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Honda VFR 750 R – moto vintage

Honda VFR 750 R

Ne vidi una, parecchi anni fa, fuori da un bar, mi fermai per guardarla, e quando il suo orgoglioso proprietario uscì e la accese …….

Sentire quel quattro cilindri a V con quel sound, così decisi di fermarmi e offrire qualcosa al caro motociclista, e lui senza dover insistere troppo si fermo’.

Una volta seduti senza che proferissi parola si mise a raccontarmi la storia della sua Honda VFR 750 R

iniziando dal costo, 23.500.000. (circa) nei primissimi anni 90, spiegandomi che la sua RC30 aveva un’accelerazione mai provata prima, e lui di moto se ne intendeva, ne aveva avute più di qualcuna.

L’unica cosa che sembrava non soddisfarlo erano le sospensioni, forse un pelino troppo “dure” per un uso turistico fuori da una pista, spiegandomi che potevano rendere piuttusto stancante la guida.

Mentre eravamo lì iniziarono ad arrivare alcune persone, e alcune di loro si sedettero li con noi.

Fra questi c’era un esperto, uno di quelli che sa tutto

che si mise a disquisire sul fatto che quel motore dovesse girare a regimi mediamente alti per poter dare soddisfazione al pilota, mettendosi a parlare di dati, fare conti, allora io avevo appena finito di studiare ragioneria per gli imminenti esami, mi stavo stufando, e credo che anche il proprietario lo fosse.

Li vicino c’era un’edicola, e l’espertone andò a prendere una rivista, miiii che rompi……

Intanto io e lui ci siamo messi li a guardarla, fermandoci su quei cerchi, il monobraccio posteriore con il cerchio fissato da un unico bullone (molto da moto da gara), e come quei bianco – rosso – blu della carrozzeria fossero ben assemblati.

 

Ci spostammo timorosi che ritornasse precisetti, arrivando in un parcheggio poco distante, insieme con altre due o tre persone.

La Honda VFR 750 R, moto che considero una delle più belle di sempre

non l’avro’ mai guidata, ma guardandola, valutandone la scheda tecnica, ascoltando quanto specificato da un suo felicissimo proprietario, credo di potermi ritenere soddisfatto e convinto.

Esteticamente era (lo sarà sempre) bellissima, molto compatta, con un motore potente, ed altrettanto la frenata.

Scheda tecnica Honda VFR 750 R

il suo motore derivava da quello della VFR 750 F, le due moto erano entrambe quattro cilindri a V e quattro tempi.

Ma sulla RC30 erano montati:

gruppi termici nuovi, studiati per ottenere un minor ingombro

pistoni a due segmenti

distribuzione bialbero comandata da una cascata di ingranaggi

alberi a camme che agivano direttamente sulle valvole.

La cilindrata effettiva di 748 cc, 112 cavalli a 11.000 giri, la distribuzione bialbero 16 valvole, il cambio a sei rapporti, il telaio a doppia trave in alluminio.

Alimentazione ad iniezione, alesaggio e corsa 70 X 48,6, frizione multidisco, trasmissione finale a catena, raffreddamento a liquido.

Per i materiali i tecnici giapponesi fecero un largo uso del titanio per il motore, era la prima volta con simili percentuali, fra le moto “di serie” fu la prima a proporre la frizione antislittamento.

SOSPENSIONI

anteriore teleidraulica da 43 mm

posteriore Pro-Link, la prima ad esserne dotata

PNEUMATICI

anteriori 120/70 – 17

posteriori 170/60 – 18

FRENI

anteriori doppio disco da 310 mm

posteriore disco singolo da 220 mm

PESO

185 chilogrammi

VELOCITA’ MASSIMA

260 km/h.

prima 134 km/h

seconda 168 km/h

terza 200 km/h

quarta 228 km/h

quinta 242 km/h

sesta 256 km/h (tutti “arrotondati”)

ACCELERAZIONE

da 0 a 50 km 1,9 secondi

0 a 100 km 3,8 secondi

lo 0 a 150 km 6,6 secondi

Le sue principali rivali del periodo erano la Yamaha FZR 750 R (34.300.000. di Lire), e la Suzuki GSX-R 750 (14.000.000. di Lire).

Sulle quotazioni

Ne produssero sole 3.500 esemplari (1.000 circa in Giappone), dal 1988 al 1993, con una cura maniacale (questo lo desumo dopo aver letto commenti su riviste e siti), qualche anno fa lessi che un concessionario inglese ne avesse messe in vendita tre con il contachilometri a zero.

Credo che questa sia una di quelle moto che per le quotazioni viva una storia a parte, perché se in passato alcune moto definibili “vecchie” si riuscivano ad acquistare a cifre accettabili, questa non è mai stata una di quelle, ha sempre avute quotazioni molto alte.

Oggi non è facilissima da trovare in vendita la moto che ha vinto le prime due edizioni della Superbike, chi la possiede pare tenersela ben stretta, anche quando ha avuto un passato sportivo, che potrebbe averla “deteriorata” se intenso.

Non metterò cifre, in quanto ne ho viste di ogni sulle quotazioni di questa moto, in alcuni casi con cifre che definirei così elevate dal non essere giustificabili.

Ricorderei che la versione da Superbike fu curata dal Oscar Rumi, noto e preparatissimo tecnico Bergamasco.

Vorrei ricordare e citare Roberto Patrignani, un ex pilota ed ottimo giornalista, che così descrisse la Sua Honda VFR 750 R:

Oggi siamo usciti insieme per la prima volta. Non è stata un’esperienza felice in tutti i sensi. Lei troppo avvenente, formosa, esuberante, eccessivamente vistosa. Io chiaramente della mia età, esageratamente preoccupato della stonatura, stupidamente timido, irosamente geloso, imbarazzato nell’esibire tanta grazia. No, non è stato bello. Come se non bastasse la disarmonia estetica fra noi due, ci si è messa la sua notorietà. Troppi rompiscatole a ronzare attorno, a verificare da vicino se si trattasse proprio di lei, con la sfrontatezza di rivolgermi delle domande che la riguardavano…”

Concludo proponendovi un video dove si esalta il fatto che questa fosse una moto costruita a mano, non in una catena di montaggio, e non se ne voglia nessuno, ma credo sia una delle motociclette più belle e desiderabili di sempre.

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