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Bianchi MILES mezzi pesanti nella storia

Bianchi MILES

prodotto dalla Bianchi, nel 1938, nato per essere esclusivamente un mezzo militare, per poi, a fine conflitto, essere “riconvertito” nella versione civile con la sigla Civis 46.

Il Bianchi MILES era dotato di un motore diesel da 4 litri, costruito su licenza Mercedes

che venne, successivamente, dotato anche di avviamento elettrico, in grado di raggiungere i 60 km/h, una velocita’ comunque considerevole vistone il peso.

Perchè essendo un mezzo militare fu necessario irrobustirlo, dal telaio a tutta la carrozzeria.

Ne seguirono alcune versioni, prettamente derivate dalla prima serie, il pulmino, l’ auto-frigo, e l’ auto-bagno.

Quest’ultimo impiegato nelle operazioni di bonifica per guerre chimiche, le altre due impiegate dai nuclei chirurgici.

La versione auto-frigo venne progettato dalla Viberti e costruito da Fissore.

Fu invece la Menarini a costruire la versione autobus, con 23 posti.

Durante la ritirata dalla Russia il Bianchi MILES fu impiegato anche come mezzo “da sgombero”

come raccontatoci nel libro “Bianchi Miles come muli” scritto da Alfredo Dini, con drammatiche testimonianze di quel tragico periodo, molte di queste raccontate da un testimone, l’ autista proprio di un Miles.

Riporto dalla premessa del libro

La ritirata dalla Russia nelle memorie di un testimone. Autista dei camion Miles, prigioniero per 35 mesi in Russia, Alfredo Dini racconta la ritirata da un’angolazione diversa. L’umanità è ricca di tanti artisti le cui creazioni non hanno raggiunto la cronaca o il successo. Tanti capolavori rimasti in un angolo. La storia dell’umanità è intrinseca di vite di individui la cui memoria, il cui racconto è un’eredità che permette alle generazioni più giovani di comprendere meglio la loro storia. Anche in questo caso, tanti pezzi si storia dell’umanità non vengono alla luce perché le storie ed i racconti di tanti individui non trovano il modo di essere trasmessi. Perché dimenticati in un angolo del cuore o perché dimenticati in un cassetto. Uno dei pregi del libro di Alfredo è proprio quello di raccontare la verità. Una verità talmente dura da scorticare le nostre anime. (Dalla premessa di Massimo Toschi)

Scheda Tecnica Bianchi Cives (versione del dopoguerra)

autocarro pesante a 2 ruote motrici

motore quattro cilindri, cambio a quattro marce avanti piu’ retromarcia

peso 3500 Kg.

Dimensioni: passo 3,35 mt. – lunghezza 6,05 mt. – larghezza 2,21 mt. – altezza 2,81 mt.

Un esemplare e’ visibile a Bologna presso il Museo del Memoriale della Liberta’, in via G. Dozza 24.

Bianchi MILES
Binachi, un costruttore noto dapprima per la costruzione di ottime biciclette, costrui’ un ottimo furgone, che venne impiegato dall’Esercito Italiano in Nord Africa e Russia.

Riconoscibile per la sua cabina arretrata, simile a quella del Fiat 626, internamente rivestita in legno e lamiera.

Freni a tamburo idraulici, azionati da un servofreno ad azionamento pneumatico, successivamente sostituito il freno di stazionamento con uno meccanico che agiva sulle ruote posteriori.

 

Con una capcita’ di carico di circa 3000 kg., con un vano posteriore (cassonato) ampio e largo, “comodo” per il trasporto di truppe durante i conflitti.

La sua duttilita’ permise a venti modelli costruiti (numero non certo)

di poter essere dotati anche di mitragliatrici, diventando mezzi antiaerei, con cannoni mod.38 da 25 mm di origine francese.

Il Civis, la versione civile ebbe un discreto successo come mezzo da trasporto

tanto da essere prodotto in circa 100 esemplari mensili fino al 1952.

Differiva dala verisone militare per essere privo della griglia e sbarra di protezione anteriori, aveva finestrini manuali e un minor peso.

Il Civis 51 (una versione successiva) aveva una portata massima di circa 4200 Kg.

mezzi pesanti nella storia

Ringrazio il Sig. Giovanni Capozzi per avermi dato lo spunto per poi scrivere questo post.