Bizzarrini e Lamborghini.
Quanto andrai a leggere.
Deriva tutto da mie lunghe e precedenti letture sulla storia di Ferruccio Lamborghini, con un importante aiuto datomi dall’ultimo mio libro acquistato domenica 22 giugno 2021, al mercatino di Asola in provincia di Mantova.
Quando Lamborghini tornò a casa….
dopo un colloquio per Lui “fragoroso” con il Drake .
E poco dopo quello avuto con il suo capofficina nel reparto montaggio trattori.
Esclamò ai suoi familiari “da domani anche noi faremo le auto”.
La frizione montata sulla Sua Ferrari che non lo soddisfaceva, andò direttamente a casa di Enzo Ferrari.
Non ricevendo la risposta che si aspettava e dopo aver fatto abbondante anticamera nella sala d’attesa.
Tornato verso casa passò subito nel suo stabilimento per chiedere consiglio ai suoi, scoprì che una molto più economica frizione da trattore potesse essere “adattata”.
Ovviamente considerandone e confrontandone subito i prezzi e la facile reperibilità.
Ma questa è tutta un’altra storia, quel poco che ho scritto e che potrei benissimo approfondire mi serve solo per far comprendere il rapporto fra Bizzarrini e Lamborghini.
L’ingegnere Livornese laureatosi a Pisa, con una tesi su un motore a quattro tempi raffreddato ad aria, che lo fece arrivare al reparto Sperimentazione della Alfa Romeo (1954) e li lavorarci per qualche anno.
Lui che spinto da una fortissima passione decise di rinunciare alla sua carica di giovane professore universitario.
Bizzarrini e Lamborghini, due fra i miei personaggi preferiti.
Dotati di determinazione, fantasia e capacità, che il destino volle vicini quando a “quel domani faremo anche noi le auto” seguì lo studio e lo sviluppo di un nuovo motore, Ferruccio lo lasciò fare, senza porre troppi veti e o problemi, volendo fidarsi sin da subito.
Lo stesso destino che li fece essere ancora una volta vicini.
Quando Giotto Bizzarrini volle un’auto da competizione per soddisfare i desiderata di un suo cliente, il pilota americano Mike Gamino che gli commissionò un’auto per poter partecipare ad alcune gare nel suo paese.
Doveva essere una veloce auto con motore centrale, scelse un Lamborghini portandone la cilindrata a quattro litri, 430 i cavalli a 8500 giri, un 12V.
Una carrozzeria molto leggera e compatta, lunga 3,99 metri e alta 97 centimetri, con un peso complessivo di circa 40 chilogrammi, che aggiunti a tutto il resto del corpo vettura portavano ad un peso complessivo di soli 700 chilogrammi.
Questa particolare versione appena terminata fu imbarcata e diretta negli Stati Uniti, dove vi rimase.
Ma per provare a capire i perché di questa auto credo davvero sia necessario provare a capire e ricordare qualcosa di più della Storia dell’ingegnere Livornese, collaborò anche con la Ferrari diventandone il responsabile del settore collaudi, lavorando sulla 250 GTO.
Passando alla Iso Rivolta.
- Un rapporto che non durò a lungo visti i dissidi fra il fondatore e l’ingegnere durante la produzione della Iso Grifo.
- cosa che lo convinse a mettersi in proprio, fondò la Sua azienda nel 1964 con il nome di Prototipi Bizzarrini.
- Per poi cambiarlo nel 1966 con Bizzarrini S.p.A.
- Finendo con chiuderne i battenti nel 1969.
Bizzarrini e Lamborghini, un’auto che non doveva necessariamente avere quei numeri per poter partecipare alla categoria prototipi.
Le sue auto pur bellissime e velocissime non stavano riscuotendo i successi sperati, sicuramente non nei numeri lasciandole essere auto per una ristrettissima nicchia di ricchi ed appassionati gentleman driver.
Pochi mesi dopo vennero allestiti altri due telai e sempre con la sigla 538 S.
Con il primo ultimato nello stesso anno, il secondo finito due anni dopo nel 1968, ma equipaggiate con un motore diverso ed impiegate su piste europee, quello che per loro era un motore più “”semplice”” da gestire, lo Chevrolet 8V.
Mi si scuserà l’enfasi e la vigorosa passione che credo siano evidenti.
Ma quando i protagonisti sono per me anche uno solo di quei due nomi il mio scrivere diventa colmo di entusiasmo, ed anche quando so benissimo che potrei scrivere molto di più.
Quando so benissimo che questa auto per molti potrebbe essere molto meno interessante rispetto ad un’altra Bizzarrini fra le più note e citate.
Ovviamente senza dimenticarmi della Bizzarrini Manta, che un allora giovane Giorgetto Giugiaro disegnò, dopo essersi allontano dalla Carrozzeria Bertone ed aver fondata la Sua Italdesign.
Per molti saranno sempre fra i personaggi più “”irrequieti”” della nostra storia motoristica, un aspetto che me li ha sempre fatti apprezzare più di altri, alle volte 😉 .
Degli appassionati di Ascoli Piceno nel 1989 vollero provare a farla rinascere, costruendo delle precise copie delle Sue auto, ma Giotto si oppose.
Ricordato recentemente con il prototipo Bizzarrini BZ 2001, una concept su base Ferrari Testarossa.
Durante la Sua esperienza in Ferrari conobbe un mito, l’Ingegner Carlo Chiti toscano come Lui.
Dopo la travagliata esperienza con il Drake e (specie) Sua moglie fondò la Autostar, specializzandosi nella progettazione di motori e poco dopo conobbe Ferruccio Lamborghini.
La Sua è una storia ricchissima, piena di incontri e rapporti con personaggi straordinari, con molti instaurò rapporti profondi e duraturi.
Proseguì come consulente e progettista, ci si ricorderà della Picchio e la Kiara dei primissimi ’00.
Il rapporto fra Bizzarrini e Lamborghini nacque spinto da certi motivi.
E reciproche convinzioni nel voler fare qualcosa di straordinario, sicuramente interagendo e lavorando con altri nomi importanti, quelli di persone che come loro erano dotati di voglia e desiderio nel fare, dalla 350 GTV in poi, in sei mesi pensarono e crearono quella che per loro doveva essere la prima e vera “anti Ferrari”.
538 S con motore Lamborghini.
Bizzarrini e Lamborghini, concludendo.
Spero di essermi ricordato tutto, certo che qualcosa d’altro l’avrei potuto scrivere, ho fatto ricorso alla mia memoria senza “pensarci troppo”, scrivendo d’istinto e spinto dalla mia fortissima passione per due personaggi che voglio essere ricordati sempre e più spesso.