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Citroen Karin, e quei prototipi vintage

Citroen Karin, venne presentata al Salone di Parigi nel 1980, in uno stand Citroen “povero” di novità, un prototipo che ricordava una “piramide”.

Nell’abitacolo tre soli posti, con quello del guidatore in posizione centrale, due sole porte con una apertura ad ali di farfalla.

Questa foto rende perfettamente l’idea sul come la sua forma ricordasse una piramide.

Il posto del guidatore era più avanzato rispetto agli altri (soli) due posti per i passeggeri.

Karin (carina) ???

Disegnata dal  designer italo-francese Trevor Fiore, che era il responsabile del reparto styling della Citroen, ne realizzarono solo un esemplare seppur completo di tutto, a costruirlo fu la Carrozzeria Coggiola.

Sulla sinistra si può vedere quel “computer”.

La plancia della Citroen Karin.

Molto moderna, con molti comandi e tutti a portata di mano, dotata anche di una sorta di computer che su uno schermo proiettava lo stato della strada e del veicolo.

Si noterà subito che il sedile del guidatore fosse montato più in avanti rispetto agli altri due laterali.

Il colore scelto per questa concept fu un non convenzionale marrone.

Una curiosità:

se già guardando questa auto si può intuire che il designer fosse una persona “estrosa”, pare che a confermarlo fosse anche il fatto che modificò il suo cognome.

All’anagrafe si chiamava Trevor Forst.

Lo modificò utilizzando il cognome italiano della madre, perché convinto che un cognome italiano, in un periodo in cui i migliori designer arrivavano dal nostro paese, potesse aiutarlo.

I fanali, gli stessi che montava un’altra Citroen, la SM.

La Citroen Karin ????

Era un veicolo creato per una futura produzione di serie, o forse era un esemplare dalla quale poter prendere spunto per un qualche modello successivo?

Aveva una linea troppo “particolare” per una vettura di classe media che potesse far bella mostra di se in una concessionaria del marchio?

L’apertura delle portiere ad ali di farfalla, verso l’alto quindi, poteva essere considerabile per delle berline “di serie” ??

Sedile guidatore e cruscotto centrali.

La motorizzazione:

un quattro cilindri, la trazione anteriore, attingendo a quanto era già disponibile in casa, l’auto presentata era completa, funzionante in tutto.

Il posteriore non mi fa impazzire.

Sospensioni:

dotata di quel tipo di sospensioni che erano diventate un “marchio di fabbrica” per la casa francese, le idropneumatiche.

Personalmente:

belle le linee del cofano e dei fianchi anteriori, si raccordano molto bene con quel parabrezza quasi a triangolo.

Trovo  la parte posteriore non così “azzeccata”, troppo squadrata e con dei fanali troppo grandi, invece davvero interessante la vetratura che segue quella già vista sull’anteriore.

E quel parabrezza alto e stretto finisce su un tetto dove le dimensioni del lamierato erano le stesse di un foglio A3.

Le ruote posteriore parzialmente “coperte” dalla carrozzeria temo la appesantisca, nonostante non sia certo la prima che vedo una soluzione del genere.

Esteticamente aveva tutti i crismi per poterla definire una coupé, internamente gli spazi a disposizione dei tre passeggeri erano gli stessi che avrebbero potuto trovare su una “berlina da famiglia”.

Con una distribuzione delle sedute e loro spazi “azzeccata”, le finiture e gli assemblaggi (dalle foto) sembrano molto buoni, si percepisce una certa comodità.

I cerchi ruota, magari avrei provato a montarne di più adatti, le ruote sembrano coperte da un qualsiasi copriruota, un’auto con simili linee meritava altri cerchi.

Concludendo credo che questa concept seguisse il disegno, i desiderata, “le voglie”, di alcune fra quelle proposte in quegli anni.

Auto “futuribili”, con carrozzerie (molto spesso) lontanissime rispetto ai modelli di serie, con soluzioni che molto spesso non venivano mai utilizzate.

Permettetemi di notare che la Lancia Sibilo, disegnata da Marcello Gandini, possa aver “ispirato” questa concept del designer Trevor Fiore.

Citroen Karin, e quei prototipi vintage