DannataVintage.com

Jawa 350 GP – marchi spariti.

Jawa 350 GP.

Fonti: tutte dalla mia personale raccolta di libri e riviste. 

Una marca dell’Europa Orientale, una delle pochissime allora da quella zona provenienti, insieme alla russa Vostock e dalla ex Germania Orientale la M.Z. e pochissime altre.

la Jawa iniziò a cimentarsi con le corse già dall’anteguerra.

Con quasi tutte le moto progettate da un ingegnere inglese, J.W. Patchett che talvolta si dilettava anche a condurle in gare, molte erano moto da 500 cc bicilindriche bialbero e fronte marcia, con un motore dalle generose dimensioni ed un „imponente“ freno anteriore grande quasi come la stessa ruota sulla quale era montato.

Moto pesanti e di conseguenza non velocissime, sicuramente non quanto le nostre, ecco spiegato il motivo per cui venissero impiegate in gare e in circuiti „vicini“, con un pilota su tutti Gustav Hawel e con lui Frantiek Stasny, „il grande orso“ come alcuni vorranno ricordarlo, va assolutamente specificato che fra i due fu Havel a correre per più anni con le moto Jawa, con quasi tutti i miglioramenti successivi ai molti test a lui meritatamente riconoscibili, insieme riuscirono a rendere competitive le loro moto e nonostante l’avere come avversari team molto forti e piloti come Surtees e Hocking, specie Stasny riuscì a conquistare qualche podio e in pochi casi il gradino più alto.

Jawa 350 GP, fu soprattutto negli anni (metà) 50 e 60 che la Jawa iniziò a sviluppare moto più leggere.

Producendone un discreto numero di modelli ed esemplari, monocilindriche a quattro tempi e bicilindriche e quadricilindriche a due tempi, una gamma ben oltre quanto ci si potesse aspettare infine da una „piccola“ casa.

Con le quattro cilindri a due tempi guidate da Bill Ivy sembrarono poter duellare con le velocissime MV Agusta ed Agostini, che sino ad allora si era quasi abituato a vincere „““facile““““, un pilota fortemente voluto dalla dirigenza Jawa convinta che con lui potessero inseguire un loro grande sogno, essere competitivi e vincenti  nel Campionato Mondiale di Motociclismo.

Ma se tutto sembrava far presagire una sostanziosa serie di successi a Bill capitò un incidente.

Durante le prove ufficiali del Gran Premio della Germania dell’Est, era alla guida senza casco e guidando con una sola mano la sua moto, stava procedendo ad una velocità non altissima ma grippò (capitava spesso che le Jawa avessero di questi problemi), cadde battendo la spoglia testa sul guard rail dopo che li caso non allacciato si sfilò, morendo sul colpo.

Le due moto quattro cilindri del team ufficiale furono affidate a Stasny e Jack Findlay, con il secondo che ebbe un incidente molto simile a quello nel quale perì Ivy, dopo una grippata ad oltre 250 km/h e con il casco ben allacciato, rimanendo praticamente incolume.

Poco dopo arrivò il nostro Silvio Grassetti che si trovò subito bene con la sua moto, vincendo il GP Jugoslavo ad Abbazia, fu una sorta di canto del cigno per la Jawa che visto l’arrivo massiccio delle case giapponesi e costi per lei troppo alti, decise così di ritirarsi dal Campionato del Mondo di motociclismo.

Contagiri “inglese”, termometro del liquido., essenziale la sua strumentazione.

Jawa 350 GP, una moto direttamente prodotta dal suo reparto corse.

Ma impiegata nelle gare minori o come „moto maestra“, una di quelle che si utilizzava per far impratichire un nuovo e o giovane pilota, senza avere di conseguenza chissà quali ambizioni, comunque una motocicletta ben fatta, davvero leggera (90 chilogrammi) e maneggevole, con ottimi freni sia all’anteriore che sul posteriore, il tutto le consentiva di avere una ripresa eccezionale, che molti definivano „brutale“.

La Jawa 350 GP era affiancata anche da una versione più „piccolina“ la junior da 250 raffreddata ad aria (moto clienti), entrambe (però) avevano gli stessi identici e gravi problemi di tutte le altre moto prodotte dalla Jawa, visto che grippavano con troppa facilità, cosa che comportò la morte di altri due piloti, Boceck e Malina, finendo per farla conoscere come una marca pericolosa, fama che condivise con le Bultaco, le prime Aermacchi e Yamaha, chi più chi meno ma alla fine quello era, per tanti finirono per essere delle moto quasi da evitare, troppo pericolose.

Devo assolutamente specificare che le monocilndriche fossero ben più pericolose in caso di grippaggio rispetto alle pluricildriche.

Visto che nelle seconde in caso di grippaggio ed uno dei cilindri si bloccava gli altri per qualche istante continuavano a girare, rendendo meno immediato il bloccaggio della ruota posteriore e permettendo al pilota di reagire meglio, molto meglio, Sono piuttosto sicuro che se ne parlassi con il Pargolo lui non mancherebbe di sottolineare le profende differenze di materiali impiegati allora per realizzare dei pistoni, insistendo che quei grippaggi fossero dovuto quasi esclusivamente a dei materiali (quasi) scarsi.

Insistendo con il definire molte di quelle leghe non sempre adatte per un simile impiego, ma lo conosco 😉 😉 e così non glielo chiederò.

Scheda tecnica Jawa 350 GP.

Monocilindrica a due tempi.

Alesaggio e corsa 74 X 72.

Potenza massima 50 CV a 9.800 giri.

Carburatore Dell’Orto SSI 40 mm con vaschetta separata.

A cinque velocità il cambio.

Doppia culla il telaio.

La sospensione posteriore con il freno a tamburo, una marmitta a scarico libero.

SOSPENSIONI.

Anteriore telescopica.

Posteriore a forcella oscillante con ammortizzatore Girling.

Il freno anteriore, a quattro ganasce e doppia camma.

FRENI in lega di magnesio.

Davanti a doppio piatto da 230 mm.

Dietro da 200 a tamburo.

RUOTE.

3,5 X 18 posteriori.

3,o X 18 anteriormente.

PESO.

89 chilogrammi a secco.

VELOCITA‘ MASSIMA.

230 km/orari.

Sinceramente mi piace di più senza carene, ne apprezzo la pulizia del tutto.

Si correva.