto) rigidamente le sospensioni una volta raggiunte le velocità più alte.
La gestione elettronica dell’acceleratore, una necessità per mantenere costante la velocità.
Non doveva fermarsi con le batterie scariche (capitò mentre stavano cercando di stabilire il record), raggiunsero tutti i loro obbiettivi solo sette mesi dopo ed una volta “affinato” il tutto, quando sulla stessa pista infransero la barriera dei 300 orari (303,977 km/h) .
Bertone ZER, le 36 batterie (600 chilogrammi il loro peso) prodotte dalla FIAMM, non molto dissimili da quelle allora in commercio.
Esternamente erano più compatte in altezza e leggerezza, internamente l’elettrodo era trattenuto nell’assorbimento da ridottissimi separatori in vetroresina, cinque le ore necessarie per completarne la ricarica.
I suoi freni e gli pneumatici prodotti dalla Michelin espressamente realizzati per la Bertone ZER.
Capaci di garantirgli una scorrevolezza eccezionale e come misura 115/70/16, montati insieme a dei freni a disco (molto simili a quelli utilizzati in F1 ma molto più „sottili“), la carrozzeria asportabile (con un peso di soli 20 chilogrammi) realizzata in composti di vetroresina e nomex .
Il leggerissimo telaio che compreso di sospensioni e sistema frenante raggiungeva i 190 kg.
Da aggiungersi, quello del motore sincrono trifase a magneti permanenti con un regine di 2400 giri/min, che era unito alla trasmissione sulle ruote posteriori da due catene, tutta la parte elettronica ed i componenti dell’abitacolo, il peso totale era di 880 chilogrammi lunga 4,20 cm. e larga 0,99.
Nella foto qui sopra si vedono le sospensioni posteriori con vicina una grossa scatola dell’elettronica.
Quella che conteneva tutti i dispositivi per il controllo e collegata al condotto per il raffreddamento del motore che non poteva mai superare i 60 gradi, il tutto ad un costo di 1.500.000.000. di Lire.

la Bertone VAR in una foto fatta allora mentre cercava di stabilire il record sul circuito di Nardò.
Ricordo abbastanza bene che quando la Bertone propose questa vettura; ai tempi subito considerata futuristica; alcuni pensarono che potesse riprendersi impegnandosi sulle sole vetture elettriche; „ il futuro della Bertone è elettrico”; ma sappiamo come sia andata a finire.
Comments 2
1 Mar 2021 at 15:00
Caro Filippo, i miei complimenti.
Non so come tu abbia fatto a trovare tutti quei particolari, ormai vecchi di oltre 25 anni e che non si possono trovare digitando su google. Hai fatto un lavoro eccezionale!
Se vorrai, potrei raccontarti come è andata l'anno successivo, quando abbiamo superato i 300km/h. Quella si che è stata una avventura, dove sembrava avessimo tutto contro e ti assicuro che fino alla domenica del tentativo registrato, non avevamo mi toccato quella velocità, nonostante i 5 giorni di prove precedenti.
PS. Per dovere di cronaca, la ZER non aveva sospensioni elettroniche che irrigidivano alle alte velocità, ma puramente meccaniche, come si usava allora.
Un saluto
Oscar De Vita
1 Mar 2021 at 15:43
Prima di tutto grazie, le mie fonti sono tutti vecchie riviste e libri, gli stessi 😉 😉 dove erano indicate quelle sospensioni. Io infatti non uso google e spesso ne ho ricevute critiche, spesso feroci da appassionati e o pseudo tali che sostenevano inesatte alcune cose. Io quando scrivo qualcosa mi documento, cerco di leggere per bene tutto il materiale che ho, lo stesso che in un certo buon modo è catalogato e quasi sempre so dove andare a cercare, ce la metto tutta insomma. E' una cosa non facile, o perlomeno non sempre tale, mi creda.
La ringrazio davvero e nuovamente mi ha fatto molto molto piacere.