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Achille Andreoli e Figli – storia motoristica italiana.

Achille Andreoli e Figli.

Sabato 17 aprile 2022 nel pomeriggio avevamo intenzione di fare un giro nelle vicinanze.

In un paese o qualcosa di non troppo distante dal Lido di Volano e magari non ancora visitato, sapendo che l’indomani saremmo andati a Comacchio (che adoro),  cercando sul telefonino fra i paesi vicini troviamo Codigoro, mia moglie conferma perché lo ricordava per averlo letto nel libro di un autore fra i suoi preferiti, Giorgio Bassani e il suo “l’airone”.

Una bella veduta del paese, peccato che piovesse, ci sono tornato apposta visto che le foto fatte la settimana scorsa erano “””peggio””” di queste 😉 .

 

Ok, da non troppo convinto porto fuori dal vialetto l’auto e partiamo.

Dobbiamo percorrere una quindicina di chilometri, cercando di farlo sulle strade presumibilmente meno trafficate,  ci arriviamo abbastanza velocemente trovando subito un parcheggio vicino a quella che oggi è una biblioteca che sembra in fase di restauro.

Iniziamo a camminare con la nostra Rottweiler Tatanka, subito sul fianco della biblioteca vediamo scritto qualcosa, uno stralcio di quel libro e ne vediamo altri poco distanti passeggiando e fermandoci a leggerli quasi tutti, ma ad incuriosirmi di più poco distante scorgo un cartello con alcune fotografie di auto e sotto una breve didascalia (foto in copertina).

Achille Andreoli e Figli, una fabbrica di automobili che iniziava la sua attività oltre un secolo fa.

Non lo sapevo e mi stupivo nel sapere che in un piccolo paese sulle sponde del fiume Po (senza voler offendere alcuno);  che prima non avrei manco preso in considerazione; c’era un’ importante fabbrica di auto che ebbe un certo successo e notorietà, alle volte.

Qui sotto una piccola serie di tre foto prese dalla rete: 

Subito mi viene in mente uno dei libri che mi ero portato da casa.

Uno di quei due o tre che cerco sempre di avere con me, per via di una sorta di “”non si sa mai”” o “metti il caso che”, o che sono solito leggere durante le pause lavorative, anche in quel week end li avevo portati con me, fra le prime cose caricate sull’auto.

I muri perimetrali della Andreoli, in via Lamberta a Codigoro accanto allo zuccherificio.

Chiedo ad un signore che stazionava poco distante.

Ma sembra non saperne nulla, torno allora alla mia auto per prendere quel libro con la copertina giallognola e piuttosto consumata dagli anni, inizio a cercare dove lo so trattare di marchi particolarmente datati, ma stranamente ci trovo poco o niente, me ne stupisco visto che prima di allora non mi aveva mai deluso.

Achille Andreoli e Figli, un’azienda che iniziava la sua attività nel 1912.

il Sig. Achille proveniva da Porto Tolle ed insieme ai suoi figli Argilio e Lino costruiva automobili a Codigoro, la fabbrica era in via Roma (l’attuale nome della via) e subito dopo aver lavorato per l’industria bellica del periodo la convertì alla produzione e modifica di auto ma solo alla fine del primo conflitto mondiale, quando decise di convertire vecchi autocarri e vari mezzi ex militari in automobili e mezzi commerciali “civili”.

Fra le “basi” molti ex FIAT.

Erano i 15 Ter, le vetture allora ricavate erano dotate dello stesso telaio e motore e quasi tutte realizzate con carrozzeria “tipo torpedo”.

Era diventata tanto importante dall’avere delle “filiali” a:

 Ferrara.

Milano.

Persino in Francia nella sua capitale Parigi.

Londra.

E Beirut.

Ad un certo punto e con un certo cipiglio volli insistere, chiamavo mio figlio invitandolo a prendere un libro e dicendogli dove provare a cercare, ma nulla manco mezza riga, cosa che capitava anche a me una volta tornato a casa dal week end e ripreso quel libro e tutti quelli dove presumevo di poter trovare qualcosa. 

Achille Andreoli e Figli, quel sabato pomeriggio oramai mi aveva preso il tarlo, volevo sapere.

Ma dove potevo potevo trovare informazioni o a chi potevo chiedere ???

Proseguivamo la nostra passeggiata sin fuori dal paese dopo aver visitata la piccola chiesa, aver letto un altro stralcio tratto sempre dal libro di Bassani ed anche quello sulla parete del municipio (foto qui sotto) vicino al bar del teatro, arrivando alla fine del paese e bevuto una tonica e il nostro cane dell’acqua.

Ma la mia testa era altrove ad uno dei miei scaffali, stavo pensando a quali libri o riviste avrei potuto consultare.

Tornando a Volano mia moglie mi chiedeva di quella fabbrica, le risposi che prima di allora non ne avevo mai nemmeno lontanamente sentito parlare.

Peccato che rientrato dal week end non sia riuscito a trovare un granché, anche dopo aver contattato la Proloco locale con il numero di telefono indicato sulla loro pagina FB e poi essere stato “deviato” da una gentile signora ad un altro numero, ricevendo solo molta cortesia ma nessuna info, ma non potevo arrendermi e così mercoledì nel tardo pomeriggio e dietro consiglio di mia moglie riprovavo contattando anche la biblioteca, mi rispondeva una cortese signora ma nonostante il suo cercare e chiedere ad una collega ancora una volta nulla, non riuscivo a trovare altre informazioni.

La cara bibliotecaria mi suggerisce di provare con un giornalista che si occupa da tempo di cronaca locale, eccomi allora cercare sulla rete e trovare lo stralcio di un suo articolo, tento un approccio scrivendogli un messaggio privato su fb, nel frattempo ricevo un messaggio w.up da mia moglie che mi gira il link di un gruppo e li vedo una serie di fotografie proposte dal Sig. Gianluca al quale invio un messaggio ricevendone risposta qualche minuto più tardi.

Mi gira un certo numero di foto e dopo averlo ringraziato mi vedo costretto a scrivergli che le avevo già viste in quel suo post ma stavo cercando informazioni, chiedendogli se ne avesse. 

Alle volte.