Aprilia 125 Red Rose
l’aveva un mio conoscente, uno di quelli molto “””alternativi”””” con i capelli lunghi, con la sua giacchetta in pelle chiara, la indossava anche d’estate, jeans a zampa d’elefante, identico a quello di un celebre adesivo.
Sarà stato per quello ma la ho sempre vista come una moto che solo alcune persone potevano scegliere, molto particolare, anche considerandone la bassa cilindrata, tenendo presente che le altre custom sul mercato fossero dotate di motori decisamente più “prestazionali”.
Alcuni la paragonarono subito alla Virago della Yamaha, sinceramente trovai subito il paragone poco probabile, sia dimensionalmente che considerando l’impostazione delle due motociclette.
Molto massiccia (sicuramente bella) la giapponese, decisamente più “dolce” la moto prodotta a Noale, 😉 spero di essermi spiegato.
Ma torniamo a noi, 😉 😉 da ex proprietario di una Aprilia Sintesi, con la quale; in buona sostanza; pareva condividere molta della meccanica.
La Rosa Rossa, un nome evocativo, ben visibile sul serbatoio, stilizzato, per una moto ben fatta, comodissima, senza troppi degli orpelli più o meno “eccentrici” che caratterizzavano altri modelli simili.
Esteticamente subito riconoscibile
per quel cerchione “pieno” al posteriore, una sella ampia, grande, un cruscotto con quei due strumenti tondi con sfondo color crema, un telaio a doppia culla continua (peccato che fosse nascosto), una lunga forcella anteriore, tutte le cromature che erano presenti anche sulle sospensioni posteriori, un inseme che la rese “vintage” sin da subito.
Il motore “addolcito”, rivisto nell’erogazione, per il tipo di moto e il suo probabile utilizzo, molto fluido, sostanzioso, capace di rispondere a qualsiasi regime, senza buchi, alcuna incertezza.
Una grande manovrabilità, un motore “potente” (lo stesso che montavano sia la Sintesi che la Tuareg 125 cc.), le pedane ben posizionate, anche per il passeggero, freni potenti e ben modulabili.
Insomma la Aprilia 125 Red Rose era una bella moto, ben fatta
peccato che non ne siano state vendute tante, e pochissime quelle rimaste, d’accordo non sarà una moto dalle future rivalutazioni con impennate evidenti, ma resta il fatto che fosse ben fatta, e lo dico convintamente, non solo per l’affetto che nutro per quel marchio.
Due le colorazioni iniziali, rosso porpora e bianco latte (le ho viste quasi tutte del secondo colore).
Scheda tecnica Aprilia 125 Red Rose
MOTORE
monocilindrico a due tempi, verticale
raffreddato a liquido
alesaggio e corsa 54 X 54,5
cilindrata effettiva 124,7 cc
alimentazione con carburatore Dell’Orto PHBH
accensione elettronica
TRASMISSIONE
primaria ad ingranaggi con denti dritti
secondaria a catena
frizione multidisco in bagno d’olio
CAMBIO
a sei rapporti
TELAIO
a doppia culla in tubi d’acciaio
SOSPENSIONI
anteriore a forcella teleidraulica a perno avanzato con escursione di 133 mm
posteriore a doppio ammortizzatore teleidraulico regolabile con escursione ruota di 120 mm
FRENI
anteriore a disco di 260 mm
posteriore a disco da 240 mm
PNEUMATICI
anteriore 90/90-19
posteriore 130/90-16
SERBATOIO
12 litri la capienza
PRESTAZIONI
potenza massima 26,5 cavalli a 10,000 giri
velocità massima 140 km/h
PREZZO
franco fabbrica Iva inclusa 4.620.000. Lire, per avviamento elettrico 300.000. Lire in più.
Presentata nel 1988 e venduta in due sole colorazioni, bianca e rossa, nel 1991 arrivò la versione Aprilia Classic, un aggiornamento estetico della versione precedente che prevedeva (principalmente) una gamma colori più completa e la doppia colorazione.
L’aprilia aveva anche previsto alcuni optional, alcuni dei quali (mi scuserete) non trovarono sempre i miei favori 😉 ;), manopole cromate, un manubrio diverso “americaneggiante”, un piccolo portapacchi, delle borse in cuoio, pedane maggiorate.
Furono sempre mantenute le due cilindrate, 50 e 125 cc.
Aha proposito, ho rivisto quello che era un ragazzo “alternativo” pochissimi giorni or sono, completamente cambiato, 😉 molto medio man, e incontratolo mi disse che l’aveva venduta quasi subito per motivi personali……..
moto vintage