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Paletta e secchiello in spiaggia – bambini vintage

Paletta e secchiello in spiaggia

Da piccoli tutti noi, non solo chi e’ nato negli anni 70, che sia prima o dopo, almeno una volta ha giocato con la paletta e il secchiello e un po di sabbia umida.

Magari indolenzendo un vicino di ombrellone, pedante e poco avvezzo ai bambini, magari insabbiando quelli dell’ombrellone vicino intenti a pranzare alle 11.00 del mattino.

Ma ci si divertiva, spesso coinvolgendo un genitore piu’ o meno volente, o  un altro bambino conosciuto da poco.

Ci si passavano le ore, spesso sperando di poter creare chissà quale capolavoro, magari uno di quelli visti sul bagnasciuga pochi minuti prima.

 

Io ci giocavo, e ovviamente fra le “solite” palette e gli altrettanto comuni secchielli

non facevo mai mancare un camioncin/betoniera, una automobilina (la sera passavo ore a pulirla), non sia mai che un giovane appassionato possa farla mancare.

Ricordo un’estate in particolare

avevamo come vicini un’altra famiglia, anche loro con due figli, anche loro con Paletta e secchiello in spiaggia, un maschio ed una femmina, come noi, il maschio era piu’ “grande” della sorella.

Sembravamo starci reciprocamente antipatici, spesso ci guardavamo non bene.

Un giorno estrassi dalla mia valigia in cartone ed alluminio

la mitica pantera dei CC, quella della Polistil, lo feci con molta cautela, avendo prima preparato il pecorso in sabbia ben compattata.

Il piccolo vicino sembro’ stupirsene, chiedendomi subito se fossi pazzo ad usarla sulla sabbia.

Paletta e secchiello in spiaggia

Ci misimo a chiacchierare

scoprii che anche lui era un appassionato, che il suo papa’ era un responsabile della Polistil.

Vi lascio solo immaginare il mio stupore, la mia goduria, quando venni a saperlo.

Lavorava alla Polistil…….

Mica cosa da poco, per me, appassionato di modellini, e di quel marchio in particolare.

I nostri genitori avevano gia’ interagito fra di loro da tempo, non esternandolo troppo, con il babbo non esitai ad esprimergli il mio vibrante dissenso.

Lui mi rispose, se te lo avessi detto, prova solo ad immaginare quanto gli avresti rotto le scatole.

In effetti……..

Fatto sta che quel giorno

da quel tardo pomeriggio, nacque una amicizia fra “piccoli appassionati”, trascinatasi per qualche tempo, ci scrivemmo di tanto in tanto, per circa due/tre anni.

Un giorno mi chiamò mia nonna, ciao Filippo, guarda che e’ arrivato qui un pacco per te.

Un paccho???? per me???? da Te?????

Si ed e’ piuttosto voluminoso, passami la mamma che devo parlagli.

Gliela passai, ed intanto senza pensarci nemeno un minuto presi la bici e “volai”  la.

Arrivato, vidi un pacco molto grande

con un nastro adesivo che lo chiudeva, chiesi alla nonna qualcosa per aprirlo, lei con un coltello lo aprì facendo molta attenzione.

Aprendolo vidi subito delle scatole, tutte con la scritta Polistil, tante scatole e scatoline.

La prima era una quella di un’Alfa Romeo dei CC, seguirono altri modellini…………………

Intanto arrivò la mamma con l’auto, vide il pacco e disse…….. il Sig. ….. Ti ha mandato uno scatolone pieno di macchinine, devo ringraziarlo subito…… gli telefonò da li, subito, dopo aver chiesto il numero al papa’.

Io emozionato, le chiesi di caricare la bici sul sedile dietro, e portarmi subito a casa, mia nonna le fece un cenno perchè acconsentisse.

Andammo a casa, quei modellini stettero in bella mostra

insieme agli altri, sulla mia libreria, sino a quel nefasto giorno in cui…….. la mia mamma li regalo’ ai cugini….. perche’ ero diventato grande…..

Non duraro un pomeriggio nelle mani di quei due……..

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