DannataVintage.com

Il gioco delle bocce quelli vintage (???)

Il gioco delle bocce

Che fossi in spiaggia, in un qualche parco.

in una locanda, capitava spesso di vedere delle persone giocare a bocce, dai bambini agli adulti, magari quasi sempre persone con qualche anno in piu’.

In vacanza, in quei classici bazar, le vedevi spesso raccolte in quella specie di rete a maglie grosse in plastica bianca, di colori diversi, dai pastello a quelli piu’ accesi.

Le bocce, uno di quei giochi che si possono praticare dovunque, con chiunque, in qualsiasi condizione climatica.

Quando vado a Calvisano per una partita di rugby, che sia per la prima squadra o per l’under in cui gioca il figliolo, vado sempre al bar della bocciofila, approfittando per bermi un discreto caffe’ e guardarmi dieci minuti di una qualche partita di bocce.

Se ci giocavi sulla spiaggia dovevi metterci piu’ forza

la sabbia le “frenava” parecchio, spesso il boccino rimaneva lontano, magari ti scaldavi per non essere riuscito a raggiungerlo.

Il gioco delle bocce probabilmente in un oratorio, in una bella foto d’epoca.

Qualche volta ti fermavi per vedere giocare “gli esperti”

le persone piu’ grandi, talvolta dovendoti tappare le orecchie perche’ qualcuno si era scaldato, per non aver raggiunto il pallino o non bocciato quella dell’avversario.

La figura dell’arbitro, come in molti altri sport “all’Italiana” e’ spesso oggetto di critiche, specie quando utilizza quel suo bastone graduato e deve decidere se sia piu’ vicina la boccia rossa o quella verde.

Spesso scontentando l’uno o l’altro giocatore, che; sempre spesso; non esita ad esprimere il suo vibrante dissenso.

So di strutture create o adibite a “Il gioco delle bocce”

dei circoli, dove presumo sia necessario associarsi, pagando per averne una tessera, ma lì siamo ad un livello “piu’ alto”, dove oltre al gioco entra in gioco; molto piu’ che in altre circostanze; una certa competizione, spesso anche una certa rivalita’.

Il gioco delle bocce viene praticato da secoli

da tempo immemore, mi ha sempre affascinato, tanto dal volerci provare qualche anno fa.

Ma fui costretto a desistere, sia mia moglie che mio figlio mi persuasero che fossi ancora troppo giovane.

Non so nemmeno io se e’ inseribile nei giochi vintage, quelli poco o per nulla praticati, perche’ cosi non e’.

Ricordo che quando andavamo fuori a pranzo, in compagnia di amici di famiglia con i loro figli, sceglievamo spesso una trattoria di Desenzano.

Li c’erano due campi dove potevi giocare a bocce, riuscendo; muovendosi; anche a digerire l’ottimo pasto.

Una di quelle volte la partita vedeva contrapporsi due squadre, una formata da noi bambini e l’altra dai genitori, stavamo vincendo, i genitori ne sbagliarono volutamente molte, eppure riuscimmo a perdere, il Manuel sbaglio’ un tiro quasi impossibile da sbagliare.

Il gioco delle bocce, con una delle tenute piu’ tipiche. Una canotiera e tanta volgia di stare insieme a divertirsi.

Mi andava di ricordarmelo e fartelo ricordare, tutto qui.

In sintesi (stavolta con un mio ricordo recente):

Quando fra le mie zone di competenza c’era quella del Lago di Garda, ogni tanto andavo a bermi un caffe’ in una di quelle trattorie/osterie dove sembrava che il tempo si fosse fermato a qualche decennio fa.

L’avevo cercata, la volevo proprio così, arrivando anche a chiedere se vi fosse un posto così, lo volevo proprio così.

Entravi, vedevi un bancone che sara’ stato installato almeno trent’anni prima

alle pareti vecchi piatti pubblicitari con date non recentissime, di fianco al bancone una porta, una di quelle che troveresti in una qualsiasi casa degli anni 80, aprendola accedevi ad un piccolo cortile, con due corridoi recintati.

Alla fine di quelle due piste da bocce una mitica tabella punti della Birra Wuhrer, che tentai di farmi vendere non so piu’ nemmeno io quante volte.

Ogni volta, che fossero le nove del mattino, mezzogiorno, le diciotto, ci trovavo sempre un gruppetto di persone, di varie eta’, uomini e donne, intenti a giocare a bocce, bersi un calicì (bicchiere di vino in bresciano), divertirsi, stare insieme.

Mai una volta, mai una volta, li ho visti litigare, al massimo discutere con il povero arbitro del momento, facendola pero’ finire subito.

Non so perche’ ma quel caffè non buonissimo, li; sinceramente; mi sembrava sempre buono.