Salone di Francoforte.
Quando ho iniziato a sfogliare la cospicua pila di riviste che avevo acquistate da poche ore.
Su quella bancarella gestita da una persona avanti con gli anni e che ogni volta mi stupisce per le belle cose che espone ed in quale quantità, chiedendomi quanta pazienza e passione ci vogliano per farlo, in certe domeniche molto meno tiepide di altre o alzandosi così presto per essere li alle 7.30, orario in cui di solito ci arrivo anche io in quel mercatino, ma comodamente, dopo aver parcheggiato la mia auto e con mia moglie iniziare a gironzolare.
Salone di Francoforte, dicevamo.
Queste foto mi sono piaciute subito e specie quella in seconda copertina, quella di una giovane coppia con quello che mi piace definire l’abito della festa, immaginandomene tante altre felici di mostrare la loro auto nuova a funzione religiosa ultimata, davanti casa con i vicini incuriositi e quasi tutti felicitanti.
Ho pensato che alcune delle auto ritratte sia riuscito anche io a vederle dal vivo, non fa nulla se nella maggior parte dei casi i miei siano i ricordi di un bambino e quando questa riviste fu pubblicata non ero nemmeno nato, ricordo i racconti di un amico dei miei che a quei saloni ci andava con una discreta frequenza, individuando ogni anno la sua prossima auto nuova per poi finire con il mandare avanti la sua sino alla fine.
Il Salone di Francoforte, era il primo della stagione.
Non ci sono mai stato, mi sono sempre fatto bastare le foto e gli articoli letti negli anni e con quelle di oggi fra le preferibili che io ricordi, trovandole così coeve, così dannatamentevintage.
Ricordo che da imberbe appassionato comprassi o mi facessi prestare l’ultima rivista per leggere prima di tutto i dati tecnici, provando ogni volta a capire cosa fossero l’alesaggio e la corsa, quel tipo di carburatore e la sua marca, ci provavo anche quando obbiettivamente non ci capivo un benemerito tubo di niente, ma mi ci mettevo comunque.
Salone di Francoforte, ho sempre ritenuti importanti i saloni.
Molto importanti.
Nonostante ne sia sempre stato un fruitore maggiormente da lettore.
Nonostante sia andato negli anni ‚80 e ‚90 qualche volta a Milano o Bologna.
Per poi interrompere drasticamente quelle visite che poco prima erano diventate così abituali, costanti ed attese con entusiasmo diremmo.
Carrozzeria Bertone, Pininfarina, Ghia, Frua, Superleggera, eccecce.
Si leggevano questi importanti nomi quando una loro nuova auto, quando un loro progetto ancora allo stadio di prototipo, venivano presentati al pubblico.
La Fiat presenterà il nuovo modello all’imminente Fiera di Bologna.
A Francoforte arriveranno molte novità con la francese Renault che secondo alcune indiscrezioni presenterà un modello nuovo.
Questi erano alcuni dei titoli.
Questi erano alcuni di quei titoli che ti facevano percepire l’importanza di uno di quei Saloni.
Era uno di quei titoli che ti facevano capire che le stesse case costruttrici aspettassero quell’evento per presentare un nuovo modello, magari inserito nel suo stand ben agghindato e con tutte le altre vetture in produzione, qualche gentile signorina e i migliori venditori subito pronti a risponderti.
Anni lontani, profondamente, eppure non ho duecento anni, „solo“ cinquanta ed appena compiuti 😉 .
Oggi le auto le presentano sulla rete o in una qualche occasione per pochi eletti, vengono spostati i saloni dalle loro sedi storiche, leggi che gli organizzatori non sono sempre così soddisfatti vista una minore affluenza, alla fine magari potrò e vorrò tornare a Bologna sapendo che sia stato ripreso dopo la chiusura del 2007 e spostato a Modena, ne approfitterò magari per rivisitare la città emiliana anche quella una cosa rinviata da troppo tempo.