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Aston Martin Project 212 la DP 212-1 del 1962

Aston Martin Project 212 la DP 212-1 del 1962

Un prototipo la Aston Martin Project 212 la DP 212-1 del 1962, quello di una auto da corsa, espressamente “creato” per poter partecipare alla 24 Ore di Le mans.

Proposto dalla casa automobilistica inglese, fra le piu’ note per le sue auto sportive ed eleganti.

I piloti, Graham Hill e Richie Ginther

con una velocita’ di punta fra le piu’ elevate vicina a quelle delle  concorrenti, tanto da permettergli di stare al secondo posto per buona parte della gara

Per poi finire noni

per colpa di una serie di problemi tecnici, finendo con il ritirarsi per la rottura della pompa dell’olio.

Una 24 ore con tanti problemi, nonostante l’auto avesse, inizialmente, dato discrete speranze, sia al team che agli esperti e conosciuti piloti.

 

Siamo nel 1962, con un telaio derivato da quello della celeberrima DB4 GT

sempre un tubolare in acciaio, con la carrozzeria interamente in lega di alluminio e magnesio, molto aerodinamica, con una coda che venne modificata successivamente, passando ad una tronca.

Una scelta fatta per provare a risolvere i problemi avuti in gara

e partecipare alla 24 ore dell’anno successivo, guidata da Lucien Bianchi, Jo Schlesser, Richie Ginther e Bill Kimberly.

Non riuscendo nemmeno stavolta a vincere, tanto dall’essere sostituita quasi subito dalle DP 214 e DP215.

Nel 1964 l’auto venne convertita, per poter essere utilizzata su strada e non piu’ in pista.

Aston Martin Project 212 la DP 212-1 del 1962 con Il motore montato anteriormente

un sei cilindri da 3996 cc, con doppio albero a camme in testa, doppia accensione, testata in lega, tre carburatori doppio corpo, i Weber 50 DCO.

Una trazione posteriore, con cambio a quattro marce, tutto proveniente dal reparto corse, con un David Brown S532 manuale.

Le sospensioni anteriori con doppi bracci trasversali e molle elicoidali, posteriormente con barre di torsione e un parallelogramma di Watt con le sue molle elicoidali e un ponte De Dion.

In sintesi:

Costruita nel 1962, un unico esemplare realizzato per partecipare alla 24 Ore di Le Mans.

Con un sei cilindri in linea da quattro litri, direttamente derivato da quello che montava la DB4 GT (altro capolavoro).

Aveva doppio albero a camme in testa, con doppia accensione e alimentato da tre carburatori Weber doppio corpo, i 50 DCO, con un cambio a quattro rapporti.

Sempre dalla splendida DB4 GT

 derivarono anche le sospensioni, posteriormente montava un De Dion con parallelogramma di Watt e barra stabilizzatrice.

Anche il telaio, praticamente lo stesso della DB4 GT

con alcune modifiche, era a traliccio di tubi in acciaio, con la carrozzeria realizzata in lega d’alluminio e magnesio.

Il posteriore della carrozzeria diede alcuni problemi

in stabilità alle alte velocità, tanto dal dover essere modificata l’anno successivo, nel 1963, dotandola di una coda tronca.

Fu poi convertita ad auto da strada e li percorse sempre i suoi successivi chilometri dopo aver provato a vincere la 24 Ore di Le Mans.

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