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Le macchinine a gettoni – ricordi.

Le macchinine a gettoni.

Questo bambino potrebbe essere un noi da piccoli, quando andavamo alle giostre.

Mezzi e fiere del periodo, in una piccola piazza italiana, qui eravamo a Prato in Piazza del Mercato

fotografie di Gianni Maffi Le “giostre” venivano montate in un’area di fronte all’ex capolinea del tram,n°15, tra viale Romagna e viale Toscana.

   Mi sono trovato fra le mani una mia vecchia foto scattata mentre ero seduto su  una di quelle vetturette a gettoni.

Ricordo un piccolo alimentari vicino alla casa della nonna, quello che aveva fuori una 313 a monete, dai racconti riportatimi sembra che ci fossi salito parecchie volte, ma ero troppo piccolo per ricordarmene.

Comunque se ne vedevano in buon numero; specie di dondolanti; almeno sino ad almeno una ventina abbondante di anni fa, che fossero fuori dai negozi o lungo alcune vie, tutte con (credo) lo stesso meccanismo di sollevamento.

Tante macchinine a gettoni In uno spazio tutto sommato ridotto, qui eravamo in un paesino russo.

In alcune giostre non mancavano i colori, alcune sfioravano 😉 😉 il tamarro però.

Una delle “astronavi”.

Ma come mai oggi ha tirato fuori le macchinine a gettoni.

Di solito la domenica mi piace proporre dei miei ricordi confidando che possano essere condivisi, poi mettiamoci che in questo periodo capitava soventemente che si andasse in qualche fiera, quelle ancora all’aperto e fatte prima che arrivasse del tutto l’inverno ed il freddo.

E dove mai avremmo potuto trovare delle piccole giostre o una piccola pista con ridottissime auto a batteria, se non in una di quelle fiere o (sempre ai tempi) visibili fuori da un negozio ???

Come sono sicuro direbbe il caro Andrea con quel suo dire un pelino da matusa: ehehehe sugli scontri ci si andava in tutte le età, qui eravamo a Vergato nel 1973.

Qui eravamo alla Fiera di Santa Caterina (UDINE)

Le macchinine a gettoni, girando i mercatini  mi è capitato di vederne qualcuna, non tantissime.

Saranno state forse un sette o otto in tutti questi anni di mio girovagar e per un paio ci avevo pensato, una su pedana che ricordava vagamente una Fiat 126 ed una autoscontro con il muso di una Alfa Romeo Alfetta, entrambe proposte a cifre che definirei significative, la prima se non ricordo male a (circa) 300 euro la seconda ad una cifra più alta con il venditore che mi descriveva con una certa dovizia il fatto che quel muso e mascherina avesse già di suo un valore, 😉 😉 come se non lo sapessi già.

Ma la seconda era messa piuttosto male, poi vuoi il prezzo e, la moglie che non sembrava esattamente propensa, il doverla trasportare a casa su una auto e non un furgoncino, mi sono fermato, altrimenti molto probabilmente quella da scontro l’avrei presa.

Me ne capitò un‘altra non troppo tempo fa nel magazzino di un negozio vicinissimo al paese del caro Andrea, sapevo che avrei potuto portarla a casa dell’amico e lasciarcela il tempo necessario.

Una di quelle moto elettriche che vedevi e potevi utilizzare in un piccolo circuito.

Fra le dondolanti non mancavano (assolutamente) le moto e questa credo possa avere un valore ben superiore rispetto ad altre.

In alcuni casi erano davvero ben rifinite, ovviamente la Honda non ha mia prodotto un dondolante, ma doveva rassomigliare il più possibile a quella “da grandi”.

Alla fine ne ricevetti una risposta negativa dalla moglie e dal figlio.

Io in fondo non ne rimasi poi così deluso, non avevo ancora capito dove avrei potuto (nel caso) metterla una volta restaurata, in sala come proposi manco a ripeterlo, stavo rischiando la vita 😉 😉 , diciamo che forse non fosse un’ideaona, poco pratica ed „elegante“ molto probabilmente, oggi mentre scrivo sto sorridendo chiedendomi come mi fosse venuta in mente un’idea tanto malsana.

Una fra le pochissime trovate nei mercatini della domenica era messa più o meno come questa.

Le macchinine a gettoni, uscito chiamai subito Andrea.

Lo conosceva avendomelo segnalato proprio lui, iniziammo una delle nostre „solite“ telefonate quotidiane, quella di fine giornata visto che le 18.00 erano già belle che passate, iniziando anche a lui a ricordare, raccontandomi delle fiere che frequentava con uno zio o i suoi genitori, precisando bene (da orso quale è 😉 ) che lui su quelle cose ci sarà salito tre volte in tutta la sua vita.

C’erano le famiglie, si usciva insieme.

Abbiamo ricordato le auto che venivano proposte dalle concessionarie di zona, i camion vetrina.

Ricordando cosa ci fossimo detti quella altra volta, non soffermandoci troppo visto che ne parlammo diffusamente.

Per arrivare a casa io avevo davanti un’ora e mezza circa e lui poco meno, lo lasciai discorrere mettendoci ogni tanto qualcuno dei miei di ricordi, cercando di inserirli al meglio fra i suoi tanto che la nostra chiacchiera durò a lungo, ci stavamo portando verso casa e lui ci riuscì prima di me.

Quegli autoscontri con le mascherine Alfa Romeo.

Le macchinine a gettoni, potrei scrivere che ci si divertiva con poco o chissà che altro, 😉 😉 .

Ma come direbbe mio figlio farei il matusa, quindi non approfondirò 😉 , il caro Andra non mancò di farlo e lo trovai sufficiente.

Mentre discorrevamo ci vennero in mente quei dolci, anche quelli marroncini duri come il cemento armato, le bancarelle con tanti giochi ed alcuni non esattamente desiderabilissimi 😉 😉 , quelle strane bevande piene di zucchero, tante altre cose, molti ricordi.

Foto non “nostrana” ma credo meritasse di essere proposta.

Sorridendo insieme.

Qualche volta prendendoci in giro, sapendo che siamo stati fortunati a vivere momenti come questi, in fondo eravamo fuori all’aria aperta e con i nostri affetti, magari qualcosa ci avrebbero preso o fatto fare (l’ho messo di proposito alla fine), mi è venuta una certa voglia di andare in una fiera, peraltro ho sempre preferito quelle fatte in paesi piccoli, è troppo tempo che non ci vado.

Fiere e ricordi.

Ecco, per una di queste in discrete condizioni ti vedi chiedere cifre importanti.

Sicuramente da metterci mano, parecchio peraltro, ma oggi inizierei volentieri a sistemarla.