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Guzzi Joverno – Moto in kit per correre.

Guzzi Joverno.

Una versione speciale realizzata da Francesco Joverno, un preparatore torinese con significative esperienze pregresse come motorista presso la FIAT.

La trovo decisamente molto bella e sportiva in questa foto, convinto che riesca ad esaltare l’ottimo lavoro fatto dal tecnico piemontese.

Privato delle culle sotto al motore, sostituite da una coppia di “”bretelle”” fissate ai fori posizionati anteriormente sul basamento.

In questa foto sono in evidenza i carburatori che sono rivolti in avanti viste le testate montate al rovescio.

In evidenza una coppa dell’olio che oltre ad essere stata sostituita era più capiente rispetto a quella di serie.

Volle realizzare una versione profondamente „alleggerita“ per le gare BOT, intervenendo sia sulla ciclistica ma soprattutto sul propulsore, facendolo con precisi interventi che lo portarono ad ottenere la moto che vediamo nelle foto.

L’interasse di 1397 mm, da considerarsi “ridotto” per una moto con queste caratteristiche.

Partì dallo stesso telaio che montava di serie la Moto Guzzi 850 Le Mans.

con profonde e precise modifiche, raggiungendo come risultato una moto che aveva un peso complessivo di SOLI 145 chilogrammi, cosa che per una Guzzi credo davvero possa sembrare a tutti noi un risultato pressoché impensabile.

Un telaietto realizzato in acciaio speciale, per poi essere “imbullonato” alla ciclistica principale.

La carrozzeria in vetroresina, con alcune parti prese in prestito da altre moto più o meno coeve, si noterà subito il serbatoio che condivideva con la Cagiva Mito (in lamiera d’acciaio), in tubi d‘acciaio il telaietto posteriore, le sospensioni Double System con un sei chili risparmiati (fra le scelte allora opzionabili).

Un forcellone con l’attacco originale del telaio Moto Guzzi, il mono-ammortizzatore prodotto dalla FAC.

La ciclistica rivista dal preparatore piemontese prevedeva una sospensione mono-ammortizzatore sul posteriore, compreso di un telaietto smontabile e forcellone in lega leggera.

Forcella Showa di origine Ducati, era infatti la stesa che dotava la 900 SS ma “rivista” dal capace tecnico piemontese.

Dalle foto non credo sia difficile intuire dove sia riuscito ad alleggerirla così efficacemente, mantenendola solida con l’impiego di materiali come i  tubi in acciaio al cromo-molibdeno.

Rispetto al telaio originale mantenne solo la parte superiore, come possiamo vedere nella foto qui sotto.

Da ex esperto motorista per la grande fabbrica d’auto italiana, sapeva dove e come intervenire sul motore, che peraltro aveva un ulteriore ed innegabile vantaggio, impiegando tubi imbullonati e così facilmente rimovibili lo „staccare“ il motore dal telaio era reso molto più facile e rapido.

Il motore della Guzzi Joverno ed alcuni fra gli interventi più importanti.

Le testate capovolte rispetto a quanto previsto dalla casa di Mandello e dei carburatori frontemarcia.

Partendo da quel bicilindrico che eravamo abituati a veder montato su una 850 Le Mans III.

Con nuove bielle in titanio, montate su un albero da 70 mm., partì da pezzi grezzi realizzati dalla Jet per poi lavorarne i fori di testa e piede.

Pistoni nuovi, modificando i forgiati prodotti/forniti dalla Duraldur.

Cilindri maggiorati con canne in ghisa, infine trattati con un riporto ceramico.

Prigionieri posizionati diversamente ed aggiustamento delle teste per poter capovolgere il propulsore Guzzi.

Alberi a camme costruiti dal nuovo ed azionati da un ingranaggio in Ergal (sostituendo la „classica“ catena).

In titanio ed accorciate le aste della distribuzione.

In acciaio gli alloggiamenti delle punterie, riportati nel basamento.

Maggiorate le valvole, da 51 quelle d’aspirazione e da 47 le scarico.

Bielle in titanio, realizzate direttamente nella sua officina partendo da dei “grezzi” prodotti dalla Jet.

In Ergal gli scodellini.

Unica la molla per il motore e „presa in prestito“ da quelle sue pregresse esperienze come motorista in FIAT (quella della 124 Abarth per capirci).

PHM Dell’Orto i carburatori scelti, si poteva sostituirne le valvole con quelle in avional trattato superficialmente (direttamente sviluppate e costruite da Joverno).

Lockhart il radiatore, con un impianto della lubrificazione dotato della stessa pompa dell’olio montata sulla Daytona di serie.

L’albero di origine Moto Guzzi, che veniva sottoposto ad un alleggerimento e conseguente nuova bilanciatura.

Volano alleggerito.

Frizione specifica per l’impiego in pista.

Guzzi Joverno, IL CAMBIO.

In lega leggera il tamburo scanalato ed in titanio i perni delle forcelle per ridurne le masse.

In una certa parte modificate le serie di ingranaggi con nuovi i rapporti per le prime tre marce, mantenuti originali invece quelli per la quarta e quinta marcia.

Viste dall’alto le teste del bicilindrico nelle loro “nuova posizione”.

Doppia accensione sulle teste.

Montava una batteria ridotta che alimentava il contagiri digitale e la spia dell’olio, da ricaricare alla bisogna vista l’assenza di un impianto elettrico.

Guzzi Joverno, su questa moto furono previste in primis alcune modifiche sugli ammortizzatori, qui infatti non sono ancora state montate le previste/opzionabili Double System.

Questa moto nasceva per correre su piste, nel 1996 lo stesso Francesco Joverno la guidava.

Moto in kit per correre.