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Gilera GSA 50 cc, ed un grande designer

Gilera GSA 50 cc, ne aveva uno una signora, lo usava per andare e venire da casa sua al piccolo alimentari che gestiva.

Ci passavo davanti molto spesso, magari tornando da scuola o da una giretto in piazza con gli amici, mi era sempre piaciuto quel suo scooter.

Peccato che ne abbia visti pochissimi, me lo sono chiesto spesso il motivo, era ben fatto, “diverso” dai soliti, trovo che avesse una linea molto moderna per quegli anni.

Mettiamoci anche che era prodotto dalla Gilera, non esattamente un marchio sconosciuto e/o considerabile poco affidabile.

Seppur non lo paragonerei mai a quello che considero il capolavoro fra i motorini, l’Innocenti Lui,  lo trovo ben fatto, specie per un importante aspetto che ho evidenziato alla fine.

Un esemplare in vendita tenuto benissimo.

  

Un giorno, faceva molto caldo, la sete mi spinse ad entrare nel piccolo negozio per prendermi una acqua tonica bella fresca, entrando vidi la signora seduta sul solito sgabello.

Mentre pagavo la bibita le chiesi come si trovasse con quel motorino

mi raccontò che glielo aveva regalato la figlia, dopo che suo marito, stancatosi quasi subito, decise di prendere una piccola moto.

Va bene, molto bene, non è un fulmine, ma non vorrei che sia il mio peso ad incidere sulle prestazioni, lo disse sorridendo, a denti stretti, con uno sguardo allegro.

Ci fermammo a fare due parole, mentre sorseggiavo la mia tonica, subito pose l’accento sul suo cruscotto, definendolo molto moderno, forse anche “strano”, secondo lei.

Sai ero abituata con la mia piccola Vespa, che aveva una strumentazione più “essenziale”, ma poi alla fine io guardo solo a quanto sto andando e se sono in riserva.

Gilera GSA 50 cc, il cruscotto della versione “lusso”.

Quel giorno era pulito, più del solito, pare che la figlia il sabato prima (era lunedì), visto che non fosse pulitissimo, l’aveva lavato, facendo un ottimo lavoro.

Consuma molto???

no, non mi sembra, per carità, lo uso poco, ci farò 5 o sei chilometri al giorno, lo sa dove abito, io annuii per cortesia pur non sapendolo.

Nel mentre arrivò la Sig.ra Forensi per prendere della verdura, rimasi li da solo con quel Gilera, ne approfittai per guardarlo meglio.

Obbiettivamente era ben rifinito, mi piacevano molto i due profili laterali in plastica e la seduta, con una piccola e particolare sella, subito dietro uno spazio che intuivo servisse per riporre piccoli pacchi.

Gilera GSA 50 cc e quella marmitta cromata dalla forma “strana e generosa”

con il logo Gilera in bella evidenza, i piccoli cerchi ruota con un bel disegno, l’ampia zona dove poter comodamente appoggiare i pedi.

Decisi che l’indomani sarei andato da Nicola, nel suo negozio di cicli e motocicli per provare ad informarmi, lui era sempre molto informato e gentile.

Passarono un paio di giorni, oramai quel motorino era stato quasi dimenticato, era estate avevo altre priorità 😉 .

Una mattina tornando a casa, appena uscito dall’ascensore mi chiamava il Sig. Pergher, il protagonista del post sulla Opel Kadett, dicendomi che, se volevo, aveva delle riviste sui motori da regalarmi, ne aveva troppe, la moglie si era stufata di tenerle sul mobile del salotto.

Si noti fra le varie la foto del telaio.

Io subito gli risposi di si, e nel mucchio ce ne era una sulle moto, e sfogliandola ci trovai la pubblicità del Gilera GSA 50 cc.

L’ho ripresa in mano proprio oggi quella “vecchia” e sciupata rivista, e quella pubblicità diceva:

Addio all’età del ferro

Gilera ha inventato un nuovo scooter

non più graffi, ruggine, ammaccature

tutto vestito da una fortissima carrozzeria antiurto

Gilera GSA 50 cc ti conquista con la sua linea grintosa…………

Oltre a quella carrozzeria, aveva un telaio a trave di acciaio portante, molto solido, rinforzato nelle zone di maggiore sollecitazione (canotto dello sterzo, attacco delle sospensioni e del motore), per preservarlo da ruggine e corrosione veniva sottoposto al trattamento di cataforesi.

Il suo propulsore era dotato di una frizione automatica e del variatore di velocità, per migliorare sia la ripresa che l’accelerazione.

Grazie alla frizione elettronica il moto veniva trasmesso alla ruota tramite la manopola dell’acceleratore, e con il variatore di velocità si riusciva ad avere il miglior rapporto in funzione del carico, la pendenza della strada, la velocità.

La manopola sinistra permetteva di disinserire la trasmissione, consentendo di spostare il motorino come fosse una bicicletta.

Le sospensioni

posteriormente era un mono-ammortizzatore idraulico, anteriormente una forcella telescopica.

Le riviste dell’epoca lo definivano un motorino con una discreta guidabilità, con una buona accelerazione, e l’affidabilità era quella di un marchio come Gilera, tutte le recensioni lette sembravano piuttosto positive, ma restò un motorino poco venduto, un vero peccato secondo me.

Erano due le versioni del Gilera GSA 50 cc

il Base ed il Lusso, dove il secondo aveva una maggior dotazione nel cruscotto e negli indicatori di direzione.

Nello specifico il cruscotto della versione Lusso aveva il contachilometri, indicatore per le luci di posizione, la riserva del carburante, i segnalatori di direzione.

Scrivevo poco sopra sulla sella e quel portapacchi dal design azzeccatissimo.

Nella stessa zona si trovava il tappo del capiente serbatoio, e sotto era stato ricavato un piccolo “pozzetto” dove riporre gli attrezzi in dotazione o, all’occorrenza, piccoli oggetti.

Cenni storici

Lo scrivo qui, alla fine, non perché lo consideri poco importante, tutt’altro, esattamente il contrario, è per me uno degli aspetti peculiari che mi ha spinto a proportelo.

Nel 1977 Paolo Martin lo disegnò, un genio assoluto, anticipando di molto le tendenze future, nel 1977, con linee molto futuribili, il primo scooter in plastica, con una strumentazione così ricca e particolare.

Presentato dalla Gilera nel 1982, in un periodo piuttosto difficile per lei, con l’intenzione di entrare in un mercato sino ad allora nettamente dominato dalla Piaggio con la Vespa, senza ne voler ne dover “infastidire” la casa madre.

Paolo Martin venne incaricato dall’ingegner Vianson, direttore generale Gilera, per creare qualcosa di diverso

con appendici in plastica e/o gomma che fossero facilmente smontabili e sostituibili, sia per il cliente che per l’azienda qualora volesse aggiornarlo negli anni senza dover spendere troppi soldi.

Costruito grazie anche ad importanti collaborazioni:

I lamierati venivano realizzati a Torino dalla Maggiora

le plastiche dalla AG International sempre a Torino

il motore dalla Motovespa spagnola, utilizzando la versione da 60 cc con una cilindrata ridotta a 49 cc.

A nessuno viene in mente un altro scooter arrivato qualche anno dopo, magari il Booster ??????

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