Street food.
Prima di tutto un sincero augurio.
Possa vedere molte di quelle attività poter ripartire.
Che possa vederci tornare a sederci senza troppi distanziamenti e maschere a quei tavolini tondi.
Che possa vederci tornare ad essere ancora “normali”, che possa risollevare le troppe attività e loro indotto.
E’ passata manco una settimana da quel giorno in cui chiesi un consiglio al caro amico Andrea.
Sul dove mangiare qualcosa senza dover star li a sedermi ed aspettare troppo tempo, una cosa alla veloce visto anche che dopo questi mesi mi ci sono abituato anche più di quanto avrei voluto, sapevo che lui ne fosse pratico e cercasse solo posti con quelle caratteristiche, ovviamente senza dimenticarci che visto il periodo non fosse comunque facile.
Street food, ero in una zona che lui conosce meglio di me.
Se ti accontenti di un panino comunque fatto bene e senza tante creme e cremine, se vuoi una cosa fatta bene ed alla veloce, se ti accontenti di pranzare seduto ad un tavolino in mezzo alle verzure, se non rompi per gli insetti, seeee mi hai rotto, voglio solo mangiare un panino buono ed alla veloce, che poi non fu esattamente così visto che mi sono intrattenuto con loro per almeno un’ora, li seduti sorseggiando io una tonica e loro dell’acqua nella bottiglietta.
Street food, ok ma stai calmo, ti mando su w. Up il posto, vedrai che starai bene, ci sono stato ieri digli che mi conosci.
Dopo averlo ringraziato per avermi segnalato il luogo, per avermi fatto una completissima recensione e garantito che mi sarei trovato bene, ho digitato su google maps l’indirizzo facendo un giro del perdono per raggiungerlo, alla faccia che era vicino 😉 😉 , arrivato mi sono trovato in un piccolo spazio recintato vicino ad una casa e lì quasi nel mezzo una roulotte datata 😉 😉 molto vintage diremmo.
Oramai son qua, vediamo se ha ragione.
Fermandomi da non troppo convinto e chiedendo se potessi sedermi a quel piccolo tavolo rotondo, ben distanziato da quello dove c’era una coppia sulla settantina, che stavano gustandosi un panino pieno di quelle creme e cremine che secondo lui non c’erano, ma sicchè 😉 😉 .
Seduto arriva una gentile signorina con il suo blocchetto, gli spiego in due parole che avevo sentito un mio amico che era venuto il giorno prima e descrivendoglielo capì subito e nonostante indossasse la mascherina intuii un sorriso, non me ne stupii 😉 😉 .
Street food, Ahaha si quel signore che non voleva le creme e cremine ma qualcosa di semplice, si lui, proprio lui 😉 😉 .
Sia così cortese dal portarmi lo stesso panino, sorridendo si fece verso un ragazzo che con la testa usciva da quella roulotte per chiederle l’ordine. arrivava un panino di una tristezza senza fine, prosciutto cotto ed insalata senza null’altro, io imbarazzato le chiesi una bustina di maionese, lei la estrasse subito dal grembiule decorato e me la porse.

Dove poter trovare; per fortuna; prodotti tipici di una data zona, dove poter trovare persone e cose del posto.
Mangiato quel panino mi misi li a guardare il telefonino, i dati instagram e del blog visto che altro non avrei saputo che fare.
La signora del tavolo accanto mi diede una rivista, io garbatamente la ringraziai mentre lei mi chiedeva se fossi di quelle parti, tralasciando i convenevoli iniziammo a scambiare due parole, loro erano entrambe in pensione dopo aver lavorato per quasi 42 anni nei mercati con il loro camion dei formaggi e prelibatezze mantovane.
Street food, gli domandai se ne sentissero la mancanza pur capendo che certe alzatacce non fossero sempre piacevoli.
Forse lei ha una visione “romantica” di quel tipo di lavoro, immagino che pensi subito al prodotto tipico, a Mela Verde e chissà quali gioie.
Street food., mi colpì quel Mela Verde 😉 😉 .
Spesso capitava di partire ed andare sempre nello stesso posto che il mese prima ti aveva fatto fare un buon cassetto e quel giorno nonostante non piovesse di gente ne arrivava poca, alla fine della giornata oltre ad essere stanco sapevi che le cose dovevi pagarle, Lei capendo che non fossi li per sentire solo disgrazie iniziò a raccontarmi qualcosa di quel loro vissuto, delle giornate, le piazze e persone.
Che nonostante sapessero a memoria quanti fossero i mattoni di un dato palazzo e i ciottoli di una piccola piazza a loro piaceva farlo, che erano orgogliosi di aver sempre venduto solo prodotti italiani acquistati da piccoli produttori, con il braccio sfiorò quello del ( succube 😉 😉 ) marito che annuì senza proferir parola.
Ordinati i caffè guardavo l’orologio sapendo che si fosse fatto tardi, pochi minuti dopo ed aver pagato il tutto li salutavo e ripartivo.
Appena salito sulla mia auto chiamavo l’amico ed iniziavo a raccontargli quello che in quasi un’ora mi avevano detto quei marito e moglie, con maggiore dovizia di particolari rispetto a quanto ho qui scritto, ma altrimenti sarei stato troppo lungo temo 😉 .
Panino senza tante creme.