DannataVintage.com

BMW R1 Desmodromico – moto concept

BMW R1 Desmodromico

A stupire di questa moto potrebbe gia bastarne il nome, ma aveva anche un’altra particolarità.

Una caratteristica, che siamo “abituati” a sentire e/o leggere su una moto Italiana, una Ducati.

DESMODROMICO??????

Il motore che equipaggiava questa concept, prodotta in soli 4 esemplari.

Era un boxer BMW da 996 CC, con distribuzione a valvole desmodroniche, 140 i CV, iniezione elettronica Bosch, 6 marce, 165 kg. Il peso.

 

La BMW R1 Desmodromico , ideata e progettata da un gruppo composto da Georg Emmersberger, Heinz Heger, Ralf Lewien.

Nelle intenzioni voleva essere lo strumento della casa tedesca per le gare della SBK, allora dominate dalla casa di Borgo Panigale.

Guardandola saltano subito all’occhio:

BMW R1 Desmodronico – moto concept, la parte telaistica, di Niko Bakker.

Il telaio tutto in alluminio:

tutto in alluminio fu opera di Niko Bakker, allora notissimo preparatore olandese.

Questi si “ispirò ad un altro telaio (piuttosto simile) che corse nel 1990 su una moto guidata da Gerbert Enzinger, pilota di un team di una concessionaria locale.

Le fasi dello sviluppo:

La moto venne studiata ed assemblata in gran segreto, cosi come anche le prove non furono mai troppo publicizzate.

Gert Heim, l’allora capo tecnico, fece portare la moto a Rijca per verificarne lo stato dei lavori (1992), anche considerandone il peso,  ancora troppo elevato con i suoi 160 kg, quando il limite era di 145 kg per poterla iscrivere nella competizione.

Il peso sembro’ non essere l’unico problema della moto:

 i radiatori laterali con la loro ingombrante canalizzazione dell’aria, avevano costretto i tecnici a costruire una carenatura poco aereodinamica ed ingombrante.

Tanto da costringere il pilota a dover “aderire” al serbatoio, assumendo una posizone “sacrificata” e alla lunga stancante.

Anche il motore sembro’ non essere troppo affidabile e non sufficientemente potente, seppur; inizialmente sul banco di prova; la potenza avesse dato buoni segnali.

Anche la frenata sembrava non in linea per una moto che voleva e poteva competere nella SBK.

Questi due problemi fecero desistere la BMW dal poterla mettere in produzione, visti i costi elevati, uno sviluppo ancora lontano, sotto certi aspetti lontanissimo.

Si pensò essere scarsa la percentuale di successo, dominare la SBK sembrò un sogno troppo lontano, così come il poter sconfiggere l’allora regina, la Nostra Ducati.

Oggi e’ visibile presso il museo BMW.

Rimasta una moto studio, molte soluzioni vennero adottate sulle moto di produzione successive, in primis lo “spostamento” dei cilindri, per consentire le pieghe più impegnative.

Su tutto va ricordata la progettazione della testata:

il movimento dell’albero motore muove solamente le cammes d’aspirazione, con le valvole in titanio da 38mm, mentre e’ una catena secondaria a muovere quelle di scarico, con valvole da 33 mm, con un angolo di 20 gradi fra le valvole .

Un desmodromico in stile Ducati, con alti regimi di rotazione, peraltro con scarsissime vibrazioni ed una spinta eccellente sin dai bassi regimi.

La sua velocita’ massima

Era in grado di raggiungere i 280 km/h, una velocita’ perfettamente in linea con la nostra 888.

Desmodromico teutonico