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Il Lingotto – grandi stabilimenti.

Il Lingotto.

Una veduta aerea dell’area complessiva, eravamo nel 1923.

Quell’ex stabilimento fra i più citati e ricordati.

Trovandomi ad essere subito conscio che potrei rischiare di „ripetere“ cose già viste o già lette e rilette, provando a non curarmene troppo 😉 ma semplicemente desideroso nel poterci scrivere efficacemente qualcosa.

La rampa sud dove si intravvedono quei pilastri in cemento armato che leggeremo poco sotto.

Le cronache di allora lo definivano un luogo che aveva tutte le caratteristiche di un grande ed importante „centro commerciale“.

Io pensando a quelli di oggi fatico a fare dei paragoni e specie con quel suo occupare una certa parte di quella estesa zona, che occupava una parte della riva sinistra del Po tra la vecchia e nuova „Barriera Nizza“.

Il reparto verniciatura al terzo piano, era su una linea a trazione meccanica lunga 150 metri.

La zona del Lingotto con già le sue numerose fabbriche medie o piccole che fossero.

(Bello quel medie ha un sapore particolare diremmo), intersecato da lunghe vie e piccoli corsi che si incrociavano tutti, sfiorando quegli stabilimenti e le numerose botteghe presenti, con un qualsiasi passante invogliato a fermarsi da tante e belle insegne colorate e ben illuminate.

Qui la Fabbrica Italiana Automobili Torino fece costruire un nuovo stabilimento dove sviluppava e produceva le sue vetture, con quella prima parola avente un significato particolare vista la pista allestita sul suo tetto, un percorso dove (appunto) sviluppare e testare all’aria aperta ogni auto, ma tutto sommato lontana dagli occhi di un qualche concorrente „indiscreto“, non così visibile vistane l’altezza che lo faceva dominare su quasi tutte le strutture confinanti, perché sempre chi mi ha preceduto non manca mai di sottolineare che fosse più alto persino di uno dei pochissimi campanili vicini, come se volesse esaltarne ancora ed ancora la sua imponenza.

Mattè Trucco in una foto coeva.

Il Lingotto, Matté Trucco concepì quella struttura.

Che esaltò i Futuristi di allora, ed io da appassionato del „movimento“ potrei mai evitare di ricordarne, potrei non pensare allo stupore destato e magari ad alcune critiche più o meno facili ??!?!??

Con alcune fra le opere dove lui intervenne in qualità di progettista e o realizzatore.

Ma al Sig. Giovanni Agnelli piacque subito e pare senza farsi troppo influenzare dai tanti grattacieli visti durante uno dei suoi viaggi oltreoceano, ed aveva atteso nel presentare la richiesta di costruzione per evitare problemi burocratici o poter rischiare di avere qualsiasi impedimento.

Il Lingotto, si legga il tenore della Sua richiesta.

Si confida venga concessa l’autorizzazione richiesta, permettendo così alla nostra società di costruire in Torino uno dei più grandi stabilimenti esistenti.

Giovanni Agnelli.

Ma quella „fabbrica“ diventò necessaria alla famiglia per riuscire a soddisfare le tante richieste, specie dopo un paio di riconversioni dovute; resesi necessarie; fra un conflitto ed una crisi, passando da una produzione „militare“ e tornando a quella „civile“, ma prima o poi queste cose le rivedremo quando riuscirò a finire quanto ho iniziato a scrivere da troppo tempo sul Salone dell’Auto di Torino.

Così per dare un dato, provare a far capire meglio, dal 1914 al 1918 dai „vecchi“ stabilimenti Fiat uscirono quasi 61.000 veicoli di vario genere si ma quasi tutte automobili, un numero che rischiava di “far sbagliare qualcosa”, con una richiesta sempre crescente di modelli che fossero nuovi o „rivisti“, ecco che allora la necessità di quella elevata pista si intuisce meglio.

Grandi numeri impedivano di continuare a „testare“ le vetture sulle strette e „quasi“ affollate vie di quella che era sempre e comunque una grande città.

L’operaio entrando si trovava davanti una serie di macchinari in file ben ordinate, scelte seguendo quella che definiremmo una „logica produttiva“, senza quella „sorta di confusione“ che invece sembrava aver caratterizzato uno degli stabilimenti precedenti e non necessariamente il meno recente.

