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Moto Morini 400 – dallo sfascio alle piste.

Moto Morini 400.

Ho scelto questa moto per due motivi.

il primo perché vorrei proseguire con il discorso iniziato con la Menani-Cagiva e quei campionati che furono una fucina per futuri campioni ed per i come arrivò a competere nel TT3.

Moto Morini 400, il protagonista principale prima di tutto.

Bruno Ruozzi noto preparatore Reggiano che da tempo voleva partecipare al Campionato Italiano TT3, quello delle quattro tempi fino a 400 cc.

Di soldi ce ne erano davvero pochi, quando una moto nuova sarebbe costata troppo, specie considerando i denari poi ancora necessari per prepararla.

Moto Morini 400, cosa fare ???

Andare in un sfascio e cercare una moto sinistrata, magari una Morini 350 cc pagandola poche centinaia di migliaia di Lire di allora.

Scelta fatta nonostante (almeno) due rischi, quello di non riuscire a sistemarla come avrebbe voluto e il sapere di star scegliendo una moto che sulla carta poteva essere meno vincente rispetto ad una Benelli bicilindrica, magari una di quelle che stava dominando il campionato.

Ma il caro Ruozzi sapeva di contare su un ristretto numero di amici.

Che come lui i motori sembravano conoscerli davvero bene, iniziarono modificando lo stretto necessario sino ad ultimarla e con un successivo sviluppo che aveva ben poco a che fare con la moto che inizialmente finì sul loro cavalletto.

Ebbene questa moto da sfascio sistemata da un manipolo di amici e parenti nel 1984 vinse il titolo Italiano in TT3 e due secondi posti finali in altre due stagioni.

Moto Morini 400, ma cosa fecero sulla tealistica ??

Partirono con il prendere il telaio di una Morini 250, più compatto e leggero rispetto a quello della 350.

Fra gli amici del Ruozzi vanno citati e ricordati Gianni ed Emilio Iori come rettificatori, Emilio Boschi l’addetto alla lavorazione sulle macchine utensili, Massimiliano (il padre) ed i suoi due fratelli Luigi e Wilmer.

Riuscirono quasi subito a trovare uno sponsor che potesse rendergli il lavoro più “tranquillo”, restando vicini a casa convinsero la Cantine Riunite a finanziarli.

D’occasione trovarono una forcella con foderi in magnesio montandola dopo aver lucidato il telaio e verniciandolo con un trasparente lucido.

Sempre d’occasione trovarono anche le ruote, delle Marvic.

Dietro montava un disco da 190 mm.

Le pinze a due pistoncini opposti della Brembo montati su dei dischi anteriori in alluminio da 270, risparmiando qualche Lira non utilizzando quelle a quattro.

Lavorarono anche sui pesi, eliminando tutto quanto fosse possibile sininstao a raggiungere i soli 102 chilogrammi.

Moto Morini 400, ed il motore ???

Due carburatori Dellorto PHBH da 32 mm, modificato lo spazio delle testate, condotti di aspirazione perfettamente rettilinei, le sedi delle valvole con la parete superiore della camera di combustione ricavati in un inserto in bronzo sistemato a caldo in ogni testata.

Spostate verso l’esterno le guide delle valvole ed incrementato l’alesaggio ( 66 mm.), riuscendo così a montare valvole più grandi con quella d’aspirazione da 35 mm e di scarico da 31 mm.

Nuove più lunghe e leggere le punterie in acciaio, da un maggiolino presero le aste e le modificarono.

Pistoni della Sciam con un nuovo cielo, originale la trasmissione primaria seppur alleggerita e con uno spessore delle ruote dentate dimezzato.

Il cambio e la frizione adattati/modificati ad ogni competizione (o quasi), artigianali gli scarichi (fatti a mano) e con la stessa lunghezza.

Il tutto per raggiungere una potenza vicinissima ai 50 cavalli ed una velocità massima di 215 km/h, proprio niente male considerando che inizialmente fosse una moto recuperata in uno sfascio.

La leva del cambio venne spostata a sinistra.

Moto Morini 400, che scrivere ancora ……..

Uno di quei classici esempi di capacità e voglia che caratterizza noi italiani, un gruppo di parenti ed amici supportati da uno sponsor che ha creduto così tanto nelle loro intenzioni e capacità, gran bella storia.

Credo che anche Tu sia d’accordo con me……

Dallo sfascio alle piste.