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Lamborghini Genesis, la monovolume del toro

Lamborghini Genesis, nata dalla collaborazione fra la Lamborghini e la Bertone Design, continuando una duratura collaborazione, quella che credo di poter tranquillamente definire la più proficua di sempre nel mondo dei motori. 

Presentata nel 1988 al Salone di Torino, realizzata sul telaio della Espada, con ampissime superfici vetrate, e un motore da dodici cilindri Lamborghini.

Eravamo in un periodo in cui le monovolume avevano un nuovo e discreto mercato, partendo dalla più nota a quasi tutti noi, la Espace della Renault.

Sono convinto che il modello della casa francese aprì quel mercato, facendolo anche quando ai suoi esordi non avesse ricevute buone impressioni.

Dopo soli pochi anni il mercato per questo tipo di veicolo sembrava pronto, sufficientemente ricettivo, tant’è che negli anni successivi furono in molte fra le casi costruttrici ad averne almeno un modello disponibile.

Si notano subito le vetrature, molto ampie e distribuite su tutta l’auto.

Un unico esemplare, in una verniciatura rosso fuoco, con linee completamente fuori dai canoni stilistici Lamborghini, completamente distante da qualsiasi suo modello precedente.

Con un peso di 1800 chilogrammi ed un motore dalle generose dimensioni che tendeva ad “invadere” la parte anteriore della vettura.

Era montato anteriormente, sotto le gambe dei passeggeri, longitudinalmente, il cambio era automatico, un Chrysler Torque Flite a tre velocità.

Il motore era lo stesso che montava la Countach

il V12 da 5,2 litri, con 455 cavalli a trazione posteriore, non era una vettura dall’accelerazione fulminante, complice un peso importante ed un cambio completamente “sbagliato”. 

Una space wagon come venne definita, rifacendosi ad un termine inglese, abitudine piuttosto in voga in certi anni, una monovolume come diremmo in molti di noi.

L’apertura delle portiere anteriori, un chiarissimo richiamo ad uno specifico modello precedente.

 

La Lamborghini Genesis, sviluppata da Marc Deschamps

allora capo designer del CSB, Centro Stile Bertone, con una linea “ovoidale”, dagli spazi interni ampi, comodi, con un design futuristico, partendo dai sedili ed arrivando al cruscotto.

SI guardino le foto delle portiere, con quelle anteriori dalle generose dimensioni, dotate di quel tipo di apertura che rese la Lamborghini molto nota.

I poggiatesta dei sedili riprendono il design del volante, con un nettissimo richiamo.

L’apertura che divenne un suo must, utilizzata per pochi modelli…………….. con l’altra portiera, quella per accedere ai sedili posteriori, a scorrimento.

Si accedeva ad un abitacolo molto comodo, con il sedile vicino a quello del guidatore completamente ruotabile, che poteva anche essere facilmente rimosso e/o trasformato in un tavolino.

Sinceramente

Che io non sia mai stato un fan sfegatato della gestione Chrysler è cosa nota per chi mi conosce da più tempo, e con questo prototipo credo che la casa americana abbia perso una ghiotta opportunità.

L’ampio spazio nella zona cruscotto, dove sotto è nascosto il poderoso motore.

Per entrambe la Lamborghini Genesis poteva essere una buona occasione

la stessa Chrysler avrebbe potuto proporre una nuova monovolume per gli USA, Made in Italy peraltro, per la casa italiana essere un modello “diverso”.

Poteva convincere un certo tipo di clientela, così come il poter essere un altro modello disponibile, vistane anche la scarsità di quel periodo.

In molti potrebbero obbiettare su cose del tipo

quanto sarebbe costato, ma chi la comprava una monovolume Lamborghini, ma figurati se la Lamborghini poteva produrre e proporre una cosa simile.

E via via con molte altre probabili domande, che immagino quasi tutte contrarie ad un simile progetto.

Io resto della mia, per i motivi su indicati, aggiungendoci anche che proprio un modello simile, con un nettissimo distacco rispetto a tutti i precedenti, potesse essere una vera opportunità.

I motori c’erano già, i telai altrettanto

riducendo sensibilmente i costi del progetto, il marchio Bertone avrebbe; ancora una volta; dato un vibrante contributo, verso un pubblico che conosce, ed ha sempre apprezzato moltissimo, quei due nomi sulla carrozzeria di una auto.

Poi se non ricordo male c’era ancora la line di produzione della LM002, riutilizzabile.

Nella foto una fase della lavorazione della struttura della monovolume

 

Un’ultima cosa

ci si ricordi sempre che questa era una concept, fatta e sviluppata negli anni 80, quando la proprietà americana non è che investisse chissà che cifroni, e non è che si sia mai interessata troppo del marchio italiano.

Non voglio ne essere ne sembrare polemico

forse un attimo veemente, ma lo faccio perchè convinto, persuaso da una forte passione e voglia di far conoscere mezzi non considerati o ricordati.

Questa ho ritenuto andasse menzionata, i motivi non li ripeterò, scusandomi se oggi, ieri, domani, spesso potrò sembrare “sanguigno”, ma sono così.

Era un modello già definitivo???

molto probabilmente no, una concept car non lo è sempre.

l’alloggiamento del motore era già soddisfacente?

Era sicuramente troppo invadente, occupava una buona parte dell’abitacolo, sottraeva molto spazio ai due posti anteriori.

Poteva essere migliorato?

Come tutte le cose, magari partendo dal cambio, ma resta il fatto che un modello simile, una monovolume Lamborghini, avesse il suo bel perchè.

Lamborghini Genesis, un’auto del Toro a quattro porte, non sia maiiiiii……

Oggi la Lamborghini ha fatto un SUV L’Urus (bellissimo), cosa che avrebbe fatto storcere il naso a molti, nemmeno non troppo tempo fa.

Una curiosità

Il rapporto fra la Bertone Design e la Chrysler continuò negli anni, nel 2005 ricorderei il prototipo Bertone Villa, con linee che sembrerebbero ricordare (parecchio) proprio il prototipo Genesis.

Un esemplare che riprende le ampie vetrature già viste sulla concpet protagonista di oggi, sempre una monovolume, con degli interni che sembrerebbero richiamare, ancora una volta, quelli visti sulla Genesis.

Il prototipo Bertone Villa

Prototipi vintage, Lamborghini Genesis