Qui eravamo nel 1920 quando stavano ultimando la pista sul tetto.

Il Lingotto, modernissimo dentro e fuori diremmo, ed aggiungerei perfettamente organizzato per la produzione continua.

I lavori iniziarono nel 1916, con il piano terreno completato nel 1917 in tempi record e finendo con la pista ultimata nel 1920-21.

Originariamente le sue dimensioni erano di:

507,30 metri la lunghezza.

80,5 metri in larghezza.

Cinque i piani uniti da altrettante traverse, con diverse altezze 6,80-5,00-5,00-5,20 più la pista sul tetto.

1.135 i pilastri necessari per sostenerlo nel solo piano terreno, con all’incirca 6.115 complessivi per tutti i piani e realizzati in cemento armato.

23.000 le tonnellate di cemento impiegate.

4.100 invece quelle di ferro per il solo cemento armato.

1936 vetrate e quasi tutte della stessa misura da 5,4 mt in larghezza ed 3,20 in altezza, con una misura complessiva di tutte le vetrate di facciata in 33.340 mq.

800 le tonnellate di ferro impiegate per quelle vetrate.

La Fiat 520 nella catena di montaggio dove venivano montate le ultime sue parti, eravamo nel 1929.

Quei cinque piani con una superficie coperta di 28.716 mq per ciascuno.

Con una superficie effettiva fra i vari piani di officine di 152.957 mq totali, senza considerare il piano di copertura della pista.

796.000 mq la cubatura totale del fabbricato.

Quattro i cortili da 96,30 metri.

Scale e scaloni in buon numero.

Tre vasche serbatoio per l’acqua montate sulle tre traverse centrali, ciascuna da 150 mc.

In un sotterraneo da 1134 mq le quattro caldaie per riscaldare, tubolari e funzionanti a nafta con una produzione complessiva di 15.000 chilogrammi di vapore per ora con una pressione di 12 atmosfere, i tubi per il riscaldamento con una lunghezza complessiva che andava oltre i ventisei chilometri.

14 Montacarichi 8 con una portata sino ad 8 tons e 6 fino a 4 tons, tre gli ascensori per il personale della direzione, gli operai vi accedevano grazie a dieci scaloni.

1923 corso per impiegate.

1925 scuola allievi operai.

Uno degli uffici tecnici “sparsi nella grande struttura.

Uffici tecnici.

Per le prove sui materiali un reparto appositamente allestito.

Laboratorio chimico.

La vasta sala mensa a disposizione di tutti i lavoratori e su più turni.

Un’ampia sala mensa.

Sala medica.

Il reparto grandi presse adibite allo stampaggio di alcune parti di carrozzerie.

Il Lingotto, con il veder arrivare definitivamente tutti i macchinari per la fine di febbraio del 1922.

Arrivò Sua Maestà Vittorio Emanuele III Re d’Italia quel 22 maggio del 1923 ad inaugurarlo, furono completamente meccanizzate le linee di montaggio solo nel 1925 e con una consistente produzione di Fiat Tipo 509.

1936 la pista durante il collaudo delle Fiat Topolino 1500 e le Balilla.

Il Lingotto, la Fiat anticipò tutti con quella fabbrica così moderna ed organizzata.

Lo sviluppo totale della pista sul tetto superava di poco il chilometro.

E di auto da testare ne ebbero e parecchie.

Con 23.309 automobili già il primo anno, ed arrivando oltre le 45.000 nel 1925 in quello stesso anno dovettero ampliarlo aggiungendo due ampi fabbricati laterali, sino a quel 1930 con quelle 100/120 vetture di serie al giorno, prodotte con due turni da otto ore, 18/20 minuti la “cadenza” della linea di produzione per ciascuna vettura.

Il Lingotto, come fabbrica FIAT chiuse nel 1982.

Si susseguirono vari progetti per „riadattarlo“, considerando che la famiglia non volle demolirlo ma lasciare in piedi quella struttura che segnò profondamente la produzione ed economia della città e in buona sostanza anche del Paese Italia.

 

Grandi stabilimenti.