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Garage meccanico anni ’60.

Garage meccanico.

Vecchie statistiche, 1966.

Per poi restare parcheggiata per le restanti 22 23 ore, quando si riusciva od avere un abbonamento in un parcheggio pubblico o privato quello di una concessionaria o del condominio (che nei numeri erano all’incirca 150.000 posti auto), con molte essere lasciate in strada.

L’auto inserita nel vano montacarichi e bloccata dall’operatore, pochi i minuti necessari per caricarla e sistemarla nello spazio sottostante.

A Milano.

Circa 607.000 i veicoli circolanti una vettura ogni sei abitanti.

Le dimensioni di un’auto i suoi ingombri spingevano spesso a scegliere un modello piuttosto che un’altro (con un’auto “grossa e lunga” la fatica aumentava), per quel tipo di auto si pensò ad una soluzione nuova e diversa.

Il garage meccanico una novità.

Un’area occupata da una torre monta-macchine occupante lo stesso spazio orizzontale di qualche parcheggio con le strisce e verticalmente in grado di ospitarne un numero maggiore, gli unici spazi “vuoti” quelli occupati dalle corte rampe per accedervi e senza i corridoi e le rampe di salita/discesa di un qualsiasi altro parcheggio sotterraneo.

L’auto entrante nel nuovo autosilo passando sul carrello di trasbordo, il guidatore scendeva con la sua autovettura controllata dai dispositivi meccanici.

Una struttura nuova e priva di piazzole di manovra con l’automobilista non più costretto a percorrere spazi per trovare un posto o fare manovra, risparmiando il 60% di spazio rispetto ad un tradizionale garage a rampe.

Garage meccanico i vantaggi.

Mono-vetture le cabine, con impianto in grado di spostare ogni automobile in uno degli spazi liberi.

Qualcosa di molto simile ad uno di quelli visti in un film, Fast & Furiors tokio Drift, ma pensato nel nostro paese quasi sessant’anni fa.

Anni ’60.