Tresigallo la città metafisica.
Era da un po che volevamo andarci in quel paesino della pianura orientale della provincia di Ferrara, un paese che tanti amano definire la capitale del razionalismo italiano.
In epoca medievale già importante centro di confine.
Tra l’Esarcato di Ravenna ed il Regno Longobardo, in epoca rinascimentale divenne il fulcro delle prime attività di bonifica attivate dagli Estensi.
Un chilometro prima del centro abitato si trova Palazzo Pio.
Alessandro Ferrufino capitano delle milizie del Duca Alfonso I° d’Este ne commissionò l’edificazione, la proprietà rimase senza eredi diretti veniva così affidata nel 1653 a Carlo Pio di Savoia ed in seguito ai nipoti, nel 2009 veniva acquistato dal comune.
Tresigallo, pochi cenni storici prima del 1930.
E’ un piccolo borgo rurarle di circa 900 abitanti sino ai primi decenni del ‘900, conosce il suo massimo splendore fra il 1933 e il 1939, quando il Ministro dell’Agricoltura e Foreste Edmondo Rossoni (nativo del posto) ne avviava la rifondazione, diviene il luogo perfetto in cui mettere in pratica le sue idee di sindacalismo integrale, costruendo una citta “”utopica”” dove a edificare case e palazzi sono i lavoratori ed i loro “”padroni””, creando opportunità e risorse poco o addirittura mai viste prima di allora.
Rispetto a tutte le altre zone create o recuperate nello stesso territorio dal regime.
Tresigallo fu fornita di una serie di servizi pubblici di prim’ordine, alcuni li vedremo nelle foto.
Tresigallo quelle strutture di prim’ordine.
Scuola di ricamo per signorine.
Acquedotto.
L’albergo Italia.
Il Domus Tua come albergo di lusso.
Asilo nido.
Bagni pubblici.
Casa della Cultura, anche ex palestra.
Scuola elementare.
Un teatro.
Una colonia sanatoria.
Vicino alla “Cittadella del lavoro” un nuovissimo “impianto agro-industriale autarchico” con dieci stabilimenti per la lavorazione e sperimentazione dei prodotti, dalla canapa alla cellulosa.
Passata la rotonda con lo Stadio, la sucola elementare e l’ex Domus Tua.
Segunedo un viale con altre cose interessanti e citate si arriva alla piazza, con quei bei portici, la chiesa, il palazzo del comune e l’asilo, dove facciamo una pausa caffè.
Ovvio che immagini già che alcuni possano pensare che molte delle voci poco sopra elencate ci sinao anche altrove.
Ma il vero succo della questione è che lì in un piccolissimo paese c’era tutto questo, bisognerebbe vederlo per poter giudicare, vi consiglio di andarci a me è piaciuto davvero tanto.
Lì confluirono molti professionisti.
Ed altrettanti lavaratori più o meno giovani lo diventarono, fra questi vanno assolutamente citati:
- Pietro Porcinai in qualità di Architetto per giardini.
- Ugo Tarchi Ingegnere.
- Giorgio Baroni divenuto celebre per la sua sperimentazione del ferro cemento visibile in uno dei capannoni della M.A.L.I.C.A.).
A girarla, ci si mette davvero poco, un’oretta e mezza pausa caffè compresa.
Sembra di sentirsi in uno “strano” paese, rimasto per non pochi decenni praticamente “fermo”, giustamente riconosciuta nel 2004 come “Città d’Arte”, ci si sente quasi estraniati e si prova ad immaginare come quei tanti stessero lavorando alacremente per far diventare quella zona rurale e sperdutina un capolavoro dell’architettura metafisica.
Insomma a me è piaciuto tanto, lo so che come faccio oramai quasi sempre vi ho messa sin troppa enfasi, ma vi consiglio di andarci, Ferrara nel caso è vicina (consigliatissima).
Piccoli paesi Italiani.