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Carrozzeria BRIANZA – Motorismo storico italiano. 

Carrozzeria BRIANZA.

Carrozzeria BRIANZA e la Zagato, alcuni cenni storici – Erano tre i soci di maggioranza per la Carrozzeria Zagato.

  • Cesare Francia, Aurelio Moro e la baronessa Ruby Nalderl.
  • Furono loro nel 1932 a decidere che non potesse continuare dopo la crisi che colpì il mondo nel 1929, seppur lo avesse fatto con un leggero ritardo con certi settori del nostro paese.

Nel 1932 la posero in liquidazione rilevandone lo stabilimento e tutte le maestranze.

  • Fondarono la Carrozzeria BRIANZA.
  • Offrirono ad Ugo Zagato una quota di minoranza purché lui ne diventasse il Direttore Tecnico.
  • Il Sig. Ugo e la Alfa Romeo di occuparsi della 6C 1750 Berlina, pare vi fosse un accordo da tempo.
  • Decise di dedicarsi unicamente a quel progetto ed abbandonò la BRIANZA.
  • Pare convinto da certi finanziatori e fra questi un nome sembrava emergere su tutti, Vittorio Ascari (il fratello di Antonio).
  • Con loro acquisì la Carrozzeria Dux, per poi fondare la Ugo Zagato & C Anonima Carrozzeria in via Marco Traiano n° 38, vicinissima allo stabilimento del Portello.

Ma la commessa della Alfa Romeo non arrivò.

  • Ugo Zagato (1934) si vide costretto a tornare alla BRIANZA; da consulente; ma ancora una volta per un breve lasso di tempo.
  • Coinvolse una nuova finanziatrice Teresa Johnson e con lei fece nascere l’ennesima nuova carrozzeria, La Zagato di Via Corso Sempione n° 25.
  • Partì con maggior cautela, occupandosi quasi esclusivamente di vetture danneggiate; da risistemare; una carrozzeria nel vero senso della parola per intenderci.

Alcune erano in condizioni talmente pessime che non essendo riparabili fornirono comunque un discreto numero di telai usati, utilizzati come base per una ridottissima produzione di auto sportive, alcune colpirono delle importanti squadre corse e fra queste la Fiorentina De Rham e l’Ambrosiana, grazie a quei lavori la Carrozzeria Zagato sembrò poter risorgere, iniziò ancora una volta a produrre auto proprie, alla fine del decennio ’30 arrivavano alcune barchette realizzate utilizzando come base la Fiat 500 Topolino.

La BRIANZA chiuse nel 1938, Zagato ne rilevò la commessa per le cabine degli autocarri Isotta Fraschini, ma vicende alterne e non sempre positive lo fecero chiudere e riaprire altre volte, ma questa è la storia della Carrozzeria BRIANZA e perciò preferisco fermarmi qui.

Tutto partiva nel 1932 come conseguenza di scelte altrui.

Ini Viale Brianza arrivava una nuova carrozzeria che prendeva la denominazione della via in cui aveva la sede, esordendo quasi subito al Salone dell’Auto di Milano, presentando una discreta gamma di veicoli, piuttosto buona considerandone l’essere recentissima.

Isotta Fraschini Tipo 8 A – 1933.

Le auto di quel Salone a Milano.

L’anno successivo presentò la sua versione di una Isotta Fraschini.

La carrozzeria nera con finiture bianche, gli interni in pelle e raso con guarnizioni in avorio, l’ebanisteria a laccatura giapponese, lavori eseguiti dal Professor Cristian uno specialista del genere.

1935 Isotta Fraschini Aerodinamica – Salone di Milano.

Quel 1933 fu molto probabilmente il miglior anno per la piccola carrozzeria milanese.

Con quelle auto arrivarono importanti riconoscimenti anche dall’estero.

Con il giornale francese “Auto Carrosserie” che ne fece un’ottima recensione: felicitations à la Carosserie Brianza pour cette rèalisation, certainement unique au monde qui attira tous les regards au Salon Italien.

Questa piccola carrozzeria iniziava ad affermarsi su un mercato che di capaci ed ottimi protagonisti sembrava averne già abbastanza, a confermarlo vanno anche ricordate le consistenti commesse di “carrozzerie tipo Zagato” avute nel biennio 1934-35.

1935 Carrozzeria BRIANZA.

Un successo sportivo diede ulteriori conferme, i primi tre posti alla Mille Miglia ottenuti dalle Alfa Romeo carrozzate dalla Brianza.

Alfa Romeo 6 C 1500 G.S. Del 1932 carrozzata dalla BRIANZA.

Carrozzeria BRIANZA Salone di Milano 1935.

Presentava due sue versioni della berlina Isotta Fraschini otto cilindri:

Ma stava arrivando un vero flagello, umano ed industriale, la Seconda Guerra Mondiale.

Con la Carrozzeria BRIANZA nei suoi ultimi anni occuparsi di carrozzerie industriali (costruì il motocarro Bondone), diventando nota anche per le vetture a gasogeno DUX (quasi tutte Isotta Fraschini di cui era concessionaria ufficiale).

Motorismo storico italiano.