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Lambretta 250 bicilindrica  – peccato

Lambretta 250 bicilindrica.

Sono convinto che se fosse entrata in produzione avremmo visto tutta un’altra storia, sopratutto quella della Innocenti.

Lambretta 250 bicilindrica con il bellissimo motore.

Mi chiedo come sarebbe andata se……

Questa moto avesse partecipato a delle gare, molto probabilmente il successo di alcune case (Giapponesi comprese) ne sarebbe risultato decisamente “offuscato”.

Negli anni cinquanta in Italia la Lambretta e la Piaggio erano i leader, e la prima con una motocicletta oltre a conquistare importanti fette di mercato lo avrebbe fatto da capofila, non solo in quello interno peraltro.

Durante la sua presentazione – per poi sparire nel nulla per diversi anni.

La Lambretta affidò la realizzazione di questa moto a due mostri sacri del motorismo di allora.

L’ingegner Pier Luigi Torre e l’ingegner Salmaggi, a testarla; per quelle poche volte che uscì dallo stabilimento Lambretta; furono Nello Pagani, e Romolo Ferri .

Lambretta 250 bicilindrica in uno dei suoi pochissimi test fuori dagli stabilimenti Lambretta.

Una bicilindrica a V fronte marcia, 250 cc, prodotta in due versioni, con la seconda che definiremmo più “definitiva” rispetto alla prima.

 

Lambretta 250 bicilindrica e la prima versione.

Con distribuzione monoalbero, le sospensioni posteriori a barre di torsione, serbatoio dell’olio separato, ruote da 21 pollici, con due magneti uno per cilindro per l’accensione.

Lambretta 250 bicilindrica  – l’unica rimasta ad oggi.

Lambretta 250 bicilindrica e la seconda versione, quella più “definitiva”.

Con distribuzione bialbero, sospensioni posteriori “convenzionali”, l’olio nella coppa, ruote da 18 pollici, accensione con un solo magnete, cambio a cinque marce, trasmissione finale con albero cardanico inserito nel forcellone oscillante.


La Lambretta 250 bicilindrica moto creata da due ingegneri di livello.

Saranno state le due versioni o i vari test su pista o chi l’aveva progettata, tutto faceva presagire che la casa volesse continuare e magari provare a vincere, ma qualcuno aveva ormai deciso che la cosa dovesse finire lì.

Dopo un accordo con la Piaggio la Lambretta la confinò in un magazzino, mi spiace non essere riuscito a trovarne i motivi.

Lambretta 250 bicilindrica e il suo albero di trasmissione cardanico.

Recuperata da un appassionato del marchio dopo parecchio tempo.

La restaurò senza toglierle i segni che il tempo le aveva lasciato, ed una volta finitone il recupero esponendola in una importante raccolta di modelli Lambretta.

Lambretta 250 bicilindrica e la sua strumentazione “piuttosto essenziale”.

Oggi e’ visibile presso il Museo Vittorio Tessera,  nel comune di Rodano.

Dove fa bella mostra di sé insieme ad altri modelli, tutti quelli che l’appassionato del marchio è riuscito a reperire durante i molti anni di ricerca e sacrificio.

peccato