Lamborghini Bravo
Gusti personali
La Lamborghini Urraco e’ in assoluto la mi auto preferita, come Gandini Marcello il miglior designer di sempre, ecco allora che questo prototipo non puo’ che piacermi moltissimo.
Le origini
La Lamborghini Bravo, la cui base era una Urraco “accorciata” di 20 cm, con; pero’; la stessa meccanica, quella che dotava la P300, un 3.0 litri da 220 CV, un cambio a 5 rapporti, le sospensioni anteriori McPherson, indipendenti le posteriori, presentata al Salone di Torino del 1974.
Interni essenziali ma bellissimi.
Questa fu una vettura “provata”, essendo stata messa a disposizione degli allora collaudatori della casa del Toro, gli stessi che le fecero fare parecchi chilometri.
Ovviamente non posso considerarla bella per i “soli” motivi su scritti, ma non posso esimermi dal farVi notare cosa e quanto avesse.
In evidenza
Partirei dagli sfiati presenti sui cofani, l’anteriore e il posteriore, le splendide vetrate oscurate con un parabrezza piuttosto inclinato, quei cerchi in lega poi utilizzati sulla silhouette (erede della Urraco, in produzione).
vogliate notare quel particolare lato passeggero.
1974 Lamborghini Bravo concept
Internamente si fece un ampio uso dell’alcantara, che li arricchiva e personalizzava pur essendo piuttosto “essenziali” (tipico delle vetture sportive del periodo), una striscia di alluminio spazzolato incorniciava la strumentazione, che era lineare in tutti i sensi.
I suoi colori
I colori di questa vettura furono tre, tutti proposti sulla medesima concept, dal giallo/bronzo scelto per il Salone dell’Auto di Torino, passando ad un verde scuro, ed infine ad un bianco perla, quello che possiamo vedere ancora oggi.
Nel colore originario, portata in una piazza da uno dei collaudatori (presumo), immagino lo stupore di chi la vide per la prima volta.
Le sue linee ricordano molto altri prototipi, magari uno di quelli proposti con il marchio Lancia……………………Stratosfericamente
Splendida la disposizione della vetratura.