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Formula V – piccole formule crescevano.

Formula V.

In America la Formula Volkswagen.

Delle piccole monoposto che iniziarono a correre l’agosto del 1963 a Daytona per la prima volta, da molti subito soprannominata “la Formulina”, così almeno leggo in uno dei miei libri.

In Europa debuttò il 04 luglio del 1965 sul circuito del Norisring (Norimberga).

Con un sorprendente numero di appassionati lì confluiti, per poi tramutarsi qualche anno dopo in Super V passando dai 1200 ai 1600, che oltre ad essere ragionevolmente più potenti erano più “elaborabili” raggiungendo valori in “cavalleria” ben più cospiqui.

La vista posteriore della “vetturetta da corsa”, dove quella gomma copre il motore VW 1200 cc e si vedono i quattro scarichi.

L’Ingegner Fuchs di Leonber (una cittadina tedesca), allora un noto progettista e costruttore.

Ne realizzò una avvalendosi di precedenti esperienze fatte dalla “Beach Racing Cars” e dalla “Formcars”, sapendo di dover rispettare le normative previste dalla SCCA (Sport Car Club Association), con fra le “basiche” il dotare la vettura di motore e trasmissione prettamente di serie come anche le ruote  freni e sterzo (parti prese dalle berline VW 1200).

Costruita dall’Ingegner Fuchs carrozziere della Porsche in una vista di tre quarti.

Sul regolamento erano indicate le modifiche possibili:

Variavano con la frequenza necessaria affinchè le prestazioni potessero essere migliorate senza dover spendere cifre importanti, le monoposto partecipanti venivano aggiornate con pezzi di ricambi provenienti dalle vetture di serie ed in produzione.

La ridotta sezione frontale ben visibile in questa foto.

Formula V, dalle foto è facile notare una sezione frontale piuttosto ridotta.

La posteriore (altrettanto non grandissima) doveva contenere i quattro tubi dello scarico e il motore, carrozzeria (realizzata o in fibra di vetro o di carbonio) montata su un telaio tubolare a traliccio.

Essendo il costruttore tedesco allora un carrozziere ufficiale della Porsche, realizzò la protagonista di oggi nelle sue ore libere, riuscendo a mantenerne il costo nell’ordine dei 10.000 Marchi, non superando il 1.500.000 di Lire al cambio in vigore nello stesso periodo.

Il telaio in traliccio di tubi a zezione tonda con le sospensioni appositamente modificate.

La Formula V vide diversi specialisti/telaisti cimentarvisi.

Fra questi anche la Grac (costruiva ottimi telai); visto che nelle intenzioni voleva essere una valida alternativa per chi non poteva spendere le stesse cifre necessarie per altre Formule ben più dispendiose, magari quella Ford (molto in voga allora).

Forse nemmeno così essenziale la strumentazione.

La Formula V vide fra i suoi protagonisti piloti del calibro di:

Con un elenco corposo che ne vide molti altri correre nella stessa Formula in diverse parti del globo.

Provando ad attualizzare l’allora costo medio per una di queste “vetturette da corsa”.

Potremmo scrivere che oggi, per averne una nuova la cifra si aggirerebbe intorno ai 40/42.000 Dollari e spesso molte venivano vendute da usate o noleggiate, oggi l’esperienza della Formula V prosegue con competizioni sparse in diversi paesi ma ancora con precise regole e paletti. 

Personalmente.

Con le auto dotate della stessa meccanica emergeva il pilota più che in altre Formule e competizioni.

Partendo tutti più o meno alla pari, con differenze si importanti legate ad un dato telaio o un meccanico più capace di altri, ma li finendo.

Un tipo di competizioni dove la velocità non è mai stata così rilevante, 120 km/h la velocità massima in quel periodo.

Senza dover sborsare chissà quali cifre per guasti o reperire parti di ricambio (facilmente trovabili).

Le regole permettevano di avere un’auto competitiva per un certo lasso di tempo (anche dieci anni).

Un tipo di competizione “popolare”, usufruibile da tanti.

Piccole formule crescevano.