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Alfa Romeo 6C 3000 CM Pininfarina Superflow IV

Alfa Romeo 6C 3000 CM Pininfarina Superflow IV.

Il logo Pininfarina presente sull’auto.

I pannelli possono scorrere verso il basso e all’indietro sotto il lunotto, trasformandosi rapidamente da coupé a cabrio.

Davvero bella la griglia che scorre sotto tutto il fondo laterale della Alfa Romeo 6C 3000 CM Pininfarina Superflow IV.

 

Le prese d’aria sui fianchi anteriori.

 

Una chicca per l’epoca e l’essere un prototipo l’avere anche per la ruota di scorta un cerchio a raggi.

I capolavori, quel genere di auto che credo possa lasciare a bocca aperta chiunque, facendolo subito ed istantaneamente.

Una vettura subito pensata per essere una show-car, cosa che mi fa desumere che difficilmente sarebbe poi potuta entrare in produzione, salvo utilizzarne alcune soluzioni e/o tratti delle linee su alcune delle successive visto che secondo alcuni da questa si iniziarono ad intravvedere alcuni tratti della successiva Alfa Romeo Duetto (1966), con la III versione che credo sia quella che più ce la fa ricordare.

Presentata al Salone di Ginevra del 1960 nella sua versione „definitiva“.

Per poi essere consegnata ad un concessionario Alfa Romeo in Colorado e rimanere negli Sati Uniti per un buon lasso di tempo, sino a quando entrò a far parte della collezione Rosso Bianco Museum di Peter’s Kaus, tornando così in Europa ed entrando a far parte di una delle più note e numerose (più di 200 auto) collezioni di auto.

Una due soli posti che con quel tetto in plexiglass apribile si trasformava velocemente da coupè a Cabriolet.

Veramente splendido il telaio in acciaio cromato che sorregge la struttura in plexiglass del tetto.

Alfa Romeo 6C 3000 CM Pininfarina Superflow IV, derivata da un’altra Alfa Romeo.

La 6C 3000 CM Colli Coupè (otto esemplari) una vettura per le competizioni di durata, due di quelle otto furono opzionate per un uso diverso, con una modificata dalla Carrozzeria Boano che finì con l’essere una delle auto del Presidente Argentino Peron, una seconda auto consegnata alla Carrozzeria Pininfarina (telaio 00128) e dopo avergli chiesto di trasformarla in un’auto stradale.

Numero di telaio completo AR1361.00128 e numero motore AR1311.00508.

Quel numero di telaio ha una certa importanza visto che a quanto pare la vettura originaria; la 6C 3000 CM Carrozzeria Colli; fu utilizzata da Juan Manuel Fangio quando arrivò secondo alla Mille Miglia del 1953.

Alfa Romeo 6C 3000 CM Pininfarina Superflow IV, ma perchè quel IV ????

Perché quella che stiamo vedendo nelle foto di oggi è la QUARTA VERSIONE della vettura approntata/modificata da Pininfarina.

Pininfarina Alfa_Romeo 6C_3000CM Superflow 1 1956.

Foto 2, Pininfarina Alfa_Romeo 6C_3000CM Superflow 1 1956, qui si vede abbastanza bene dove fosse la striscia nera.

MKI la prima versione del 1956.

Era bianca con una striscia nera, vista la prima volta al Salone di Torino, con un ampio utilizzo del plexiglass che copriva le ruote (aperte) anteriori ed i fanali, con le parti del tetto apribili ad ala di gabbiano ed incernierate fra loro, sul posteriore aveva due pinne.

Pininfarina Alfa Romeo 6C 3000CM Superflow 2.

In questa seconda foto della Pininfarina Alfa Romeo 6C 3000CM Superflow 2 si nota ancora la presenza delle pinne posteriori.

MKII sempre nel 1956 pochi mesi dopo aver presentato la MKI.

Privata di quasi tutte le parti in plexiglass (sostituite da del vetro) fuorché quelle che coprivano i fanali, con un nuovo frontale più affusolato e realizzato in acciaio, il colore un rosso brillante con delle strisce bianche sul cofano e fianchi.

Il cofano anteriore della Pininfarina Alfa Romeo 6C 3000CM Superflow III è subito riconoscibile per essere praticamente lo stesso della versione definitiva, la IV.

Il Salone di Ginvera del 1959 e la terza versione.

Arrivava la Spider Super Sport Superflow III con un tetto apribile e senza plexiglass sui fanali, molto ben riuscita la nuova coda, che dopo essere stata ridisegnata e privata delle pinne presenti sulle due versioni precedenti risultò molto più “sobria” ed elegante (parere personale ovviamente).

 

Eleganti davvero i suoi sedili come tutto il resto degli interni.

Probabilmente non ancora soddisfatti decisero di modificarla ancora e finalmente ne presentarono la versione definitiva nel 1960.

Ed ancora al Salone di Ginevra, tornando al plexiglass utilizzandolo per il tetto, con una forma a cupola e sorretto da una barra longitudinale in acciaio cromato ed ancora una volta per la copertura dei fanali, soprannominata Coupé Super Sport Speciale.

La scritta Super Sport, quella che era anche il soprannome della versione definitiva.

Il muso della definitiva MKIV, molto simile a quello della versione precedente la MKIII.

Alfa Romeo 6C 3000 CM Pininfarina Superflow IV, Competizione Maggiorata

Mettiamoci che oltre a quel suo essere esteticamente così bella sotto il cofano monti un 3495 cc da 275 cavalli a sei cilindri (6C) con sei carburatori singoli Weber 48 DOM, doppio albero a camme in testa e la lubrificazione a carter secco, progettato da Giuseppe Busso ed in grado di raggiungere i 250 km/h.

Montato su un telaio spaceframe autoportante tubolare in tubi di acciaio (lo stesso della 6C 3000 CM), quello che era assolutamente un telaio da competizione.

Cambio a 5 velocità.

Freni a tamburo idraulici con le alette in alluminio sulle quattro ruote.

Sospensioni anteriori indipendenti, posteriori con molle elicoidali ed ammortizzatori su assale De Dion.

 

Esteticamente bellissimo questo propulsore.

Un’auto splendida, realizzata dalla stessa Carrozzeria che negli ultimi anni ci ha fatto vedere la Alfa Romeo 2uettottanta, due fra i suoi capolavori.

La presa d’aria sul cofano anteriore fu rivista un paio di volte prima di decidere quella definitiva.

Capolavori.