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Miei ricordi su le auto in scala

Miei ricordi su le auto in scala.

Ho nitidissimi ricordi di questo periodo in cui mi trovavo nella mia camera seduto alla mia scrivania.

Con davanti alcuni modellini di auto, quasi esclusivamente in scala 1:18 però, alcune in scatole di montaggio della BBurago.

Spesso piuttosto “particolari” le pubblicità della BBurago.

Sin da piccolo ho sempre avuto una nettissima preferenza per due marchi „nostrani“, la Polistil e la BBurago.

Con pochissimi esemplari di quella marca che è diventata una passione in anni ben più avanzati, solo oggi posso dire di possedere un discreto numero di Matchbox, non impazzivo per le 1:43 che invece erano un’autentica passione per un mio cugino ed un paio di amicissimi di papà, solo negli ultimi 15 20 anni anche io ho iniziato a prenderne, ma pochissime.

L’effetto fango tipico su alcuni modelli della Polistil, oggi hanno quotazioni in certi casi elevate se in ottime condizioni.

Mentre cercavo l’ispirazione.

Me ne stavo come spesso capita seduto sul mio divano davanti alla stufa a legna, sfogliando due o tre vecchie riviste appena prese dalla libreria, in un vecchio Quattroruote del luglio 1977 ho trovato una certa parte di quanto stai per leggere.

Ne avrò avute forse tre della Mebetoys, forse anche perché non ne ricordo moltissime fra le disponibili nei negozi vicini.

La Barlux era specializzata sulla Campagnola della Fiat.

             

E‘ esploso il boom degli 1:25.

        Che cosa sono gli 1:25 ?

        Sono modelli d’auto in metallo lunghi circa una spanna, cioè mediamente in scala 1:25 (si possono includere fra essi anche gli 1:20 1:23 e 1:24che sono pure numerosi ed interessanti).

        Quella dei modelli 1:25 è una produzione tutta italiana, siamo stati infatti proprio noi a lanciarli qualche anno fa mentre imperavano ovunque gli 1:43, e oggi sono proprio le nostre fabbriche a monopolizzarne la produzione.

        Segue un elenco dove vengono elencate le principali aziende produttrici in ordine di anzianità:

Togi – Polistil – Mattel/Mebetoys – Bburago – Barlux – Casadio.

Catalogo e scatola con il logo della casa produttrice.

Miei ricordi su le auto in scala – la Togi.

Specializzata in vetture di serie e da corsa Alfa Romeo in scala 1:23, una ventina i modellini prodotti fra quelli nuovi e quelli „datati“, fra questi emergeva l’Alfa 1750 del 1930 prodotta anche in versione Mille Miglia.

Paola Pitagora e Polistil.

Polistil ( io la adoro letteralmente) sempre nel 1977.

Una quarantina i modelli prodotti fra le versioni „base“ e le varianti, con vetture di serie sia Italiane che estere, comprese quelle da corsa da  rally e delle Forze dell’Ordine.

Mattel-Mebetoys.

Venti i modelli prodotti in quegli anni fra „base“ e varianti, anche lei concentrò una parte della sua produzione su quelle da rally e qualche fuoristrada, la scala 1:25 con un paio di modellini che sembravano ben spiccare su altri, le Alfa Romeo 159 GP e P2.

BBurago (la mia seconda preferita).

Fra „base“ e varianti erano 25 i modellini totali, tutti in scala 1:24 e molto probabilmente con la gamma meglio diversificata e più completa fra tutte.

Barlux.

In Italia era disponibile solo la Fiat Campagnola in scala 1:25 ma in diverse versioni.

Casadio.

La Alfa Romeo P3 del 1932 l’unico modello trovabile da noi, la scala 1:20 per un modello molto ben dettagliato a dal prezzo decisamente più alto rispetto a tutta la concorrenza.

 

Aziende che oltre ad essere le indiscusse leader di mercato per la loro storia, lo fossero perché producevano oltre il 90% della produzione totale.

E nonostante vi fossero la tedesca Gama, la francese Safir e la spagnola Nacoral.

Safir.

Con le sole Renault Alpine A-310 e la Citroen 11BL traction avant, in scala 1:20 i modelli disponibili.

 Gama.

Solo tre i modelli con alcune varianti della Polizia tedesca, la scala 1:25.

Dinky.

In scala 1:25 allora aveva solo un modello, la Ford Capri che peraltro non rimase a lungo disponibile finendo in fuori produzione.

Miei ricordi su le auto in scala, il merito di tale successo.

Mi pare di intuire da quanto sto leggendo che fosse merito delle loro capacità e nell’avere una gamma completa per quegli anni, la stessa che comprendeva anche le auto delle forze dell’ordine Polizia e CC, molte le auto da rally e ce ne ricordiamo di superbe della Polistil, con verniciature che ricordavano il fango o un’auto appena finita la tappa.

I prezzi indicati partivano da (circa) 5.000 delle vecchie Lire arrivando per i modelli migliori; quelli più dettagliati e decorati; dalle 10.000 alle 20.000 Lire, che in quegli anni non erano certo pochi soldi.

Un vero e proprio boom quello che convinse molti fra i collezionisti; indipendentemente dalla loro età; a spostare l’attenzione dalle stra presenti 1:43 a questo nuovo formato.

Miei ricordi su le auto in scala i loro collezionisti, anche quando la loro era un’immagine stereotipata.

Che ce li descriveva come persone in possesso di diverse teche, alcune delle quali non fissate su una parete ma spostabili in specie di vetrine/valigette, gli stessi che d’improvviso vollero interessarsi a questa nuova scala, facendolo nonostante fossero ben più ingombranti.

Miei ricordi su le auto in scala, erano sui ripiani della grande libreria di famiglia.

Quella che occupava una buona parte delle pareti della mia camera, sfruttavo lo spazio lasciato libero dai libri perfettamente impilati in funzione del loro contenuto e dimensioni, certo fui molto fortunato visto che molti dei miei modellini 1.24 mi furono regalati dal direttore della Polistil, dopo aver conosciuto lui e la sua famiglia durante una nostra villeggiatura, ma ne ho già scritto 😉 .

Vorrei ricordare e salutare a questo punto un paio di persone che oggi non sono più con noi, i due carissimi amici del papà e l’amico intimo di uno zio che aveva riempito le pareti della sua sala e del tinello con bacheche ricolme di modellini, con molto facilmente diversi doppioni.

 

Passioni in scala.