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Lotus C 01 le moto ed i prototipi.

Lotus C 01 le moto ed i prototipi, il primo esemplare a due ruote di una Lotus, soli 100 gli esemplari prodotti.

La Lotus C 01 una moto proposta dalla Lotus Motorcycle

una specifica divisione, creata appositamente per la gestione del “settore moto”, come se questa sia solo la prima.

Nata dall’idea di una azienda tedesca, la Kodewa, che è riuscita ad ottenere la licenza per poter utilizzare il nobile marchio britannico su una moto.

La Kodeva ha realizzato anche il prototipo della Lotus T128 LMP per la 24 Ore di Le Mans, su una delle loro auto corse Robert Kubica prima di tornare a guidare una Formula Uno.

La Malese Proton acquisì il controllo del marchio Lotus nel 1996, per poi entrare nel gruppo Cinese Geely.

Il Gruppo Geely è uno dei principali produttori privati di auto in Cina, è il maggior azionista del marchio Volvo (8,2%), possiede la London Electric Vehicle, e dal 2017 il 49,9% della Proton e il 51% del marchio Lotus, nel 2018 acquisì anche il 6,69% del marchio Daimler AG.

Oltre a permettere l’utilizzo del proprio marchio hanno anche assunto il ruolo di assemblatore per questa nuova moto, la prima (appunto) per la nuova divisione.

Il Gruppo Holzer

con una significativa esperienza nel mondo delle moto, quello del motorsport professionale su tutti, il campionato tedesco rally e DTM, e anche la Formula Uno.

Nel settore aerospaziale e nella lavorazione dei metalli spazia l’attività di questo importante gruppo.

La Opel R5 realizzata da Holzer per i rally.

Quando la vidi per la prima volta, su una rivista specializzata

non troppi anni or sono, mi colpì tanto, la trovai subito bellissima, nonostante le molte critiche ricevute per la sue linee forse “troppo particolari”.

Anche sui social, FB su tutti, intervenendo in discussioni che la riguardavano, ho spesso trovato pareri decisamente contrari, spesso molti di più rispetto a quelli di altri che la apprezzano.

Non tanti anni fa, nel 2013

era estate se non ricordo male, quando si cominciò a parlare di questa moto, proposta ad un prezzo di listino di circa 75.000 Sterline.

Il Dott. Colin Kolles

colui che ha fatto da collante fra la Kodewa e la Lotus per la realizzazione di questa meravigliosa moto, con un team di tecnici dedicato.

 

Tron Lightcycle di David Simon dal film Tron Legacy

La matita è quella di Daniel Simon

ex designer Bugatti, collaborò anche per la Bugatti Veyron per capirci, disponibile in tre colori, nero carbonio e oro – giallo verde – bianco nero rosso blu, e la versione con quel verde credo emerga sulle altre due.

😉 non so perché ma la mia livrea preferita è quella con il verde ed il giallo.

Forse Daniel Simon riusciamo a ricordarcelo meglio quando pensiamo a qualcosa di particolare, un film disney del 2010 e le Lightcycles del film Tron, o nel film Oblivion con Tom Cruide e la Bubbleship.

Oblivion Bubbleship di Daniel Simon dal film Universal Pictures, Oblivion

Credo che sia davvero riuscito a realizzare una moto dalle linee (si) moderne ma con un netto richiamo ad un passato più o meno recente, con quella posizione di guida e una presa d’aria che colpiscono subito.

IL cruscotto completamente digitale della Lotus C 01.

Le colorazioni scelte sono un chiaro omaggio alla storia sportiva del marchio Lotus

noi appassionati abbiamo visto quei colori su alcune delle auto da Formula Uno che hanno fatto la storia del motorismo da corsa.

Il motore direttamente derivato da uno prodotto dalla KTM

lo stesso che monta la RC8 R, da 1195 cc un bicilindrico a V, con una potenza massima di 200 cavalli e con un peso molto contenuto, soli 180 chilogrammi a secco.

La versione con la colorazione in nero carbonio ed oro.

Lotus C 01, con un telaio di altissimo livello

e quello realizzato dalla Holzer Group è composta da acciaio, titanio e carbonio, sviluppato dalla Kalex.

A sei marce il cambio, con un impianto frenante composto da due bei dischi da 320 mm anteriormente e uno da 220 sul posteriore, 

un impianto frenante prodotto dalla “nostra” Brembo.

Le dimensioni degli pneumatici: l’anteriore un 120/70 da 19”, sul posteriore 190/55 da 17”, montati su cerchi in fibra di carbonio realizzati dalla BST.

Una Lotus C 01 con livrea Martini Racing, indubbiamente affascinante.

Molto bello lo scarico posto sul lato, seppur non sia molto convinto della sua “comodità”, forse troppo vicino alla pedalina del guidatore.

Una curiosità:

uno dei 100 esemplari è stato messo in vendita nel 2016 in un’asta a Monterey, partendo dal suo prezzo iniziale di circa 70.000 Sterline, ha raggiunto un valore stimato di 350/400.000 Dollari.

In sintesi la Lotus C 01:

non è una moto vintage, ed in un blog di solo vintage potrebbe anche sembrare “strano”.

Fra i suoi dettagli, lo scarico sul lato, quella presa d’aria, le sospensioni posteriori che ricordano quelle di alcune moto meno recenti, una bellissima sella, e tanto altro.

Ma questa moto è un importante prodotto realizzato da persone volitive e capaci accordatesi con uno dei più importanti marchi automobilistici, con una storia di successi (seppur in tempi non recentissimi).

GLi specchietti di questo esemplare non sono quelli di serie, che sono più piccoli ed attaccati alle due manopole.

Le idee ed i progetti ambiziosi sono sempre da tenere in considerazione, e questa moto non può lasciare indifferenti.

Spesso mi è capitato di leggerne di ogni, anche con critiche piuttosto negative, peccato che non si consideri quasi mai che comunque dietro vi sia sempre un certo dispendio di tempo, soldi, e qualche delusione.

Io, sinceramente, se potessi acquistarla lo farei senza alcuna esitazione, ovviamente avendone le possibilità e riuscendo a trovarne una in vendita.

Per gli acquirenti era anche prevista la possibilità di “personalizzare” la moto, ovviamente non essendoci che le foto fatte per la presentazione, non sono riuscito a capire in cosa e dove.

Quei cento pezzi sono stati venduti, tutti, nonostante questa moto avesse un prezzo di listino di 75.000 Sterline.

Spero almeno, almeno, di poterla vedere un giorno, pur conscio che sarà molto difficile che possa accadere.

le moto ed i prototipi.