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ISO Competizione carrozzeria in plastica

ISO Competizione carrozzeria in plastica.

Realizzata in un piccolo cantiere di San Pietro in Palazzi, nei pressi di Cecina.

Quello di Vincenzo Catarsi specializzato nella costruzione di scafi da palude e dinghi in resine poliestere, con un guscio che risultava leggerissimo e sollevabile da sole due persone, veniva fissato all’autotelaio tramite delle generose piastre metalliche e dei bulloni.

ISO Competizione carrozzeria in plastica, con esperienze maturate nella produzione di idroscivolanti e barche in resina.

Non poteva che dare una certa sicurezza a chi voleva montare su vetture da competizione certe carrozzerie, in un materiale che potrebbe sembrare non adatto o “fragile” visto l’impiego e le sollecitazioni.

La carrozzeria nella sua fase finale, quasi ultimata.

Le linee rimasero praticamente immutate fra la versione in plastica e quella in lamiera d’alluminio.

Ma con il peso della scocca ridotto di un quarto, permettendo alla vettura di raggiungerne uno complessivo sotto i mille chilogrammi a tutto vantaggio del rapporto peso potenza.

ISO Competizione carrozzeria in plastica, la decisione fu presa dopo alcuni dissidi.

La mia proposta di oggi mira a far ricordare come nascessero certi rapporti.

Fra una casa automobilistica conosciuta in tutto il mondo ed un “piccolo” cantiere navale senza alcuna esperienza in carrozzerie per auto da corsa, erano anni profondamente diversi dove era necessario un certo coraggio, visti i rischi che si potevano correre, sulla solidità o “solo” per un ritardo nelle consegne, ma questa è una storia che mi è piaciuta, tanto.

Foto scattata fuori dal cantiere navale, con una carrozzeria pronta per essere montata.

Le carrozzerie in materiali diversi.