Carrozzeria BOANO.
Veniva fondata nel 1954 da Mario Boano e suo figlio Giampaolo.
La sede era a Torino in Via Giacinto Collegno n. 14, iniziava dedicandosi anche al disegno industriale ma con vita breve, decidendo rapidamente di volersi dedicare esclusivamente alle auto.
Furono protagonisti nello studiare e poi sviluppare carrozzerie anche per importanti commitenze americane, con il Sig. Mario capace ed esperto voler subito trasmettere il suo importante patrimonio in esperienze al figlio, lui che aveva lavorato per Pininfarina; a lungo peraltro; sempre Mario BOANO dopo altre significative esperienze con altre importanti Carrozzerie apriva uno studio per la progettazione di carrozzerie e la costruzione di scocche in legno.

Ferrari 250 Gran Turismo Cabriolet modello Géneve con le sue pinne posteriori che furono un tributo alla moda del periodo.
BOANO dal 1945 al 1952.
Con una significativa esperienza in qualità di di direttore della Carrozzeria Ghia.
Nel 1954 arrivava la vettura che segnò il passo per la Carrozzeria BOANO, quella che colpì appassionati ed esperti, era una Alfa Romeo la 3.000 cc aerodinamica commisionatagli dall’allora presidente argentino Peron e che raggiunse i 280 km/h durante una prova sul circuito di Monza.

OSCA 1100 Carrozzeria BOANO con linee compatte e tondeggianti, accentuate dal bel frontale con i doppi fari.
BOANO 1955.
Arrivava una richiesta dagli USA da Henry Ford Junior, presero la meccanica ed il telaio di una Lincoln costruendo un esemplare unico, la Indianapolis.
Furono committenze di un tale livello che oltre a dargli una certa e meritata visibilità li convinse a dover partecipare a dei Saloni, ed in uno di questi presentarono un capolavoro, la Ferrari GT Genéve insieme alle Chrysler Special Corvair II, una Mercedes Cobra ed una Jaguar su disegno di Raymond Loewy noto stilista americano.
Non troppo tempo dopo arrivarono diverse carrozzerie speciali utilizzando le meccaniche di Fiat 1100, 600 e 500, delle Lancia Appia e su meccanica Abarth.
BOANO 1958.
Ed eccoci; ancora una volta quando tutto sembrava poter far proseguire l’attività senza troppi problemi; vedere l’ennesima Carrozzeria italiana dover chiudere i battenti, per fortuna per Giampaolo si aprirono in Fiat le porte dopo esser stato chiamato dal centro Stile Fiat ed assumerne la direzione.
Sinceramente fatico a ricordare un’altra Carrozzeria che in quei pochissimi anni sia riuscita ad avere simili committenze e realizzare un numero di auto; one off o che altro siano; comunque consistente, quattro o cinque anni fra il fare partire e realizzare.