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le ruote a pedali – giocattoli vintage – collezionismo

le ruote a pedali

Ero un bambino negli anni 70, sono nato nel 1971, di giocattoli ve ne erano abbastanza, tutti “toccabili”, li potevi sentire, nulla di elettronico, salvo qualche pseudo videogioco.

Videogioco, era un binario che scorreva ed avevi un volantino con il quale spostavi la sagoma di una formula uno in plastica, fuori dal video.

Le automobiline a pedali erano il sogno di molti bambini, non importa che fogge avessero, che colore, con che materiale fossero fatte.

Da bambino fortunato, molto fortunato, ne ebbi due, una ereditata da un cugino, in condizioni piuttosto buone, un’altra regalatami dai parenti (plurale) per Santa Lucia.

Una formula uno anni 60 e una pseudo coupe’ anni 70, mi facevo riguardo ad usarle.

Appena finiti i compiti mi fiondavo in garage con la velocità di un furetto affamato, pedalavo come se non ci fosse un domani, mi ci divertivo da solo o con gli amici.

Si ruppe l’asta del pedale, mio padre cerco’ dovunque qualcuno per tentare di ripararla, ma nessuno sembrava in grado di aggiustarla.

Fortuna colle che un signore, non più giovanissimo, stesse saldando un tubo nel cortile del palazzo.

Lo stagno’, lasciandoci un vistoso grumo, che la fece andare avanti ancora per qualche mese, sino a quando non si arrese, cedette “cadendo a terra”, senza ruote.

Un dramma, nemmeno quel vecchietto poteva salvarla, nessuno.

Finì sul furgone del ferrivecchi, lo stesso che passava ogni tanto per le strade e vie del paese.

Ogni tanto ci penso, se l’avessi salvata, tenuta con me e restaurata negli anni successivi, sapendo benissimo che oggi avrei un piccolo capitale visto quanto sono quotate.

Sapendo benissimo che le quotazioni sarebbero servite a poco, non l’avrei mai venduta, l’avrei fatta usare a mio figlio.

Disinteressandomi completamente del come e quanto avrebbe potuto (eventualmente) rovinarla, mi sarebbe piaciuto che potesse divertirsi come ho fatto io.

Era di famiglia, avrebbe continuato ad esserlo, era piena di ricordi, bei ricordi, momenti condivisi, giorni solitari, le ero davvero affezionato.

 

Alle volte un giocattolo, quel giocattolo