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La Cosa by Piaggio passando dalla Vespa.

La Cosa by Piaggio.

Quando arrivò questa sostituta della Vespa ricordo benissimo che non venne accolta con troppo “entusiasmo”.

Sarà stato quel nome che, lasciatemelo dire, non fu esattamente il più indovinato, seppur in se esteticamente non mi è mai parsa così lontana dal modello che l’ha preceduta.

 

Un “piccolo” cruscotto molto più completo e funzionale rispetto a quello della “sorella”.

Quando, come spesso capitava, mi fermai a guardare una rivista.

Ero con il carissimo Giovanni ne ricordo la frase, ma che roba le, come la sa ciama cosa??? nooo ma le en bel nom, dai noooommm.

Non conosco i numeri esatti, ma temo che quelli sugli esemplari venduti non siano elevatissimi, ecco che allora vale il discorso fatto per molti altri dei proposti in precedenza.

Le frecce finalmente incassate nella carrozzeria, quante ne abbiamo viste con i fanali rotti o rovinati ?

La Cosa by Piaggio, potrebbe essere interessante, valutabile.

Andrea con il suo stile british si limitò a dire….. sarà difficile sostituire la Vespa, non so quanto conteranno i miglioramenti qui scritti, quando sostituisci un mezzo di tale caratura, almeno non avrei cambiato il nome.

E molto probabilmente aveva ragione, credo che se gli avessero almeno lasciato quel nome oggi non sarebbe difficile vederne alcune in un raduno o su una stradina.

La sua dotazione prevedeva fra gli altri, dei comandi sul manubrio sicuramente più completi rispetto alla illustre sorella, come il piccolo cruscotto completo, tanto dal far sembrare “”obsoleta”” l’altra.

Le sue frecce (finalmente) incassate nella carrozzeria.

Avranno fatto contenti in molti dei nuovi proprietari e meno chi vendeva ricambi, il portapacchi anteriore più affusolato, elegante, rispetto a quella “”scatolina”” vista in precedenza.

Il nuovo portapacchi anteriore, decisamente più ergonomico rispetto al precedente, rende più filante la carrozzeria.

La Cosa by Piaggio, con dei freni molto più efficaci.

Finalmente la possibilità di avere sotto la sella un vano così capiente dal poter contenere un casco, mettiamoci pure la piastra (presente sotto la sella) che permetteva di agganciare un secondo casco, una nuova gamma colori, sembrava esserci tutto.

Il portacasco accessibile alzando la sella e il gancio per il secondo casco, sai mai che la usassi con la finnnddannnzzatta 😉 😉 .

Era sicuramente meglio rifinita e dotata, cosa che evidentemente o non è stata capita o non ha colpito.

La stessa Piaggio quando la presentò al Salone di Milano del 1988 fece le cose in grande, c’ero posso scriverlo con una discreta sicurezza.

Quel fanale posteriore era sicuramente visibile, forse un pelino grandino 😉 .

Le versioni erano tre, 125cc – 150 cc – 200 cc.

Tutte mono-cilindriche a due tempi, valvola rotante con tre luci di travaso, il raffreddamento ad aria forzata e l’accensione elettronica.

Le cilindrate effettive: 123,4 cc – 149,6 cc – 198 cc, sempre tutte con una frizione a dischi multipli in bagno d’olio.

Dimensioni: lunga 1805 mm – passo 1270 mm – larghezza massima 700 mm.

Le velocità: 90 km/h – 92 km/h – 99 km/h, differenze minime quindi fra le tre versioni.

I prezzi:

125 CC nella versione base 2.950.000 Lire e per la versione lusso 3.100.000 Lire.

150 CC 3.100.000 Lire per la base, 3.350.000 Lire per la lusso.

La 200 cc 3.380.000 nella versione base, 3.650.000 Lire per la lusso.

Alla fine e nonostante una importante campagna pubblicitaria non decollò…….mai………..

Dalla Vespa alla Cosa, alle volte…..